Le doppie punte
Un impianto di gioco con due centravanti di ruolo, pronti a sfruttare - massimamente nel gioco aereo - le sovrapposizioni e i cross sulla fascia dei terzini e delle atipiche ali. A destra come a sinistra, infatti, De Biasi pare intenzionato a riproporre due laterali di centrocampo più prestati che vocati a quel ruolo: Colombo e Rosina.
Uno acquistato per contendere a Diana la titolarità di terzino destro. L’altro collocato in una posizione apparentemente defilata, sull’out sinistro, eppure raramente così d’impatto sul match come domenica scorsa contro il Milan. Non v’è dubbio che la cifra tecnica del Toro lieviti quando Rosina gioca come sa, saltando l’uomo e creando i presupposti per determinare la superiorità numerica, nella fase offensiva. Ed è altrettanto innegabile che per pesare la reale consistenza di Bianchi il Toro debba finalmente metterlo nelle condizioni di aggredire gli spazi, puntando la porta, anziché costringerlo a fare il centroboa, con le spalle rivolte al portiere, per difendere palla e far salire la squadra. Eccezion fatta per la partita contro il Cagliari, dove si divorò una grande occasione per fare gol, Bianchi non ha dilapidato il lavoro dei compagni. A differenza di Stellone, l’ex attaccante del Manchester City vive maggiormente per il gol, e per esaltarsi deve finalizzare l’azione: la qualità di Rosina, suo grande amico fuori dal campo, può essere determinante per la svolta del bomber bergamasco.