Il Tir suona il clacson e reclama il sorpasso
Non è certo di una maglia da titolare, anzi: rispetto al tandem del momento Ardemagni-Ruopolo, che ha firmato lo sprint al gran premio della montagna sugli Appennini nel 2-0 al Sassuolo, a Simone Tiribocchi tocca il ruolo del terzo incomodo. Un succhiaruote appena uscito dai suoi guai al gluteo e desideroso di calcare il campo, anche solo per poco, contro la sua ex squadra: con il Torino, infatti, l'attaccante romano, esordì in serie A nella stagione 2001/2002 (il 9 settembre 2001, sconfitta in casa col Brescia per 3-1).
Simone, risolto il piccolo problemino?
"Beh, chiamalo piccolo... Una botta che mi ha costretto a rimanere fermo come non mi succedeva da cinque o sei anni. Non è un infortunio muscolare, ma un versamento sanguigno che si doveva riassorbire. Ora finalmente sono pronto a dire la mia, anche se non so se andrò in campo dall'inizio. La partitella con la giovanile di ieri ha dimostrato che tengo tranquillamente i novanta minuti".
Nel frattempo l'Atalanta ha fatto passi in avanti.
"Decisamente. I miei compagni hanno imboccato la strada giusta per confermare le attese della vigilia: a Sassuolo probabilmente c'è stato il punto di svolta dell'intera stagione, nonostante il piccolo calo nel finale".
Un Atalanta-Torino in notturna è una sfida suggestiva.
"Si gioca di sera, già l'atmosfera è particolare. Visto che abbiamo il favore campo dobbiamo sfruttarlo: il Torino non verrà a Bergamo a chiudersi e ci faciliterà il compito, perché negli spazi aperti la nostra manovra aggressiva può incidere molto di più. Praticamente il mio cartellino è stato di proprietà dell'avversario di turno per sette anni, anche se non ci ho quasi mai giocato tranne il biennio della Primavera. Non mi sono lasciato benissimo, nemmeno come i tifosi, ma è una società che rispetto".
Perché non sei riuscito a sfondare in maglia granata?
"C'erano Ferrante e Lucarelli, evidentemente il mio momento non era ancora arrivato. Ma è dall'inizio della mia carriera che assorbisco bocciature, magari mi adatto al lavoro sporco e riparto da zero. C'è tutto il mio modo di concepire il calcio".
Là davanti, e torniamo in casa Atalanta, è una bella concorrenza.
"Ardemagni e Ruopolo si stanno esprimendo su ottimi livelli, ma io sono di nuovo a disposizione. Lo spogliatoio è unito, l'obiettivo è uno solo e una rosa ricca in ogni reparto è necessaria a raggiungerlo senza troppi patemi. Siamo in tre in corsa per due maglie".
Il modulo iper-offensivo di mister Colantuono è congeniale alle tue caratteristiche?
"Col 4-3-1-2 i due attaccanti sono chiamati ad andare in profondità per aprire spazi al trequartista, quindi non esiste una prima punta vera e propria. Io gioco da centravanti e anche da spalla, quindi sono l'ultimo ad avere problemi in tal senso. Sono disposto anche a mordere il freno prima di ritrovare un posto fisso, del resto è sempre stata la mia storia di calciatore..."