Il premier Conte a Lodi: "Rivendico scelte fase 2. Concreto rischio contagio di ritorno"

28.04.2020 19:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Rai News e Tmw
Giuseppe Conte
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Giuseppe Conte

Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, durante la sua visita a Lodi, i, una delle zone più colpite dalla pandemia di Coronavirus. è tornato a parlare. “Rivendico le scelte sulla fase 2 - queste le prime parole del premier -. Sono state necessarie. Al momento non possiamo fare di più perché è molto concreto il rischio di un contagio di ritorno. La fase 2 prevede un tracciamento scientifico. I cittadini potranno scaricare una speciale app, ma non possiamo imporlo come obbligo”.  Ha poi detto: “Non risolveremo tutti i problemi, bisogna dirlo ai cittadini, perché le sofferenze sono tali e così diffuse che è difficile rispondere a tutte le richieste, ma interverremo in modo serio a gran parte delle categorie in difficoltà”.

E sul tema delle riaperture che si avranno a partire dal 4 maggio: "Abbiamo fatto qualche passettino in avanti, per qualcuno non è sufficiente ma non possiamo fare di più. Sono il primo che vorrebbe allentare le misure però per adesso dobbiamo ancora procedere così. Cittadini delusi? Abbiamo seguito sin qui un metodo, non possiamo permetterci adesso di procedere con avventatezza e improvvisazione. Molti cittadini saranno rimasti delusi, mi spiace, ma il nostro obiettivo è tutelare la salute di tutti i cittadini, non possiamo accantonare questo obiettivo da una settimana all'altra".

Spazio anche al tema finanziario: "Mi auguro che il sistema bancario faccia un grande sforzo per erogare liquidità alle imprese che hanno bisogno. Venite incontro a queste richieste".

Infine un pensiero alla città di Lodi, pesantemente colpita dal virus: "Sin dal primo momento, fin da quando abbiamo preso la decisione della zona Rossa nel Lodigiano, eravamo consapevoli che avremo poi dovuto sopperire a tanta necessità e urgenza anche dal punto di vista economico e sociale di questa comunità. E' un imperativo morale venire incontro a questa esigenza perché non si può mettere in zona rossa una comunità di 45mila abitanti e poi disinteressarci delle conseguenze economiche e sociali. Abbiamo già  adottato delle iniziative con un impegno economico e finanziario cospicue e ce ne saranno altre”.