Il mal granata
Tanti gli interrogativi in questo lunedì post-disfatta, la squadra abulica, gli errori arbitrali ad orologeria, Petrachi che recita un mea culpa che sa di ultimatum per i giocatori ed il ritiro anticipato per preparare la partita che ci dirà se il Toro è caduto nella pericolosa spirale che lo spinge verso i bassifondi della classifica.
Sono passati due mesi e mezzo da quando iniziava un 2011 fatto di speranze sportive concrete ... voltandosi indietro, oggi sembra persino impossibile credere che si potesse pensare alla promozione diretta in serie A, tutto è cambiato ed ancora una volta è cambiato in peggio, il male oscuro che attanaglia chiunque arrivi al Toro, continua a colpire senza sosta.
Una squadra che se indossasse la maglia gialla del Modena ad esempio, sarebbe li a lottare spalla a spalla per il vertice della classifica, giocatori che farebbero la felicità di chiunque li potesse schierare nella propria formazione base, al Toro diventano trasparenti fantasmi, ombrte vaganti vittime dello stress e della pura, incapaci di stoppare una palla, impossibilitati ad azzeccare un passaggio, inadatti a qualunque tipo di tiro verso la porta avversaria.
Quanti nomi in questi anni sono stati scritti sulla distinta presentata all'arbitro prima della partita, quanti nomi anche illustri o pieni di belle speranze ... tutti tritati dal mal granata.
Cairo ha cercato con la rivoluzione di Petrachi di dare un calcio a tutto e a tutti, via i pelandroni iper-pagati, avanti con chi aveva voglia di mordere le zolle e poi ... la brutale differenza fra un Lerda presuntuoso ed un Colantuono pragmatico ci ha fatto capire, finalmente, che questa stagione rischia di essere il peggior disastro della storia granata.
Ora non è il momento di gettare croci addosso, non è il momento delle rivincite, ma solo il momento della dignità, come recitava uno striscione in curva sabato ... dignità per il Toro, per i suoi tifosi ed anche per i giocatori che non possono pensare che tutto finisca senza pensieri ... si cambia squadra e via.
Avevamo visto Colombo lo scorso anno, un morto al Toro, un leone alla Triestina ... abbiamo visto Belingheri sabato trasformarsi da ectoplasma senza identità, in coriaceo giocatore che udite, udite, correva e menava come se fosse la partita della vita.
Coccolato da Novellino che lo considera un punto fermo, anche se lo sostituisce, schierato da Lerda e sostituito sempre fra i fischi assordanti ... che virus c'è a Torino oggi?
Tutto si trasforma inevitabilmente in tristezza, abulia e sconfitta, basta uscire dalla cerchia cittadina e si risorge ... persino ai gobbi capita la stessa cosa ... Giovinco e Amauri ne sono la prova.
Quali soluzioni, quale medicina, quali alternative?
Mah ... oggi come oggi meglio pensare a salvarsi in fretta e tornare con i piedi sulla terra ... nel mentre desidereremmo tanto che qualcuno ci spiegasse il perchè dell'accanimento contro il Toro da parte della classe arbitrale.
In città tutti lo pensano, nessuno lo dice ... il Toro vale troppo in termini economici in serie A, la sua fetta di torta è troppo grande e nessuno vuole rinunciare al pezzo che oggi ha nel piatto? ... Il Toro è inviso a chi comanda a causa degli attriti con il grande Capo dei granata?
Ragazzi se così fosse sarebbe veramente una tristezza, un mega biscottone, una manovra da servizi segreti bulgari ... pensieri che ti assalgono quando sconfitta dopo sconfitta, torto dopo torto, obrobrio dopo obrobrio, ti ritrovi con gli altri che ridono sempre, cantano , ballano e si divertono sulle spoglie della squadra che fu.
Dopo il gol dell'Atalanta allo scadere, dopo il rigore regalato al Vicenza, dopo che il guardalinee prima sbandiera e poi si pente con il Livorno ... abbiamo concluso sempre nello stesso modo ... non ci possiamo credere.
Invece questa è la realtà, ma almeno qualcuno dei protagonisti della pedata si arrabbiasse ... invece, via tutti in ritiro ed in silenzio e allora in attesa di dignità, in attesa di resurrezioni, ci adeguimo e attendiamo la prossima puntata.
GMC