DE BIASI : «Josè guascone A me piace molto»
Come Davide che sconfisse Golia, come Ulisse che accecò Polifemo: il piccolo Toro oggi vuole sovvertire la tradizione e far chinare la testa alla grande Inter che vince a Torino da sette stagioni consecutive. De Biasi sogna il colpaccio ma senza far rivoluzioni: «Il Toro ha una sua identità, vietato snaturarci» dice il tecnico granata che poi utilizza una provocazione per spiegare la «sua» sfida: «Per noi è una partita più facile di altre». Perché l'Inter è fortissima e dà grandi motivazioni, perché il Toro non ha nulla da perdere e poi, come aggiunge De Biasi, perché «le partite più difficili sono quelle che devi vincere per forza».
Cuore e corsa Il ragionamento non fa una piega, ma Gdb chiederà molto ai suoi: «Mi aspetto una prova gagliarda: dobbiamo essere pronti e correre più e meglio di loro. Perché in 90 minuti le distanze si possono limare ». Gli incroci De Biasi-Inter sono numerosi: da calciatore ci giocò poi, da allenatore, ha battuto i nerazzurri con il Brescia. E l'anno scorso fu richiamato da Cairo proprio alla vigilia dell' Inter. «Quella sera avremmo meritato di vincere — ricorda — ora spero di giocare peggio ma di far risultato». Sarà la partita della svolta? «No. La stagione poteva cambiare a Reggio Calabria. Però non c'è dubbio che fare punti oggi ci darebbe più sicurezze». Ultimo capitolo, il collega Mourinho: «Mi piace il suo esser guascone: è un tipo sveglio, partito dal basso per scalare la montagna. Ora, da lassù, vede un bel panorama. E poi mi piace come sa scegliersi i presidenti, ma la mia— strizza l'occhio De Biasi — ovviamente è solo una battuta».