Dall'addio alla permanenza senza rinnovo: la partita Cairo-Juric resta aperta
La partita rimane aperta, il futuro è ancora tutto da decifrare. Si continua a passare da alti e bassi, da situazioni che sembrano più chiare a nuvoloni scuri pronti a portare tempesta. “Non è un tema, ha un contratto e rimane qui” il concetto espresso dal presidente Urbano Cairo qualche giorno fa e ribadito, più o meno con gli stessi termini dal direttore tecnico Davide Vagnati. Il legame di Ivan Juric, infatti, andrà in scadenza a giugno 2024: vuol dire che ha ancora una stagione per guidare il Toro, anche a lui sembra andare bene così. “Il contratto lungo è sicuramente una tutela, ma non è tutto” la sintesi del pensiero dell’allenatore. Parole, da una parte e dall’altra, che sembrano in qualche modo far immaginare un futuro ancora insieme.
Poi, però, ci sono anche conferenze stampa in stile Toro-Roma, con il croato quasi rassegnato alla dimensione della sua squadra. “Non è il Toro di Juric per certi versi, l’undicesimo posto è la posizione che ci rispecchia e che meritiamo” la frase dell’allenatore che ha fatto nuovamente scattare qualche campanello d’allarme. Perché l’ambizione è quella di fare finalmente il salto in alto, anche se bisognerà capire quale strada verrà presa in estate.
“Non sono più disposto a rimanere se mi viene stravolta ancora la squadra” un altro dei moniti già chiari dal tecnico, reduce da un calciomercato estivo durante il quale è stato costretto a ripartire da zero per una seconda volta dopo il suo approdo. La terza sarebbe troppo, ma d’altra parte in caso di permanenza sarebbe una sorta di garanzia per una possibile svolta nel progetto Toro. Al momento, però, sembra un azzardo sia prevedere una conferma che immaginarsi un addio, anche perché non si può nemmeno escludere un altro anno con il croato pur senza arrivare ad un rinnovo immediato. La partita tra Cairo e Juric è aperta ad ogni tipo di scenario.