CAIRO, Teniamocelo stretto

06.09.2008 09:30 di  Raffaella Bon   vedi letture

Gli arabi al Toro? No, però incoraggeremo Cairo a vestirsi, parlare e pagare come loro». Piero Chiambretti scherza con la consueta ironia sulla possibilità di vedere il Torino in mano agli sceicchi e con un calciomercato da protagonista grazie ai petrodollari. Ma il pensiero della «peste granata» è quello del popolo del Toro: «Teniamoci stretto Cairo, soprattutto dopo quello che sta facendo per questa squadra».

Giancarlo Caselli, Procuratore Capo di Torino, è ancora più diretto: «Mi viene l'orticaria solo a pensarci, Cairo ha fatto un ottimo lavoro e noi siamo dalla sua parte». Così nei bar della città ed anche sui forum granata: in un ipotetico referendum pro-arabi, i no sarebbero un plebiscito. «Cairo farebbe benissimo a non vendere - rilancia Jimmy Ghione, cuore granata di "Striscia la Notizia" - perché lui è il numero uno dei presidenti umani. Noi vogliamo gente come lui, da pane e salame e non da couscous, e poi un presidente arabo in Italia c'è già: si chiama Moratti».

«Cairo ha detto che non rinuncerebbe al Toro neppure per i soldoni arabi? Fa benissimo - risponde Matteo Dotto, moviolista di Mediaset -, perché quest'anno può davvero togliersi delle soddisfazioni. Comunque abbiamo già avuto un presidente juventino, gli arabi non sarebbero una tragedia». Sul concetto concorda in pieno lo scrittore Giuseppe Culicchia: «Abbiamo visto cosa ha patito il Toro prima di Cairo. E poi il petrolio sta pure finendo…». Il pensiero è un solo. «Noi vogliamo un presidente del Toro di Torino - chiosa Chiambretti - e Cairo, anche se alessandrino, ormai è un torinese doc e deve restare il più a lungo possibile