Sensounico, a suon di Toro. Una canzone d'amore

07.04.2013 17:58 di  Marina Beccuti   vedi letture
Sensounico, a suon di Toro. Una canzone d'amore
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© foto di Sensounico

Partiamo dalla fine. Come spesso capita alle volte ci sono cose che rimarranno nella testa  più di altre… Ci sono alle volte parole appuntite come frecce scoccate dal cuore che trafiggono il cuore e che non lasciano spazio a niente altro. Ecco perché iniziamo con “Una canzone d’amore” di Max Pezzali del 1995 (cantante preferito di Rolando Bianchi). Proprio Rolando, ancora in botta di di euforia (perché adrenalina non ne ha!) per il pareggio all’ultimo secondo dell’ultimo minuto dell’ultima azione del Toro parla ai microfoni di Sky a bordo campo e fa partire una dichiarazione d’amore ( l’ennesima) per questa società e per questa gente. La domanda ora è una sola: ma questa gente e questa società se la meritano? Pronti a scaricare un giocatore che ha fatto la storia recente del Toro (che piaccia o no è proprio così!) per nuovi idoli di carta. Jonathas, pronto il rinnovo? Certo, la programmazione! E poi ha segnato al Napoli su rigore! Meggiorini titolare con Barreto perché i due che giocavano nel Bari dei 50 punti….bla bla bla… ed alla fine chi salva il Toro? Si, quello lì, quello senza ADRENALINA ( singolo dei Finley del 2007) che dice:” Io voglio rimanere”! Ma siamo pazzi? Ma come si permette! Bianchi è roba vecchia, non è adatto al modulo di Ventura (che stasera se l’è vista proprio brutta!) allora largo ai giovani più adatti (Jonathas?) con D’Ambrosio benedetto che ha fatto in mezz’ora più di Cerci nelle ultime due partite, Basha a cui hanno staccato il pallone dai piedi solo nello spogliatoio ed un altro “vecchietto” che ha fatto vedere i sorci verdi ai difensori felsinei per tutta la partita: Santana! Titolare anche Masiello dopo il riposo forzato: infatti il numero di retropassaggi verso Gillet  è aumentato del 72 % per gli amanti delle statistiche.

Passiamo a “Generazione di fenomeni” degli Stadio, canzone già utilizzata nei nostri concerti. Perché solo il Toro è capace di trasformare giocatori mediocri in fenomeni…solo che questi  giocano sempre con le altre squadre. Quelli mediocri al Toro rimangono tali (tacco al volo in area? Ma neanche Messi si permette di farli!). Ah già, i due  giocavano nel Bari dei 50 punti e bla bla bla…Quarto gol fotocopia subito col medesimo schema: retropassaggio e staffilata da fuori area. Solo che a tirare non c’è il brasiliano per cui è pronto il rinnovo ma Guarente, che come Dzemaili o qualsiasi altro calciatore che sa usare i piedi (il minimo per chi gioca a calcio credo), la butta dentro centrando la porta anzichè la bandierina del calcio d’angolo. Dobbiamo anche ricordare alla squadra che  il famoso “Quarto d’ora granata” era quel lasso di tempo cui il Grande Torino con Mazzola in testa, ribaltava qualsiasi risultato non facendo mai vedere la palla agli avversari e non era l’ultimo quarto d’ora delle partite in cui prendevano  il pareggio, il raddoppio ed il terzo gol. Questo per puntualizzare a chi non conosce bene la storia o fa un po’ di confusione. Ma forse queste disattenzioni sono solo per  una questione di adrenalina (sempre dei Finley, questa volta live) che tutti hanno tranne uno! Ed allora chiudiamo con un medley del compianto Jannacci, con una serie di canzoni che, se mai i destinatari a cui sono dedicate leggessero queste righe, dovrebbero avere la compiacenza di comprenderne il senso intrinseco: “Ho visto un re”, un Re che si è meritato con la voglia e la professionalità il titolo reale: Rolando Bianchi. “Ci vuole orecchio” caro Presidente per capire le parole del “decapitanizzato deadrenalinizzato” che vuole rimanere e che ancor oggi dimostra come può far comodo un giocatore del genere, capace di cambiarti la partita i mezz’ora e che se solo avesse avuto un attaccante senza riscatto pronto ma con due piedi decenti , al suo fianco, ci avrebbe pure fatto vincere la partita. Ama la maglia ed è amato dalla gente, è un professionista esemplare ed uno dei migliori colpitori di testa della serie A: la tracciamo una riga sul nome del brasiliano e , anche a  penna, scriviamo quello di Rolando? Ed infine “Son s’cioppaa” perché stasera, col 2 a 1 a 5 minuti dalla fine siamo tutti un po’ ss’ciopopa! Scusate la scaletta  un po’ confusa, ma  abbiamo suonato con  tanta adrenalina addosso… NOI!   

Buona Settimana.                                                                                                                                            

Dave dei Sensounico