Lettere alla redazione, le danzatrici del ventre in attacco
Le danzatrici del ventre in attacco ed un Toro con Pelotas dalla trequarti un giù. Abbiamo visto giocare il Torino che finalmente domina e gioca per vincere tutte le partite, non mi lamento quindi per la quarta sconfitta stagionale nel senso che ci può stare. In questa partita l'unica squadra che poteva incidere sul risultato, in positivo come in negativo, era il Torino e lo si è visto: dominio, possesso palla, pali, occasioni a gogò malgrado l'ostruzionismo del gioco avversario ed autogol.
Se contro la Sampdoria la "consapevolezza", il saper stare sul campo sapendo, giocando ed agendo da squadra ha visto il concretizzarsi di due belle pere sporche di quelle che la palla deve entrare costi quello che costi, contro il Brescia tutto uguale tranne la sufficienza con cui i nostri Garrincha, Zico, Pelé e Puskas hanno spernacchiato l'istinto del bomber presi da tanta superiorità.
Sì, mi girano perchè il campione sa che deve segnare ed utilizza i trucchi del mestiere: i pallonetti, i tagli con l'esterno, le mezze rovesciate al volo e la schiacciata verso il basso, quando non si può fare altrimenti.
A me sembra purtropo che i nostri attaccanti abbiano appreso i tocchi di Zico e Pato alla scuola radio elettra tanto ansiosi di dimostrarsi all'altezza del Torino anche in serie A ed il fatto che gli riesca ogni tanto che questi preziosismi coincidano con una marcatura alla Sisport in settimana li faccia sentire autorizzati di sfoggiarli impunemente durante il match di campionato, irridendo le nostre coronarie e vanificando 90 minuti di sforzo collettivo.
Ventura è riuscito nel ridare: senso, gioco, dignità, forza ad un ambiente e sopratutto consapevolezza di ciò che si è...il giorno che riuscirà a trasmettere questo anche ai più egocentrici, per loro natura, tenori di una squadra di calcio, allora chapeau, allora forse rivedremo l'ombra di un Pulici che era prima tutto: un uomo, un Toro e finalmente un attaccante che ha potuto fare quello che ha fatto proprio perchè non se la menava, proprio da Toro, cosciente della responsabilità che aveva sulle spalle e non reagendo a tali pressioni da prima donna ma perlappunto da Uomo con rispetto e fiducia nello sforzo in una dimensione sociale e sportiva più vera di quella attuale. Se riusciamo a ritrovare serietà forza e rispetto delle cose vere anzichè fatue lo spirito Toro non potrà che trarne giovamento e Noi si potrebbe infine respirare un po' di aria di casa.
Sono impietoso ma di tutti gli attaccanti che abbiamo uno solo è da serie A e si chiama Rolando Bianchi, che stanno graziosamente scaricando di domenica in domenica, Lui che da buon capitano va anche a fare il terzino e che spesso si deve passare la palla da solo per avere un occasione degna. Se ci fate caso nelle ultime tre partite ha fatto due gol in fuorigioco limite e preso un palo giocando praticamente solo quelle tre palle in attacco.
Noi che abbiamno visto: Pulici, Selvaggi, Serena, Lentini, Aguilera, Vieri, Rizzittelli e Muzzi...insomma se Bianchi andrà via (e non è detto perchè la stagione è ancora lunga e tutto può succedere anche che si valorizi un po' di più una risorsa come Lui pensando un attacco di valore intorno al medesimo), bisognerà che gli sforzi del mercato sull'attacco siano sì oculati ma sostanziali e di durata. Torno a ripetere che SE si va in A e se si vuole crescere in tutto, le priorità saranno: gli stadi, confermare la rosa nei suoi migliori elementi e non solo grazie a prestiti gentili in cambio di opzioni sui nostri gioiellini, un gran portiere e sopratutto attaccanti di razza meno presuntuosi e millantanti colpi sudamericani sconfessati dalla perentoriamente scarsa vena realizzativa! Se dalla prima di campionato abbiamo una media di 6/7 occasioni nitide per partita e ne facciamo una se và bene si può presumere che in serie A le occasioni saranno più ristrette ed allora l'essere cecchini là davanti diventerà prioritario siccome non ho più tanta voglia di patire ma anche di godere.
Intanto aspettiamo il Grosseto e vediamo se Rolando sarà ancora in panca, se i nostri bomber penseranno che la cosa più importante sarà di metterla dentro o la speranza da gratta e vinci di fare il gol del secolo ad ogni passaggio. Andrea Morè