Fila, esposto al Prefetto: riunione dei cittadini “Via quelle vele”
Le vele anti spie montate al Filadelfia per oscurare alla vista, dai balconi delle case circostanti, il lavoro che fa svolgere Juric durante gli allenamenti del Torino non piacciono proprio né ai cittadini del quartiere Borgo Filadelfia anche a quelli che non sono tifosi del Toro e né alla Fondazione Filadelfia, di fatto padrona dell’impianto.
Ieri c’è stato un incontro tra i redenti, tifosi e non, e dalla discussione, come riportato da Tuttosport, è emerso che oltre al fastidio per la mancata vista che comporta la perdita di valore degli immobili adiacenti e l’effetto claustrofobico per chi abita nei piani bassi delle case circostanti l’impianto si teme anche per la sicurezza e c’è un oggettivo fastidioso costante rumore prodotto dal vento che fa muovere le vele, che nella parte bassa sono basculanti pare proprio per motivi di sicurezza. Ebbene la riunione di ieri alla quale hanno partecipato decine di residenti è stato deciso di approntare un esposto al Prefetto ed è stata avviato l’iter per una petizione e non si escludono ulteriori esposti ad altre autorità cittadine.
LA STORIA DELLE VELE - Le prime vele volute dall’allora allenatore del Torino Ventura erano semoventi e costarono 800mila euro e si ruppero in breve tempo. Qualche giorno fa il Torino ha fatto installare provvisoriamente, per un anno, queste nuove vele che non sono semoventi e che hanno comporteranno una spesa di circa 200mila euro che il club granata vorrebbe accollare alla Fondazione Filadelfia, ma poi passato un anno dovranno essere smontate per rinforzare la struttura che le sorregge e i costi di questo intervento dovrebbero ammontare a 600 mila euro. La soluzione per “oscurare” gli allenamenti a occhi indiscreti sarebbe, come previsto dai progetti iniziali, quella della copertura alberata con la piantumazione con cipressi. Si è offerto di fare da trait d’union fra i residenti, i tifosi, la Fondazione Filadelfia e il Torino Fc Domenico Beccaria membro del CdA della Fondazione in rappresentanza dei tifosi e presidente del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, che attende di potersi trasferire da Grugliasco, attuale sede, al Filadelfia nel terzo lotto non ancora edificato e attualmente occupato dalla striscia di terreno adibito al recupero degli infortunati.