Fiera del Libro: Pulici scalda ancora i tifosi granata

19.05.2009 08:56 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fiera del Libro: Pulici scalda ancora i tifosi granata
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Nel giorno conclusivo della Fiera del Libro ha tenuto banco il dibattito dedicato al 60esimo anniversario della tragedia di Superga, organizzato da Linguadoc di Giulio Graglia, noto regista Rai torinese. Insieme a lui, tra gli organizzatori dell'evento, Sabrina Gonzatto, autrice del libro "Ma cos'era mai questo Toro?", tra le più brillanti ideatrici di eventi granata. A moderare il dibattito è stato chiamato Darwin Pastorin, ora direttore di Quartarete. Come tutti sanno Pastorin è juventino, ma ama il calcio e si esalta quando racconta il Grande Torino. Ma l'ospite d'onore più acclamato è stato senza dubbio Paolo Pulici, con la gente che ha fatto la fila per avere un suo autografo o una foto da scattare insieme. Pupi, come al solito, è stato disponibile e sembrava di vederlo giovane uscire dalla porta dello spogliatoio del Filadelfia con i tifosi che lo acclamavano e chiedevano un gol magari nel derby. Ora a Pulici si chiede di raccontare i suoi ricordi, soprattutto legati al Fila, che è stato il protagonista assoluto del dibattito, dove non sono mancate frecciatine alla città di Torino, rea di non aver saputo rispettare la memoria del Grande Torino.

Pulici, raccontando le sue emozioni del Fila, si è commosso nel ricordare i vecchietti che osservavano ogni gesto dei giocatori cercando una qualche similitudine con i campionissimi di Superga. "Quando arrivai a fare un provino al Toro con la mia squadra, il Legnano, entrare in quegli spogliatoi mi mise i brividi, sentivo ancora il sangue di quei campioni", ha detto Pulici a proposito della sua prima impressione sul Fila. Pupi non ama il calcio attuale ed è piuttosto critico con i giocatori con i quali va giù pesantemente: "A noi, quando eravamo giovani, prima ci facevano crescere come uomini, poi come giocatori. Oggi sono spesso dei buffoni. Non esistono più le bandiere, ne è rimasta una sull'altra sponda".

Claudio Sala ha ricordato il giorno in cui fu abbattuto il Filadelfia: "Ho visto gente felice, perchè credeva che fosse ricostruito. Io ricordo invece Manlio Collino che aveva un cartello su cui era scritto che non sarebbe mai più stato ricostruito e così è stato finora". Sala poi ricorda un aneddoto del dopo scudetto '76: "Radice pensava che saremmo diventati dei fighetti dopo la vittoria del campionato. Invece giocammo la stagione successiva ancora meglio, dove riuscimmo a fare 50 punti, peccato che lo perdemmo contro la Juve che di punti ne fece 51".

Don Aldo Rabino, il cappellano del Toro, ha fatto invece un appello agli amministratori locali: "Diteci la verità, se volete costruire altro fatecelo sapere, così che ci mettiamo il cuore in pace senza altre illusioni".

Un rappresentante della Regione Piemonte, Franco Ferraresi, dirigente dell'Assessorato allo Sport e tifoso del Toro, ha preferito glissare sull'argomento Filadelfia, ma il coro unanime dei presenti è stato, a partire da Pastorin: "E' una vergogna che sia stato abbandonato il Filadelfia, anche prima che fosse distrutto. "Tirare giù il Fila è come abbattere il Colosseo a Roma", ha voluto sottolineare proprio Pastorin.

Da Antonio Comi si è saputo che il settore giovanile si trasferirà nei locali e campi che furono del Nizza Millefonti. Prima di iniziare il dibattito è stato mandato in onda un video sul Grande Torino e poi s'è fatto un minuto di silenzio per la scomparsa di Anita Gabetto. Presenti c'erano anche Sauro Tomà, l'unico superstite della tragedia, la moglie di Maroso, Carla, Franco Ossola e Antonio Comi, responsabile del settore giovanile granata.