Beccaria, la pazienza di crederci

19.10.2015 11:22 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Beccaria, la pazienza di crederci
© foto di Elena Rossin

Domenico Beccaria, meglio conosciuto come Mecu, ha sospirato il ritorno del Filadelfia da quando fu abbattuto. Nel momento stesso in cui le ruspe giunsero al vecchio campo lui cominciò a lottare. Diciotto anni di passione, intesa come quella di Cristo sul Golgota, ma insieme ad un grande amore e due palle così, diciamolo pure, è riuscito nell'intento di porre la nuova pietra, si fa per dire, per la ricostruzione del Filadelfia. Cominciò con un Museo itinerante perchè vent'anni fa il Toro non sapeva manco dove erano sparsi i suoi cimeli. Mecu li trovò e organizzò un museo per le varie città italiane, proprio come facevano i cantastorie cortesi. Poi un giorno il comune di Grugliasco mise a disposizione Villa Claretta e i cimeli granata trovarono una casa, e presto torneranno a casa, dove gli compete davvero, nella culla della vita made in Torino, al Fila appunto.

Quando si raggiungono grandi traguardi c'è magari gente che poco ha fatto negli anni e poi si prende i meriti, fa parte del gioco, sapersi vendere bene al momento giusto, senza faticare. Ma chi conosce la storia sa che se c'è una persona meritevole di menzione per questo traguardo costui è Domenico Beccaria, aiutato da molti innamorati come lui, ma Mecu ci ha messo la faccia e l'impegno quotidiano, credendoci anche quando tutto sembrava perduto nei meandri della burocrazia, del politichese, del pessimismo.

Mecu è proprio come la maglia granata, passano i giocatori, i presidenti, gli allenatori, ma lui è sempre lì, a sniffare Toro da mattina e sera, a tenere viva la storia, il ricordo, la passione. Il Toro non è solo una squadra di calcio, è ben altro, va oltre ai risultati, alla tattica, alle partite. Ventura, dopo la partita contro il Milan, ha letto bene la situazione: "Tutta quella gente che è andata al Fila ci sarebbe stata anche quattro anni fa. Non importano i risultati". Giusto, adesso c'è un altro orgoglio grazie ad una squadra che torna a far sognare, ad una serie A consolidata, ad un progetto che prosegue. Ma la passione per quei colori va oltre a tutto questo, ed è quella che non ha mai fatto sparire una fede messa molte volte a dura prova.

Ci vuole tanta pazienza, ma alla fine, se ci credi, il miracolo arriva.