Meteore Granata: Alessandro Pellicori, poca mira in un'annata "maledetta"
Mancata la promozione in Serie A al termine della stagione precedente, con la controversa sconfitta, per mano del Brescia, nella finale dei playoff, il Toro ci riprova nel 2010/11. La guida tecnica passa da Colantuono a Franco Lerda, che, optando per una rosa molto ampia, ricca soprattutto di mediani e seconde punte, sceglie, a fine mercato - come rimpiazzo Marco Bernacci, che, causa sindrome depressiva, intraprenderà un anno sabbatico dopo una sola gara di campionato - Alessandro Pellicori.
Approdato sotto la Mole in prestito, dal Queens Park Rangers, il classe '81 cosentino, presenza fissa nel torneo cadetto da metà degli Anni 2000, aveva dato il meglio nel 2007/08, con la casacca dell'Avellino: 18 reti in 38 partite, media realizzativa di quasi un gol ogni due, ancorché non sufficiente a evitare la retrocessione agli irpini. Bomber di provincia e "di mestiere", dunque, Pellicori beneficia soprattutto di ingressi a gara in corso, per lo più a rafforzare un fronte d'attacco a tratti, nonostante un Bianchi dall'elevata media realizzativa, abulico. Troppo spesso avulso dalla manovra, il giocatore vive la propria vera giornata di gloria granata il 18 dicembre 2010: dopo un primo tempo a reti bianche, nella gara casalinga che lo oppone all'Empoli, il Toro la sblocca con Antimo Iunco, che conclude una bella azione corale sull'asse che coinvolge Sgrigna, Gasbarroni, e per l'appunto, Pellicori. Lo stesso Pellicori che siglerà il raddoppio, pochi minuti dopo, trafiggendo Jasmin Handanovic, fratello maggiore del portiere dell'Inter (allora all'Udinese), con un preciso colpo di testa. Quello contro i toscani sarà l'unico gol siglato da Pellicori in maglia granata.
Con 22 presenze totalizzate e una sola rete all'attivo, a fine stagione, con l'esonero di Lerda e la consegna delle chiavi della squadra a Ventura, giunge, quasi doveroso, il mancato riscatto da parte della società. Pellicori torna al club londinese, allora posseduto e presieduto da Flavio Briatore, senza però tornare a esser parte del progetto tecnico. La sua stagione al Toro, successivamente, sarà ricordata soprattutto per il coinvolgimento del giocatore nello scandalo calcioscommesse di inizio decennio: i contatti con Carlo Gervasoni, tra i manovratori dell'illecito, gli costarono, nell'estate del 2012, una squalifica di tre anni e sei mesi. Al termine della stessa, gioca ancora brevemente in Serie D, al Castrovillari, e in Eccellenza, tra le file dell'Acri. Due esperienze, finora, da allenatore, entrambe in D, al timone prima della Palmese (2017/18) e del Locri (2018/19), quest'ultima finita con la retrocessione in Eccellenza.