Mantovani: "Il fallimento ha danneggiato il settore giovanile granata"
Andrea Mantovani è uno dei pilastri di questo Chievo. A cercarlo sono diverse squadre, ma qui il difensore ci parla della sua vita a Verona e dei suoi sogni per il futuro.
Vi aspettavate di poter battere la Fiorentina?
"Storicamente non avevamo mai battuto la Fiorentina e comunque erano stati tutti risultati negativi tranne la prima partita di serie A del Chievo nel lontano 2002. E' stata una partita dove abbiamo fatto veramente bene e ci siamo tolti una grande soddisfazione oltre ad aver preso punti che ci allontana sempre di più dalla zona pericolosa".
Il giorno prima il Bari aveva battuto la Juventus, un'altra piccola favola come la vostra?
"Penso che Bari e Chievo stiano soprendendo tutti così come sta facendo il Parma, altra rivelazione dell'anno. Tutti sono risultati molto importanti, sia il Bari che ha battutto la Juve, ma anche la nostra vittoria. Abbiamo giocato una partita perfetta, sopratutto nel primo tempo abbiamo tenuto ritmi altissimi e grande qualità. Abbiamo messo sotto la Fiorentina che, nonostante sia passata in vantaggio, poi è stata schiacciata. Nel secondo tempo sono venuti fuori, hanno fatto emeregere la loro qualità, ma noi siamo stati bravi".
Pellissier ha detto che hai fatto una partita perfetta, tra l'altro contro una squadra che ti sta cercando
"Sì, per me era una partita importante, ma il mio obiettivo è fare bene con il Chievo. Sono osservato da dirigenti e società importanti, ma devo fare bene per noi e per la nostra classifca".
La classifica fa sognare?
"Noi siamo con i piedi per terra, il nostro obiettivo principale rimane la salvezza poi, conquistati 40 punti, è giusto guardare ad altro".
Questi sogni quindi ci sono?
"Fino a quando non raggiungiamo la quota 40 punti penseremo esclusivamente alla salvezza, anche perchè ci sono squadre che hanno fatto l'andata benissimo e alla fine si sono trovate a lottare per la salvezza. Una volta ottenuta la matematica penseremo ad altro".
Bari, Parma e Chievo sono agevolate dall'ambiente?
"Penso che a Bari ci siano pressioni, è una società con tanti tifosi, mentre penso che Chievo e Parma siano realtà diverse, con meno pressioni e si lavora con più serenità".
Come ti sei avvicinato al calcio?
"Ho iniziato a 5 anni con il Torino e ho fatto tutta la trafila fino all'esordio a 18 anni. La mia prima stagione fra i professionisti è stata qui, con otto presenze".
Tu hai vissuto anche il fallimento.
"Io ho fatto la promozione con il Toro dalla B alla A, poi c'è stato il fallimento ed in estate, a quel punto, ero svincolato. Mi hanno preso a metà Chievo e Juventus e sono andato al Chievo l'anno dopo. Con calciopoli la Juventus è andata in B ed il Chievo ha comprato l'altra mia metà".
Che effetto fa essere della Juventus, anche solo sulla carta, essendo nato calcisticamente nel Torino?
"Ero giovane, avevo 20 anni, e per me era na grande occasione. Normale che si ambisca a grandi palcoscenici, ma poi dalla Juventus non sono neanche passato e sono finito al Chievo, una società importante che mi ha fatto crescere. Sono qui da cinque anni e mi ha regalato grandi soddisfazioni".
Ai tuoi tempi il settore giovanile del Torino era veramente importante
"Ai tempi in cui ero io ha sfornato signori giocatori come Marchetti, Quagliarella ed Acquafresca, poi con il fallimento sono andati persi a parametro zero. Una grande perdita per un settore giovanile importante come quello del Toro".
Il primo gol l'hai messo a segno con la maglia della Triestina.
"Sì, l'ho fatto a Trieste ed è stata una grande emozione, un ricordo indimenticabile. Poi ne ho fatti tanti altri in questi anni, circa dodici tra campionato e coppa italia. E' un vizio che porta bene e anche quest'anno sono a quota due e speriamo di migliorare rispetto alla scorsa stagione".
Fra gli allenatori che hai avuto, chi ti ha dato di più e chi meno?
"Di più dico Di Carlo non perché ora è il mio allenatore, ma perché mi ha fatto crescere tanto in un ruolo che comunque avevo intrapreso solo da un anno con iachini e ho ancora tanti margini di miglioramento. Lui è il primo a dirlo. Chi mi ha dato meno può essere Pillon perché al primo anno al Chievo ho fatto solo quattro presenze. Di quell'annata ricordo solo la qualificazione alla Coppa Uefa".
Per quanto riguarda Pillon, ti aspettavi il gesto che ha fatto con la Reggina?
"Sicuramente è stato un gesto molto importante e di esempio, purtroppo gli è costato la sconfitta, ma credo che il fair play vada al di là del risultato sportivo".
Di fair play, proprio contro la Fiorentina, ne sapevate qualcosa anche voi.
"Diciamo che quell'episodio ce lo siamo portati anche in campo domenica ed è stato un ulteriore motivazione a fare bene. In ogni caso sono attimi e quando si gioca è difficile prendere certe decisioni anche in pochi secondi".
Come sei dentro e fuori dal campo?
"Sono sposato con mia moglie da circa sei mesi ed abbiamo un bimbo bellissimo di un anno. Loro sono tutta la mia vita a 360 gradi. In campo è una situazione partciolare, una situazione paicevole, e si cerca di dare tutto ed uscire senza rimpianti. Cerco di dare tutto anche durante la settimana per raccoglierne i frutti anche la domenica".
Il tuo sogno è il Milan?
"Il Milan è sempre stata la squadra del mio cuore fin da piccolo, quindi normale che per me sarebbe un sogno, ma anche squadre come Inter e Juventus che sono l'elite del calcio".
La Nazionale?
"Ho fatto tutta la trafila, quindi è normale che anche questa sia nei miei sogni".