Fontana lotterà fino all'ultimo grado di giustizia
Alberto Fontana, Jimmy per gli amici, ha rilasciato una lunga intervista a Sporteconomy, per raccontare il suo anomalo caso di essere invischiato nel calcio scommesse senza aver commesso nulla di illecito. Se così è c'è da pensare che l'inchiesta e gli interrogatori abbiano lasciato qualche buco scoperto. Sperando che non si cerchi di condannare il cosiddetto pesce piccolo a scapito del grosso nome. Fontana, attualmente squalificato per tre anni e sei mesi, ha raccontato: "All'inizio di questa storia sono rimasto basito, non ci credevo neppure. Poi dopo aver metabolizzato lo shock mi sono fatto una idea personale. Il mio nome emerge solo dopo il terzo interrogatorio di Carlo Gervasoni. Nei primi due non si parla assolutamente della mia persona, poi gradualmente lo stesso inizia a ricordare a pezzi e alla fine, sulla base della tesi del "sentito dire", emerge il mio nome.
Il portiere del Novara ricorda: "Nel "modus operandi" di Gervasoni e del suo modo di intendere questi business illegali non poteva non esserci la figura del portiere (secondo lui figura centrale nella combine di una partita di calcio). Esce così il nome del sottoscritto, taciuto fino a quel momento. Della figura del portiere, ormai, si puo' dire tutto e il contrario di tutto, perchè dietro ogni errore si puo' costruire la tesi del complotto".
Jimmy intanto continuerà la sua battaglia per essere assolto: "Non sono affatto contento di quello che sta succedendo ed ero sicuro che sarei stato assolto già in primo grado, ma non ho paura di niente e di nessuno e il prossimo 2 luglio sarò a Roma, perchè credo fermamente in questa nuova commissione e nel lavoro di studio delle singole difese. Non si può essere condannati per un "sentito dire". Io credo nella giustizia e non può finire così. Sono innocente e lo dimostrerò".