De Ascentis: "Si vince con la testa"
Diego De Ascentis, centrocampista di gran temperamento di Torino, Atalanta, Livorno e Milan. Auguro al Torino la serie A. L’Atalanta ha l’organico più competitivo per la promozione. La forma mentale è quella che conta per vincere. La miglior formazione è quella che ha il giusto equilibrio fra giocatori di classe e fisici. Nel derby il Milan ha una grandissima occasione e saprà sfruttarla.
Atalanta, Torino e Livorno sono state le squadre nelle quali ha militato negli ultimi anni. Tutte e tre sono in serie B e aspirano a tornare in A. L’Atalanta guida la classifica, il Livorno è a un punto dal sesto posto mentre il Toro è a quattro. Come vede le sue ex squadre?
“Come affetto mi piacerebbe che il Torino riuscisse a tornare in serie A, perché è quello che gli auguro di più. Vedo la cosa un tantino dura perché sta passando un momento non felicissimo, ha mille problemi. Però i torinesi sono abituati a lottare fino in fondo. L’Atalanta è la squadra che è partita con l’intento di vincere e salire all’istante, per cui penso che, salvo cose strane, ha un organico che, con tutto rispetto per le altre, merita la serie A. Il Livorno può lottare e lo farà fino all’ultimo per tornare in A”.
Il periodo marzo-aprile è cruciale per il campionato. Le squadre meglio attrezzate fisicamente e psicologicamente innescano una marcia in più per raggiungere gli obiettivi, le altre mollano. Come si affronta un periodo così delicato?
“Per prima cosa andare a letto presto (ride di gusto), cominciano le belle serate e i calciatori iniziano ad uscire di più. Scherzi a parte, ormai sono tutti talmente professionisti quelli che lavorano nel calcio, dai giocatori ai preparatori, sono tutti pronti e sanno benissimo come lavorare, come impostare la settimana, come fare la preparazione sia quella estiva sia quella invernale, per cui è più una questione di testa che una questione fisica arrivati a questo punto della stagione, e la testa è sempre la cosa più importante secondo me”.
Lei è stato un centrocampista da tutti considerato un combattente ed aveva anche il vizietto del gol. Quali caratteristiche devono avere i giocatori che ricoprono il suo ruolo?
“In mezzo al campo, in base alle attitudini, si possono avere più ruoli. Per quanto mi riguarda una squadra deve saper impiegare al meglio i giocatori, se hai in campo undici guerrieri puoi essere carico per certi versi, ma probabilmente non vincerai mai un campionato. Stesa cosa se hai undici prime donne, bravissimi tecnicamente, ma senza gli attributi farai fatica. L’importante è che l’allenatore riesca a fare un mix, abbinando i giocatori di classe capaci tecnicamente con quei giocatori più fisici che consentono di avere più spazio e quindi la squadra possa esprimersi al meglio. Come ad esempio Gattuso del Milan che ha giocato al fianco di grandissimi campioni, anche lui è un eccellente giocatore, ma rispetto a Kakà ha caratteristiche diverse”.
Lei ha militato nel Milan che in queste ultime giornate è apparso un po’ in difficoltà e dopo la sosta per la Nazionale affronterà il derby con l’Inter, a due punti, che aspira al sorpasso. Il Milan è in grado di mantenere il vantaggio e respingere l’attacco dell’Inter?
“Il fatto che Ibrahimovic è squalificato, al di là dei ricorsi, è una cosa che comunque potrà pesare. Il Milan è una squadra talmente abituata a giocare a certi livelli, a subire le pressioni dell’ambiente per cui i giocatori sono stra-consapevoli che hanno in mano una grandissima occasione. Penso che sarà uno dei derby più atteso degli ultimi anni e ricordando i bei tempi di dieci-undici anni fa il Milan riuscirà a riconfermarsi campione d’Italia quest’anno”.