"Che fine ha fatto…" - Edoardo Cizza, ex Toro tra libera professione e i sogni da pro
Continua il viaggio de La Giovane Italia alla riscoperta degli Under presenti nelle pagine dei nostri almanacchi che non sono riusciti a ritagliarsi un posto al sole sui palcoscenici del calcio professionistico. Questa settimana ci trasferiamo a Lodi per incontrare Edoardo Cizza, portiere classe 1997 cresciuto nel Torino e che oggi difende i pali del Fanfulla in Serie D. Conosciamo meglio la storia di questo ragazzo presente nell’edizione 2012-13 del nostro Almanacco, nel quale veniva paragonato a Julio Cesar.
Ciao Edoardo, raccontaci brevemente come sono stati i tuoi anni nel settore giovanile del Torino.
"Dopo avere iniziato al Derthona, squadra della mia città, all’età di 11 anni ho fatto un provino e sono stato selezionato per far parte del Torino. È stata un’esperienza che mi ha cambiato totalmente la vita e mi ha costretto a fare cose non comuni per un ragazzo di quell’età, come dover prendere il treno quasi giornalmente per andare agli allenamenti. Passare da una realtà come il Derthona al Torino è stato sicuramente un qualcosa che mi ha costretto a crescere in positivo. In granata ero molto contento perché ho giocato con frequenza fino agli Under 17, dove sono stato anche vice capitano, oltre che capitano in qualche partita. In Berretti, invece, ho patito il minore minutaggio; così son passato in prestito all’Alessandria, dove ho fatto parte sempre della Berretti con la possibilità di allenarmi in prima squadra".
Quali sono i numeri uno a cui ti sei ispirato e che ammiri in particolare?
"Sicuramente il mio punto di riferimento in ambito internazionale è sempre stato Iker Casillas, portiere in cui mi ritrovo sia per quanto riguarda alcune caratteristiche fisiche come l’altezza e l’agilità di movimento sia riguardo al modo di parare. Nel panorama italiano, sto seguendo con grande ammirazione il percorso di Alessio Cragno, anche lui molto simile a me fisicamente e che credo in poco tempo saprà farsi valere anche in un top club.".
La tua carriera nel calcio dei grandi inizia in Serie D con l’OltrepòVoghera: come è stato questo passaggio?
"Devo dire che non ho patito particolarmente il cambiamento da settore giovanile ad una prima squadra; sicuramente il periodo ad Alessandria in cui ho avuto la possibilità di allenarmi con i grandi mi ha fatto capire il lavoro che dovevo fare e ciò che dovevo mettere in campo. In più Voghera è stato forse l’ideale per me: ho avuto modo di giocare con continuità senza sentire particolare pressione, sentivo la fiducia della squadra e c’era un grandissimo rispetto. In quel periodo ho anche avuto modo di giocare una finale di coppa Italia di Serie D".
Hai qualche rimpianto per non aver vestito la maglia della Nazionale?
"Il rammarico sta soprattutto nel come è maturata la mancata convocazione nelle selezioni giovanili. All’età di 15/16 anni purtroppo mi ruppi il braccio per motivi non legati all’attività sportiva, in quel periodo però venni a sapere che ero stato selezionato per partecipare a un raduno con la Under 16 ma per ovvi motivi non partecipai. Ho sofferto molto di non aver fatto parte del giro azzurro, soprattutto perché alcuni miei compagni di squadra venivano convocati. In particolare mi dispiace non essermi fatto notare anche in quelle occasioni, che magari avrebbero potuto dare ulteriore slancio alla mia carriera".
Qual è il presente calcistico di Edoardo Cizza?
"Attualmente sono tesserato al Fanfulla, società ambiziosa che partecipa al girone B di Serie D. Abbiamo una squadra di un buon livello in cui riesco a giocare con frequenza: questa è una cosa che mi rende orgoglioso perché riuscire a giocare, nonostante sia un over in un ruolo in cui spesso giocano gli under della categoria, è la testimonianza che la società pensa di avere un plus con me in campo".
E fuori dal campo?
"Attualmente sono iscritto alla facoltà di Economia presso l’Università di Pavia. Sono in dirittura d’arrivo perché mi manca ormai l’ultimo esame e la tesi con l’obiettivo di completare il percorso entro marzo. Successivamente ho già deciso di iscrivermi alla laurea magistrale in legislazione di impresa e seguire le orme di mio padre".
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
"Da un punto di vista calcistico mi piacerebbe continuare in questa società in cui mi trovo molto bene, ho un buon rapporto sia con i compagni che con la società e sento di far parte di un club con un progetto importante, che va anche oltre la Serie D. La parte dolente arriverà una volta completata la laurea magistrale: a quel punto dovrò decidere cosa fare della mia carriera e valutare il tutto soprattutto con uno sguardo al mio futuro extracampo. Ritengo impossibile conciliare gli allenamenti attuali con un lavoro da commercialista o comunque da libero professionista in campo economico. Al tempo stesso, dover smettere o scendere di categoria a 27/28 anni lo vedrei come una sconfitta personale dopo una vita di sacrifici per arrivare dove sono. La scelta sarebbe senza dubbio più semplice in caso di un mio arrivo tra i professionisti, sia da un punto di vista economico che riguardo altri aspetti. Ma per adesso vivo il presente, a caccia di traguardi importanti dentro e fuori dal campo".