Vives: "Il lavoro settimanale porta agli automatismi in partita"

Gli allenamenti servono ad acquisire corsa e forza. I centrocampisti devono fare da schermo alla difesa facendo girare la palla sia in fase difensiva sia in quella offensiva. Ventura fa imparare gli schemi a memoria.
25.07.2011 13:53 di  Elena Rossin   vedi letture
Vives: "Il lavoro settimanale porta agli automatismi in partita"
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© foto di Federico Gaetano

Qualche giorno fa era stato il turno di Iori, oggi proseguiamo con il centrocampo e in conferenza stampa si è presentato Vives per farsi conoscere meglio.

Cosa l’ha spinta ad accettare la proposta del Torino?
“Ho scelto il Toro perché è una squadra importantissima e anche se è in serie B è una delle squadre migliori del palcoscenico italiano e poi mi stimola l’obiettivo che si è prefissata questa società. Insieme ai miei compagni di squadra vorremmo conquistare ciò che è inseguito da due stagioni”.

Il modo di giocare di Ventura è dispendioso per i centrocampisti, vi dovete sottoporre a tanto lavoro?
“Siamo abituati a questo, ma con il lavoro che si svolge durante la settimana, giorno dopo giorno, si acquisiscono pian piano corsa e forza. E’ vero che è dispendioso, ma se impariamo bene quello che ci chiede il mister riusciremo ad avere il possesso palla e saranno gli altri a dover correre e quindi per noi sarà meno faticoso”.

In queste prime partite si è diviso il centrocampo con Iori, come si è trovato con lui?
“Bene, ma ci sono anche gli altri compagni di reparto Suciu, Zanetti e Basha. Siamo cinque centrocampisti e ci stiamo giocando il posto, lavoriamo tutti bene e spetterà al mister decidere chi di noi giocherà”.

Per le sue caratteristiche come si trova meglio in campo?
“Le caratteristiche le dobbiamo mettere a disposizione del mister. Ventura vuole che stiamo davanti alla difesa, infatti durante gli allenamenti proviamo i movimenti e poi li riproponiamo nel migliore dei modi in partita”.

Lei predilige la fase offensiva o difensiva, quando la palla gira più velocemente o più lentamente?
“Io gli altri anni ho giocato sia in fase difensiva sia in quella offensiva e lo scorso campionato, in particolare, ho giocato davanti alla difesa, ma mi proponevo anche avanti. Nel gioco del mister i due centrocampisti devono fare girare palla e fare da schermo alla difesa, sia quando si attacca sia quando ci si difende”.

Qual è stato l’allenatore che ha influito maggiormente nella sua carriera?
“Sicuramente Zeman, perché grazie a lui dalla serie C sono arrivato in B e poi in A con il Lecce”.

Ha parlato di Zeman, un mister che come Ventura in allenamento fa lavorare molto e altrettanto spiega, che differenze ci sono fra i due?
“ Zeman gioca con il 4-3-3 e cura di più la fase offensiva, sono sistemi di gioco diversi però anche Zeman insegna tanto il calcio e quando si imparano gli schemi si ottiene molto”.

Ventura oltre a spiegavi i movimenti e gli schemi ve li fa ripetere a lungo, questo vi agevola?
“Certo, il lavoro paga. Se si lavora a lungo durante la settimana poi in partita diventa tutto automatico e si sa esattamente dove vuole la palla il compagno di squadra e che movimento devi fare tu e anche quello che farà lui, così diventa facile per tutti”.

Lei è stato promosso in A con il Lecce, cosa deve e cosa non deve fare il Torino per ottenere lo stesso risultato?
“Io con il Lecce ho ottenuto due promozioni. La prima la squadra doveva vincere a tutti i costi e siamo riusciti ad andare in A passando per i play off; mentre la seconda, dove non eravamo dati per favoriti, all’interno dello spogliatoio sapevamo che avremmo potuto giocarcela con tutti e quindi stavamo tranquilli e lavoravamo bene. La B è un campionato lunghissimo e ci sono momenti difficili, ma se in questi momenti arriva la depressione è finita. Noi a Lecce, anche nei momenti più critici, riuscivamo a stare tranquilli perché eravamo consapevoli della nostra forza e siamo riusciti a superarli; partita dopo partita abbiamo raggiunto l’obiettivo arrivando primi, anche se nessuno se lo aspettava”.

Le sue prime impressioni sull’ambiente granata.
“Si vede che è una piazza importantissima e che ha tanti tifosi. Noi dobbiamo cercare in tutti i modi di riportare l’entusiasmo e questo si ottiene con il lavoro durante al settimana che viene concretizzato in campo durante la partita. Il modo di lavorare del mister evidenzia che insegna a giocare a calcio e pian piano già, anche se siamo in ritiro solo da sette giorni, stiamo cercando di eseguire quello che vuole lui. Penso che con il passare del tempo seguendo le sue direttive riusciremo a divertirci e dare soddisfazioni al Toro”.

Questa mattina che non ha piovuto avete svolto un allenamento intenso.
“Sì, approfittando del tempo, sperando che migliori, abbiamo lavorato sul campo il più possibile, perché il lavoro alla fine paga sempre”.

Domani l’amichevole con il Taranto e venerdì quella con la Fiorentina, impegni che crescono di livello.
“Sicuramente, anche se sono partite di pre-campionato dobbiamo cercare oltre al risultato di capire il modulo e le giocate che vuole il mister. I risultati che contano li dobbiamo fare in campionato”.