Toro, che succede ?
Parlare del Toro in questo momento è difficilissimo, non tanto per la brutta partita di Verona, quanto per il fatto che, non si riesce a vedere l’alba di questa notte lunghissima.
Ormai siamo alle solite, commenti tutti uguali al primo, fatto poi dopo la terza di campionato, attacco spuntato, centrocampo di mediani e privo d’iniziativa, peggiore attacco d’Europa o quasi, gioco quasi inesistente, giocatori troppo timorosi, mercato estivo da dimenticare, crescita zero.
Tutto vero, ci mancherebbe altro, ma non è questo il punto, piuttosto servirebbe capire, e ancora personalmente non sono riuscito a capirlo, dove si sta andando, qual è la strada intrapresa da questa società, quale futuro si prospetta per il Toro e per i suoi tifosi.
Ho sempre detto che sono un “fan” di Ventura, almeno gli riconosco che nell’era Cairo, è l’unico che ha fatto giocare a calcio i granata, ed i risultati poi alla fine sono anche visti. Ma questo non può bastare, perché di errori Ventura ne ha fatti, primo fra tutti avallare un mercato che vedeva partire i due migliori attaccanti italiani dell’ultimo campionato, dati alla mano e non un pensiero personale, ma anche, se mi permettete, la migliore delle riserve offensive in rosa, vale a dire Meggiorini. Confermato invece il duo Larrondo-Barreto, che nella scorsa stagione hanno messo in campo la bellezza di 720 minuti, si fa per dire, con la ciliegina di un gol.
Sicuramente Ventura ha delle colpe, ma non è l’unico, e non parlo di scelte tecniche, quelle competono a lui, ed è lui ad essere il primo e l’unico responsabile. Ad esempio non capisco, ma è un problema mio è chiaro, l’utilità di giocare con un centrocampo imbottito di mediani, con attaccanti che vogliono essere serviti in un certo modo, diverso da quelli precedenti.
Più profonde sono le colpe altrui, insomma, qualcuno la paternità di aver costruito questa squadra deve pur prendersela. Possibile che nessuno abbia capito, che senza quei due davanti, il centrocampo dei granata andava completamente rifondato? In fin dei conti, il giochino del passaggio all’indietro sistematico, per far uscire la squadra avversaria per poi lanciare Cerci ed Immobile negli spazi, ovviamente non poteva funzionare, visto gli attaccanti che si sono portati a casa. Non serviva un genio, ve lo posso assicurare.
Tolto Martinez che ha fatto 12 gol nell’ultima stagione, in Svizzera per essere più precisi, in un campionato non certamente d’élite, i gol fatti in campionato da Quagliarella, Larrondo, Amauri e Barreto, nell’ultima stagione sono stati dieci, quindi, meno della metà di quelli fatti da Immobile.
Il calcio non è matematica, puoi investire sul talento, oppure approfittare di situazioni contingenti, altrimenti guardare alla statistica è il minimo che si possa fare.
Tornando al mercato fatto da Petrachi, esclusi Quagliarella e Peres, ed in parte Amauri e Martinez, per forza di cose, aggiungo, tutti gli altri messi insieme, cioè, Molinaro Jansson, Silva, Masiello, Perez, Nocerino, JS Mino, e Benassi, hanno giocato meno minuti della coppia Gazzi-Vives, che non sono neanche quelli che hanno giocato di più quest’anno. Nessuno raggiunge i 600 minuti di gioco, in 17 partite di campionato, compresi Amauri e Martinez, il che significa, per essere più chiari, che su dodici giocatori, dal mercato estivo è arrivato un solo titolare, Quagliarella, tutti gli altri sono considerati dal tecnico delle riserve.
Insomma se non è una bocciatura a tutti gli effetti, di quanto fatto in estate, poco ci manca.
Allora viene fuori un'altra domanda, che se ne porta dietro altre mille, chi ha fatto il mercato, seguendo quali criteri, con quali indicazioni, qual’era lo scopo del mercato, cosa si voleva ottenere, si è pensato unicamente al lato economico, quanto è pesato il fattore tecnico, ecc…
Domande senza risposta, tranne quelle che può darci il campo.
Lo scorso campionato il Toro era una bella realtà e giocava anche un bel calcio, con tre innesti avrebbe ripetuto, o forse anche migliorato quanto fatto, oggi si trova nei bassifondi della classifica, con pochissime certezze, ed esclusa la difesa, con due reparti da “ritoccare”.
Quanto al mercato invernale, quello giustamente chiamato di riparazione, a parte l’immobilismo che spaventa, capire qual è l’idea di massima sarebbe già una buona cosa. Dal di fuori si intuisce, forse non corrisponde al vero, ma non è detto che non lo sia, che non ci sono due o tre obiettivi specifici, non c’è quel giocatore che il Toro vuole a tutti i costi, oppure quel gruppo di giocatori individuati per far fare un passo avanti a questa squadra, ma che si tastino vari polsi, nella attesa che qualcosa si muova verso Torino, più per inerzia che per reale operosità.
Il fatto poi, che nonostante la reale urgenza, a pochi giorni dalla partita con il Milan, e dopo quella contro il Chievo, non sia ancora arrivato nessuno, lascia sbigottiti.
Insomma, il mercato si è aperto da poco, ma i veri affari sono stati già fatti, su questo penso proprio nessuno mi possa smentire.