Torino e il caso Gallipoli
Nell'immaginario collettivo quando si parla di calciatori si pensa subito ad auto di lusso e veline. Invece c'è sempre l'altra faccia del calcio, quella nascosta di storie impossibili e quasi surreali. Ieri l'ex Principe di Roma, Giuseppe Giannini, stoico allenatore del Gallipoli, si è dimesso per la seconda volta e non è tornato sui suoi passi come nella precedente. L'ex mister giallorosso ha fatto inquietanti dichiarazioni: i giocatori non prendono lo stipendio da mesi e qualcuno non ha più i soldi per mangiare. In serie B, dunque non stiamo parlando di dilettanti, succede anche questo. Poche settimane fa l'intelligente trasmissione sportiva "Senza Tituli", in onda tutti i lunedì su La7, aveva fatto un servizio proprio sulla difficile situazione del Gallipoli, che inizialmente era stata la squadra rivelazione dei cadetti con i suoi buoni risultati senza avere uno squadrone. Oltre a non ricevere gli stipendi i giocatori vivevano anche situazioni assai scomode, quasi la dirigenza li volesse punire per chi sa quali colpe. Spogliatoi senza acqua calda, con gli atleti che dovevano farsi la doccia fredda. Situazioni igieniche precarie, con la muffa sui muri, ma subivano pressioni anche per firmare documenti fasulli sui pagamenti effettuati realmente mai visti. Dopo tre mesi di mancati emolumenti i dipendenti possono mettere in mora la società. Adesso si spera che intervenga la Lega e anche la Federazione, perchè non si possono tollerare simili situazioni, anzi hanno già perso tempo a non intervenire prima, quando già si conoscevano le cose. Sicuramente interverrà l'associazione calciatori che ha un fondo per la tutela dei giocatori in difficoltà.
Questa situazione deve far riflettere tutti, anche quei tifosi granata che vogliono cacciare Cairo senza rendersi conto che un altro D'Odorico, presidente del Gallipoli, potrebbe affacciarsi al Toro. Fa bene il presidente granata a tenere duro e a sottolineare che venderà solo a qualcuno migliore di lui. Non si capisce nemmeno perchè la famiglia Tesoro debba fare una conferenza stampa per chiarire il perchè Cairo non venda. E' normale che chi possiede un bene e lo mette in vendita abbia la facoltà di decidere a chi cederlo. Di certo non a gente che vuole in primis farsi pubblicità. La Pro Patria non è messa bene, se non riescono a gestire un club di Lega Pro, figuriamoci una squadra che, facendo gli scongiuri, potrebbero trovare in A.