Sbaglia l'arbitro, ci risiamo...

30.10.2012 08:38 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata
Sbaglia l'arbitro, ci risiamo...
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© foto di Alberto Fornasari

Evidentemente sbagliare contro il Torino deve essere abbastanza radicato nella classe arbitrale, almeno quando il Toro si trova a giocare nella massima serie. Otto errori pesantissimi nell’ultima apparizione dei granata nel campionato che conta, che di fatto hanno condannato il Toro alla retrocessione, oltre agli errori commessi dalla dirigenza, ci mancherebbe altro, per poi ritrovarsi a distanza di quattro anni, a commentare sempre le stesse cose. Insomma, evidentemente tra Toro ed arbitri non corre buon sangue, o per dirla in altri versi, è più facile sbagliare contro i granata, che contro una presunta grande. Ma la giornata degli arbitri è stata veramente da dimenticare, o se mi permettete da ricordare, perché se questo è il massimo campionato professionistico italiano, e non me ne vogliano basket, volley, rugby, e via dicendo, siamo messi veramente male.

Tanti, troppi errori, cominciando da Catania, passando per Torino, senza dimenticare Firenze e Roma. Tutte partite che avrebbero avuto in condizioni normali, e per normali intendo senza errori così evidenti, un finale diverso. Vero che la Fiorentina meritava la vittoria, per come ha giocato, più della Lazio, la stessa cosa non si può dire però per le altre partite, con l’aggravante che il Catania è stato vittima due volte. Sudditanza psicologica, peso politico maggiore, chissà quale altra storia, di fatto, ripartito il campionato, riparte lo stesso tram-tram. Il livello medio della classe arbitrale italiana evidentemente si è abbassato di molto (oppure siamo noi ad avere gli occhi più aperti), ma non è questo a dare più fastidio, quanto il fatto che non sembra esserci una linea di condotta univoca, ognuno è libero di sbagliare a modo suo, quasi ogni partita faccia parte a se stessa.

Tanto per fare uno o più esempi, e tornando al Toro, se tutti i gol “incerti”, come quello di Bianchi al Cagliari, questione che neanche la moviola è riuscita a dirimere, fossero annullati, si potrebbe anche farsene una ragione. Invece altri sono convalidati, magari anche in fuorigioco, secondo il principio che evidentemente non vale per tutti, che nel dubbio si lascia giocare. Ancora, se ogni intervento di mano o di braccio in area di rigore anche da distanza ravvicinata, come quello di Glik per farmi intendere meglio, tra le tante con l’arto attaccato al corpo, sempre che non si pretenda che questo sparisca nella gabbia toracica, fosse sanzionato con la concessione del rigore, nessuno ne parlerebbe più. Ancora, se tutte le volte che l’attaccante cerca, o sembra cercare, il difensore, anche in caso di contatto, fosse ammonito e magari anche espulso, nessuno parlerebbe di Sansone. Ma se poi, a poche ore di distanza, per un contatto più lieve, o forse anche inesistente, con una dinamica simile ma non uguale, si concede il penalty, qualcosa non quadra. Quanto al giocatore che si trova davanti al portiere in posizione di fuorigioco, o, è sempre fuorigioco, oppure non lo è mai, bisogna decidersi. Questo per evitare che lo stesso segnalinee, a distanza di pochi mesi, nella stessa porta, con la stessa azione, possa prima annullare un gol e nella seconda circostanza convalidarlo.

Quanto al Toro è evidente che qualcosa non va per il verso giusto. Personalmente non sono riuscito a capire come si possa rinunciare a Bianchi, D’Ambrosio e Cerci in una partita da vincere contro una diretta concorrente, anche perché mi sarei aspettato una partita all’arrembaggio, con tanti cross, e tante palle sporche. Invece, almeno per le caratteristiche di Meggiorini e Sansone mi pare di aver capito che si preferiva puntare sul contropiede, sempre che il Parma, a Torino, fosse nell’intenzione di concederlo. Personalmente, e sottolineo personalmente, penso che questo tipo di attacco, con due giocatori rapidi e tre centrocampisti, per catturare palla e ripartire, fosse più adatto contro Lazio e Napoli, per sfruttare gli spazi che penso alla fine ci concederanno.
Ma non faccio l’allenatore, e forse, proprio per questo mio modo astruso di pensare.