Quando le risate eccessive sono inopportune
Il siparietto uscito ieri pomeriggio a Sky, protagonisti Cairo e Ventura, non hanno per nulla rallegrato l'ambiente granata dopo il deludente 0-0 contro il Carpi. Il tutto è nato dopo lo striscione che ringraziava Ventura per i suoi cinque anni di buon lavoro, ma che a giugno era meglio cambiare. Il mister granata ha risposto che ha trovato quello striscione assolutamente non offensivo, perchè in fondo erano complimenti al suo lavoro. In seguito Cairo ha poi ribattuto che tanto Ventura era confermato per i prossimi anni, che l'aveva bloccato per paura che altre società glielo portassero via. Una scena, fatta di risate e battute, che personalmente ho trovato stonata, il tutto probabilmente per evitare di parlare della prestazione incolore vista in campo da parte dei giocatori granata, incapaci di segnare, dopo una settimana passata da eroi per aver vinto a Palermo, che domenica sera con la Roma ne ha presi cinque, segnati da una squadra esaltata ma mediocre com'è la truppa di Spalletti (antipatico per aver trattato a pesci in faccia un campione come Totti).
Lo striscione trova il tempo che trova, magari è stato scritto dai dissidenti della Maratona per far capire che ci sono anche pensieri diversi rispetto a chi gestisce cori, fischi ed applausi, ma vedere presidente e allenatore ridere per eludere una prestazione non del tutto positiva del Torino, lascia un po' sbigottiti e sui social molti tifosi si sono risentiti. Cairo era contento che il pubblico fosse venuto in massa, per lui questa era già una vittoria, come se i protagonisti in campo contassero poco o nulla, in fondo il successo mediatico era stato ottenuto. Però il calcio effettivamente si esprime, o meglio si dovrebbe esprimere, in campo più che sugli spalti o in tv, ma questa forse è solo più un'utopia nell'era in cui comandano le televisioni a pagamento.
Ventura ha poi voluto chiudere con la battuta che ci sarebbe stato un suicidio collettivo a Torino per la sua permanenza. Tranquillo, nessuno si taglierà le vene, la gente del Toro sa aspettare come ha sempre fatto negli anni. I giocatori, gli allenatori, i presidenti, i dirigenti passano, i tifosi e il Toro nessuno li batterà mai, ci hanno provato, ma sono sempre rinati.
Se mai sarebbe il caso di rivedere la situazione di Maxi Lopez, che entra sempre a partita in corso, è nervoso, poi sbaglia gol e rigori. Bisognerebbe insegnare a Peres che nel calcio si gioca anche con la testa e non solo con la corsa, dopo la sua recente involuzione, che i cambi magari vanno affrontati leggermente prima dei minuti finali se si vuole trovare qualche soluzione diversa e vincente. Ok, anche se siamo in Quaresima domenica c'era in giro ancora qualche reminiscenza del Carnevale, per cui permaneva la voglia di scherzare, da domani però meglio essere più sobri.