Non facciamoci illusioni sui ripescaggi
Ci risiamo ogni tot anni salta fuori un nuovo scandalo, relativo alle scommesse sulle partite di calcio, che vede coinvolti giocatori, ex calciatori, dirigenti e maneggioni vari che girano attorno alle società e ai loro tesserati. I veri gabbati alla fine sono solo e sempre i tifosi e gli onesti. E’ la realtà, bellezza! Diciamo subito che il Torino, seppur menzionato nelle intercettazioni, sembrerebbe estraneo a questa vicenda, in quanto gli intercettati parlano dell’eventualità di capire se alcuni giocatori granata possano essere coinvolti per addomesticare le partite. La prudenza in questi casi è doverosa perché non si hanno a disposizione tutte le intercettazioni e perché, al momento, fra le partite indagate, tutte del 2011, non ve n’è alcuna del Torino (Livorno-Ascoli 1-1, 25 febbraio; Ascoli-Atalanta 1-1, 12 marzo; Atalanta-Piacenza 3-0, 19 marzo; Padova-Atalanta 1-1, 26 marzo e Siena-Sassuolo 4-0, 27 marzo). Quindi nessun allarmismo e bando alle paure, guai a fasciarsi la testa prima di essersela rotta o a saltare a facili conclusioni individuando, del tutto arbitrariamente, colpevoli che non sono tali, almeno fino a prova contraria. Però non bisogna neppure sognare che il Torino possa, grazie a ripescaggi dovuti a stravolgimenti di classifica, approdare in serie A.
Se il campionato di serie B e quello di Lega Pro sono stati falsati e quanto lo sapremo solo alla fine delle indagini che la giustizia sportiva cercherà di portare a termine nel più breve tempo possibile: l’intenzione di Figc e Lega è per il 30 luglio. Ma da quello che è emerso in queste prime ore sembra proprio che i rischi che le classifiche siano stravolte ci siano tutti. Bisogna ben ricordare, però, che le indagini finora condotte sono della giustizia ordinaria e non di quella sportiva e quindi si tratta di piani di giustizia ben differenti e indipendenti, perché se verranno accertati i fatti i processi saranno due: ordinario e sportivo. I tempi per le sentenze saranno molto differenti e in questo caso la giustizia sportiva è molto più rapida di quella ordinaria. Rapida sì, ma non così fulminea da evitare che i playoff e i playout, che iniziano oggi, possano svolgersi senza il grande punto interrogativo, relativo ad essere certi che vi partecipano le squadre che veramente ne hanno diritto per risultati sportivi, non resi luridi da scommesse illecite.
Il grosso problema è che i contratti dei calciatori scadono il 30 giugno, quindi se si dovessero ri-disputare le partite per le promozioni e le retrocessioni i giocatori non sarebbero più gli stessi. Bloccare in extremis queste gare e attendere le decisioni della Procura federale sportiva allungherebbe troppo i tempi, lasciando la conclusione del campionato sospesa. Tanto vale giocare così si vedranno sul campo i piazzamenti delle squadre e poi una volta accertati gli illeciti si provvederà a punire con penalizzazioni ed eventuali retrocessioni e in base alla classifica che si otterrà, dopo l’intervento della giustizia, si procederà alla definitiva iscrizione ai vari campionati delle squadre.
Venendo al Torino è meglio che Cairo e Petrachi pensino a rifondare la squadra per farle disputare sempre al vertice il prossimo campionato di B, ingaggiando un allenatore che sappia impostare il gioco più adatto ai giocatori che gli vengono forniti e comprando calciatori con personalità e che si completino l’un l’altro in campo. Poi se la giustizia stabilirà diversamente ci si penserà quando non si tratterà più di ipotesi, ma di fatti concreti. Al momento l’unica realtà del Torino è che per il terzo anno consecutivo disputerà un campionato di B dopo una stagione vergognosa, caratterizzata dalla mal sopportazione dei colleghi di lavoro: il calcio è un gioco di squadra e se non si rema tutti dalla stessa parte si perde.