Chi era Anna Frank, ricordiamolo a tutti e non solo a Miha
A bacchettare Sinisa Mihajlovic, reo di aver detto di non sapere chi era Anna Frank, ci ha pensato Susanna Egri Erbstein, la figlia di Ernesto, il direttore tecnico del Grande Torino, perito a Superga. Gli Erbstein erano ungheresi-ebrei che hanno subito le leggi razziali mentre erano in Italia. Dunque la grande ballerina ungherese, che vive ormai da una vita a Torino, 91enne, ha tutte le facoltà di rispondere a Miha, ma forse vale la pena di ricordare chi era Anna Frank e del diario che la rese famosa, anche se ormai alla memoria.
In genere la sua storia si studia a scuola, fin dalle elementari, ma i bravi genitori ne parlano in casa ai figli, perchè è un dovere civile. Basta guardare la sua foto simbolo, quella oltraggiata dai tifosi laziali, per commuoversi, perchè il suo viso esprime tutto il dramma dell'Olocausto, della caccia all'ebreo, ma lascia anche posto ad un sorriso di speranza. Anna, che era una ragazzina che stava provando il primo amore, le prime emozioni del diventare donna, non credeva che la cattiveria umana arrivasse a fare quello che invece è realmente successo e qualcuno vorrebbe che ancora accadesse (purtroppo continua in tutti quei paesi in guerra che ancora fanno sparire la gente o ammazza civili in attentati).
Anne Frank era una ragazzina tedesca di origine ebrea, che visse nascosta per un certo periodo, insieme alla sua famiglia, per non essere trovata e deportata in qualche centro di concentramento, com'è poi successe. Anne migrò in Olanda proprio per scampare alla follia nazista, ma alla fine non servì a nulla perchè fu trovata e appunto deportata.
In quel periodo in cui era nascosta, Anne decise di scrivere un diario raccontanto la sua vita in quella specie di bunker, segregata non per colpa sua. Il ritrovamento del suo diario fu importante per ricostruire la storia degli ebrei vissuta in prima persona da una ragazzina, che divenne il simbolo di quella orribile e vergognosa storia dell'Olocausto.
Anne e sua sorella furono deportate ad Auschwitz ma morirono per tifo a Bergen-Belsen. Fu probabilmente una persona vicina alla loro famiglia a denunciare la presenza dei Frank in un alloggio clandestino alla Gestapo, che fece irruzione e li deportò.
Questa è in sintesi la storia di Anna Frank, una ragazzina che amava la vita ma lei fu stroncata da una delle peggiori disgrazie mondiali mai successe.
Per cui adesso, tutti quanti, alziamoci in piedi e rendiamo omaggio ad Anna, simbolo delle peggiori atrocità della storia. E che nessuno si permetta più di infangare la sua immagine.
Per concludere non tutto il male viene per nuocere, perchè questa triste storia della foto con Anna vestita con la maglia della Roma, ci ha dato modo di ricordare il suo diario e la tragedia dell'Olocausto, prendiamo quello che può diventare un atto positivo. Non bisogna mai dimenticare il passato e ricordarsi che c'è sempre qualcuno che, ignorante, vorrebbe tornare a periodi che andrebbero eliminati dalla mente umana.