Chi arriva fra Barreto, El Shaarawy, Álvarez, Rivas e Cristiano

Il dilemma della società è gli innesti finalizzati solo alla promozione in A o quelli utili anche per il prossimo campionato. Caratteristiche tecniche dei giocatori e capacità di inserirsi negli schemi di Ventura devono conciliarsi con il bilancio
30.12.2011 13:06 di  Elena Rossin   vedi letture
Chi arriva fra Barreto, El Shaarawy, Álvarez, Rivas e Cristiano
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Cairo e Comi hanno raggiunto a Malta la squadra e Ventura, però nel mini-ritiro c’è anche Petrachi quindi sono tutti presenti coloro i quali possono e debbono decidere quali rinforzi prendere, in modo che il Torino in scioltezza possa disputare il proseguimento della stagione e finalmente approdare in serie A non solo non passando dai play off, ma raggiungendo la matematica certezza anche prima dell’ultima giornata, come è giusto che sia, visto l’andamento del campionato e i valori delle altre contendenti.

Alla squadra granata servono due, al massimo tre innesti, per centrare l’obiettivo e devono essere focalizzati fra centrocampo e attacco perché Ventura ha bisogno di chi ha già dimestichezza con il suo modo di gioco - poiché a gennaio non si ha tempo per chi potenzialmente può passare da essere una sorpresa a diventare una rivelazione - ed è bravo nell’uno contro uno a saltare l’avversario per arrivare all’assist ed è anche capace a finalizzare l’azione realizzando qualche gol.

Barreto, El Shaarawy, Álvarez, Rivas e Cristiano sono tutti giocatori papabili, chi più chi meno, che corrispondono alla tipologia di giocatore che serve al Torino. Barreto, ventiseienne brasiliano dell’Udinese è un attaccante veloce e particolarmente abile nello smarcarsi sgusciando via da chi lo marca però  è un po’ discontinuo, infatti alterna partite di livello ad altre dove prevalgono le giocate individuali non sempre utili al gioco corale della squadra. El Shaarawy, diciannovenne promessa del calcio italiano, in forza al Milan ma in comproprietà con il Genoa, egiziano da parte di padre, per questo soprannominato il Faraone, e italiano da quella di madre, è un attaccante esterno sinistro, ma è capace di destreggiarsi anche come trequartista o seconda punta, ha un repertorio tecnico di buon livello e fiuto per il gol. La velocità, la forza fisica, la tecnica e la lucidità sotto porta lo portano a prediligere la posizione alle spalle di una punta fissa o completare un tandem d'attacco che gli apra gli spazi per i suoi inserimenti. Spesso il suo destro anche dalla distanza non perdona e sa essere preciso pure nel tiro in corsa. Álvarez, quasi trentaduenne (li compirà il diciotto gennaio) honduregno del Palermo, è un esterno destro che fa della velocità (capace di percorrere cento metri in meno di undici secondi) il suo punto di forza in quanto molto abile nello scatto e nel dribbling, ma pecca un po’ in fase realizzativa, all’occorrenza può essere schierato anche in difesa. Rivas, ventottenne argentino del Bari, esterno di fascia sinistra parecchio veloce e dotato di buona tecnica che gli permette di saltare con una certa facilità l’uomo nell'uno contro uno, poiché è dotato di buon dribbling. A completare il suo profilo vi sono indubbie doti caratteriali di determinazione e grinta. Cristiano, ventisettenne esterno sinistro dell’AlbinoLeffe, è un ambidestro cresciuto nel vivaio juventino, originario di Chivasso, duttile capace di ricoprire ruoli che vanno dal terzino all’ala, ama duettare con il compagno di fascia ed andare ad aggredire gli spazi in profondità, ma non è molto prolifico in fase realizzativa.

Se Barreto e Rivas potrebbero rientrare nella categoria dei giocatori che vengono presi anche in prospettiva serie A, El Shaarawy arriverebbe solo per finire la stagione in quanto il suo talento è tale che difficilmente Milan e Genoa vorranno privarsene nel futuro. In quanto ad Álvarez la sua età lo rende meno appetibile in prospettiva e Cristiano non ha alcuna esperienza nella massima serie. La dirigenza granata deve decidere se è meglio puntare su calciatori utili ai soli fini della promozione o ad altri che possano far parte dell’organico anche in serie A, perché l’incidenza a livello economico cambia come pure la modalità di approdo, in prestito o in comproprietà con eventuale diritto di riscatto, poiché gli acquisti a titolo definitivo al Torino non vanno per la maggiore e a gennaio non sono mai del tutto consigliabili.