Bianchi in ritiro poi si vedrà
Salvo un'offerta eccellente nei prossimi giorni (difficile), il bomber granata Rolando Bianchi partirà in ritiro con il Torino, poi si vedrà. Spiace doverlo considerare scomodo o vederlo ai margini della squadra, confidiamo nell'intelligenza ed esperienza di Ventura, che sappia accogliere anche quei giocatori che non fanno parte del suo programma con rispetto. Non vogliamo entrare nel merito tecnico o economico della situazione, non ci compete, anche se stride il fatto che un allenatore non ritenga indispensabile uno come Rolando Bianchi che in 108 match con il Torino ha segnato 56 gol, e la matematica, si sa, ha sempre ragione. L'ingaggio troppo alto è un problema, lo comprendiamo, ma vorremmo domandare a Cairo perchè tre anni fa ha siglato un ingaggio così alto, per di più lasciando i diritti d'immagine al giocatore. E' vero, Bianchi è arrivato al Toro in serie A, poi le cose sono precipitate ed il Toro è stato retrocesso, nessuno poteva prevedere queste ultime tristi stagioni, però se Cairo l'ha accolto con tutti gli onori degni di un grande campione, ora non può sbatterlo via come un oggetto indesiderato. Comunque sia l'anno scorso Pratali e Zanetti erano sul punto di partire e poi in ritiro hanno fatto ricredere Lerda, ora tocca a Bianchi far vedere a Ventura di essere indispensabile alla squadra. In ritiro magari avrà occasione di parlare con Cairo per guardarsi negli occhi l'un l'altro. I tifosi sono divisi, manco a dirlo, c'è chi minaccia di non fare l'abbonamento se il capitano andrà via, chi invece lo vede come il male del Toro, perchè con il suo lauto ingaggio non permette l'acquisto di altri rinforzi. Crediamo non sia così, se non sono ancora arrivati i giocatori richiesti non è certo per colpa di Bianchi, anche se la sua cessione non solo farebbe risparmiare i soldi dell'ingaggio, ma aiuterebbe a rimpingaure le casse granata. Bianchi, se parte, va sostituito ed uno di suo pari livello costa, a meno che non si voglia puntare su un giovane, ma uno dei più forti è andato al Milan, parliamo di Comi. Ma facciamoci anche un'altra domanda: un giovane può reggere al forte impatto di quella pressione che si vive a Torino e spesso è stata l'artefice di alcuni insuccessi?