Un libro in ricordo di Niccolò Galli

Il giovane è stato un anno nelle giovanili granata quando il padre fu portiere del Torino
18.01.2010 11:18 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Violanews/Gazzetta dello Sport
Un libro in ricordo di Niccolò Galli
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© foto di Federico de Luca

Aveva proposto un altro titolo. «Mi piaceva: "In attesa di ritrovarti". Sono convinto che avrò tanto tempo per stare con Niccolò». Il volto di Giovanni Galli si illumina. E’ questa certezza che gli ha dato la forza di andare avanti dopo la tragedia che, quella maledetta mattina del 9 febbraio del 2001, gli ha portato via il figlio Niccolò. Un ragazzo d’oro. Un potenziale campione. «L’editore (Rizzoli, ndr) ha preferito: "La vita ai supplementari". Va bene lo stesso». Nessun «perché» Commentatore, politico, capofamiglia ora anche scrittore. Giovanni Galli si riempie la giornata di impegni per scappare dai suoi pensieri. «Questo libro lo dedico a chi soffre. Ricordo una frase tipica di Niccolò: "Babbo, si barcolla ma non si molla". Non si molla ma è dura. A chi sta vivendo oggi quello che io ho vissuto nove anni fa dico: "Non domandatevi perché". Perché a lui, perché a noi, perché non è uscito di casa un secondo dopo, perché... E’ un tormento inutile. E attenti ad altre "trappole"». Tipo? «Non ho mai voluto ascoltare chi mi proponeva di parlare con i morti o chi mi suggeriva altre ipotesi assurde. La fede mi tiene in vita». Uno dei momenti più difficili è stato quando ha dovuto informare la piccola Carolina della morte del fratello. «Come si fa spiegare una cosa del genere a una bambina di 8 anni? Mi sono appigliato a una situazione che Carolina conosceva bene, in quanto il fratello della cuginetta, Lionello, è costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente stradale. Le ho detto: "Anche Niccolò ha avuto un incidente e Gesù mi ha detto che dovevo decidere se farlo andare da Lui o lasciarlo su una sedia a rotelle. Io ho detto a Gesù di prenderlo". Mi rispose: "Va benemanon ne voglio parlare". Un "silenzio" che è durato tanto tempo. Ora ha la voce del fratello nella suoneria del suo cellulare». La fondazione Niccolò Galli ha promosso tante iniziative. «L’ultima in Mali. Abbiamo realizzato un centro sportivo». Niccolò era un talento del calcio. «Il suo idolo era Nesta. Ma il suo vero amore era la Fiorentina. Quando giocava nell’Arsenal andò aWembley, mescolato con i tifosi viola, ad assistere alla vittoria della Fiorentina in Champions per 1-0, gol di Batistuta. Il suo sogno era quello di riuscire un giorno a vincere qualcosa con la maglia viola. Giocando perché era bravo, non perché era mio figlio. Ci sarebbe riuscito». Ha scritto: «Non ho mai pianto in pubblico ma quante lacrime ho versato mentre facevo la doccia». «Capita ancora oggi». A chi consiglierebbe il suo libro? «Ad alcuni giovani che mettono a rischio la loro vita. Bere, drogarsi, guidare in maniera spericolata: perché? Non è vero che le cose tristi succedono sempre agli altri». Nel suo libro si parla anche della vita di Giovanni Galli, campione di calcio. «Maho preferito dare spazio alle persone che ho incrociato piuttosto che ai miei successi. Racconto di personaggi minori della Fiorentina ma che nel mio cuore sono dei giganti. O dell’abbraccio di Gullit al termine della finale di Champions Milan-Benfica. Emozioni allo stato puro».