E' giunta l'ora del Toro
E' giunta l'ora del Toro: puntuale, precisa: il Maggio Granata sta arrivando e ci porta in dote la coscienza di quello che siamo e di quello che dobbiamo dimostrare a Noi stessi, tifosi, giocatori, dirigenti, Noi Granata tutti quanti. Per Noi che "non si voglia mai" si abbia un destino facilitato e ci sta anche, è giunta l'ora dicevo del Toro.
Il Maggio Granata è alle porte e la serie A è là distante sette passi e siamo in tre compagini adesso a disputarci il posto più alto, quello che dà la Coppa Ali della Vittoria che vorrebbe dire tornare in A da Campioni e vuole questo dire molto soprattutto in questo ennesimo anno macabro del calcioscommesse. E' giunta l'ora di mettere da parte ogni dissapore e remare tutti dalla stessa parte. Se il Toro incomincia a fare paura in ottica di serie A molto restaurata (vedi Juve), se il Sassuolo è la squadra del neo presidente di confindustria ed i soldini contano così come il prestigio così come contarono, vista la gestione arbitrale della finale play off, le pressioni del Brescia tre anni orsono, se la sentenza di Padova è imputabile ad un cavillo ben utilizzato in quanto cavillo, mettendo a nudo il senso di giusto della giustizia sportiva attuale che sconfessa cento anni di giurisprudenza sportiva, confermando il sentimento di ingiustizia che permea gli animi di nove italiani su dieci, se la voglia di chiuderla lì è frutto di un campionato confuso oberato da rinvii, posticipi televisivi, campionati europei alle porte e calendari da ridisegnare in fretta aspettando l'esito del calcioscommesse, se tanti punterelli son stati sperperati cammin' facendo con anche una certa leggerezza molto poco granata dai nostri personali mutandati, se se se....
Di fronte a questi se vi è una una sola certezza: il Toro deve meritarsi la A sul campo, terreno dove ha sempre sfidato le ingiustizie ed i potenti mettendo a nudo le loro malefatte riuscite o meno, è un terreno aulico superiore dove si sanno confrontare solo i grandi ed i ladri si dimostrano per quello che sono anche se la sfangano, dove questi si manifestano perdenti rifiutando un confronto onesto per paura di vivere, è un dover mantenere "la sbarra alta", un destino congenito di chi non sa raccontarsi balle, allora tutti uniti e pedalare e questa ultima volata ci permette di incontrare proprio: Sassuolo, Padova, Modena, dove togliersi "senza più", da squadra matura, tre sassoloni dalle scarpe, in modo da rimettere come si dice le pendole all'ora giusta e contribuire in maniera pulita a compensare, ma per davvero, con il concreto il calcio dei tavolini.
Noi non siamo piagnioni che rivogliono titoli tolti per spudorato illecito e che si forgiano col contributo dei media a servizio un vittimismo per trovare la forza di motivarsi: Noi siamo del Toro e se in questo campionato raramente si è veramente: sentito, capito, vissuto il Toro e mi riferisco alla squadra, come ai tifosi ed agli addetti ai lavori, è l'ora di svegliarsi e di ricordarsi dove siamo: in Italia, il paese più corrotto d'Europa e dove vivono milioni di persone oneste che la giustizia se la devono guadagnare, è giunta l'ora di essere Toro e gridare a squarcia gola: FORZA TORO e buttare dentro quel pallone anche con la propria personale capacità aspirante palloni, preghiere, personali fedi, amuleti, gambe contorte nello sforzo: questo è Toro, questo è quello che voglio per poter credere ancora nella forza buona degli Uomini.