Rossi: "Linea intelligente puntare sui giovani italiani"

03.10.2015 00:42 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alex Bembi per TorinoGranata
Rossi: "Linea intelligente puntare sui giovani italiani"
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© foto di Marco Farinazzo/TuttoLegaPro.com

Cresciuto al Filadelfia, conta quasi 150 presenze nel Toro e oltre 400 nei campionati professionistici in carriera: questo il biglietto da visita di Ezio Rossi, ex calciatore e oggi apprezzato allenatore. TorinoGranata.it lo ha intervistato in esclusiva, raccogliendo i suoi pensieri sul momento che vive la squadra che lo ha lanciato e riguardo la sua nuova avventura in panchina.

 

Erano tanti anni che il Toro non partiva così bene in serie A, tra i complimenti degli addetti ai lavori e l’orgoglio dei tifosi. Lei fa parte di entrambe le categorie, che giudizio dà al primo scorcio di campionato dei granata?

“Indubbiamente positivo. Come ha detto lei, era fin troppo tempo che la squadra non respirava aria di alta classifica ed è un momento che tutti i tifosi devono godersi a pieno, finché durerà. Questa squadra è stata costruita bene ed è allenata altrettanto bene da uno dei migliori tecnici italiani, ma nessuno può prevedere se e quanto potrà tenere questo ritmo. Io dico sempre che il Toro è una società da 5°-15° posto, ossia che a fine campionato qualunque posizione di classifica compresa tra quelle, dovrebbe essere ben accetta dai tifosi”.

 

Quindi predica prudenza nonostante l’inizio esaltante?

“Dico solo che arriveranno inevitabilmente delle battute a vuoto e l’ambiente dovrebbe restare compatto evitando contestazioni inutili, figlie magari delle illusioni dei primi risultati. Per chiudere nei primi tre posti servirebbe una stagione perfetta, senza nessun intoppo. In due parole: un miracolo. Ripeto, dalla quinta posizione in giù va tutto bene, tranne ovviamente le ultime quattro o cinque; un pericolo che non credo questo Toro possa correre”.

Cosa le piace di più di questa squadra?

“La forza di questa squadra sta nel gruppo. Apprezzo moltissimo la scelta di puntare su giocatori giovani e italiani. È una linea intelligente, in un campionato con troppi stranieri.”

 

In questo senso ha cambiato decisamente strategia il Presidente Cairo, dai primi mercati nei quali puntava su giocatori di “nome, ma sul finire della propria carriera. C’è lo zampino di Ventura dietro questo cambiamento di rotta o il Presidente ha imparato dai propri errori come ama ribadire spesso?

“Cairo è un grandissimo imprenditore, tutte le sue aziende funzionano al meglio e anche con il Torino sta ottenendo risultati positivi dopo alcune stagioni non brillanti. Si è affidato alle persone giuste e ora ne raccoglie i frutti. Il cambiamento di rotta mi pare già avviato da un po’ e la strada intrapresa è sicuramente quella giusta”.

 

Lei è uno dei “ragazzi del Fila”, impossibile non chiedere la sua opinione sulla tanto attesa ricostruzione dello stadio simbolo abbattuto nel 1997 e abbandonato a sé stesso, tra l’indifferenza di istituzioni e proprietà succedutesi alla guida del Torino.

“Pare che sia finalmente fatta e non posso che esserne entusiasta. In questi anni le polemiche sorte intorno al tempio granata mi hanno talmente disgustato che negli ultimi tempi, di fronte ad un articolo riguardante il Filadelfia, giravo letteralmente pagina. Quello è luogo speciale, davvero importante per tutto l’ambiente Toro: la sua rinascita sarebbe la classica ciliegina sulla torta della gestione Cairo”.

Veniamo a lei: come procede la nuova avventura al Casale?

“Molto bene. La dirigenza è seria, il progetto importante. Non avrei accettato di allenare in una categoria che conosco poco per nessun'altra piazza, ma una società gloriosa come il Casale ha un fascino particolare. Nemmeno a Cuneo, una città più grande e conosciuta c’è questa cultura calcistica. Ho fatto una scelta controcorrente, ma chi mi conosce non è stupito da questa mia decisione, sa che fa parte del mio carattere affrontare determinate sfide. Riguardo i risultati abbiamo iniziato un po’ in sordina ma ci siamo ripresi e veniamo da quattro successi che ci hanno rilanciato. L’obiettivo è riconquistare subito la serie D, la categoria minima nella quale una squadra come questa merita di stare, poi si vedrà”.

 

Con questo nuovo impegno, riesce ancora a trovare il tempo per seguire gratuitamente i ragazzini dell’Oratorio San Giorgio a Torino, dove aveva avviato un progetto interessante per le famiglie meno abbienti?

“Purtroppo no e mi dispiace. Come le dicevo, a Casale di dilettante c’è solo la categoria in cui si gioca. Formalmente siamo un gruppo di professionisti che si allena cinque volte la settimana e sono totalmente assorbito da questa nuova avventura”.

 

Avventura per cui facciamo a Ezio Rossi, vero cuore granata, il più grande degli in bocca al lupo.