Ricostruzione stadio Filadelfia: a che gioco si sta giocando?

Dalla demolizione dello stadio del Grande Torino sono trascorsi 5687 giorni. Qualche passo in avanti per la ricostruzione è stato fatto, ma l'apertura del cantiere è ancora un miraggio.
06.02.2013 12:17 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Ricostruzione stadio Filadelfia: a che gioco si sta giocando?
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Sono passati giorni, settimane, mesi e anni dal fatidico 10 aprile 1998, giorno in cui fu abbattuto definitivamente lo stadio del Grande Torino, e a distanza di quattordici anni nove mesi e ventisei giorni, o se si vuole dirlo in altro modo cinquemilaseicentottantasette giorni, non lo si è ancora ricostruito. Che vergogna! Parole, una valanga di parole e promesse, qualche fatto concreto, grazie quasi esclusivamente alle pressioni sulle istituzioni cittadine e sull’attuale società di calcio esercitate dai tifosi, e dell’apertura del cantiere manco l’ombra.

I passi in avanti già fatti sono: la costituzione della Fondazione Stadio Filadelfia; il concorso d’idee per il progetto di ricostruzione; l’inizio dell’iter per il riconoscimento giuridico della Fondazione e si attende che la Regione Piemonte dia una risposta definitiva in tal senso; la redazione da parte della commissione di tecnici di un progetto architettonico che ha tenuto conto di quelli presentati nel concorso d’idee; lo stanziamento da parte del Torino Fc di un milione di euro e l’impegno di accollarsi i costi di gestione e manutenzione dell’impianto; la messa a bilancio negli esercizi 2012-2014 da parte del Comune di Torino di tremilioni e seicentomila euro per la ricostruzione dello stadio con annesso centro sportivo; la votazione di una legge da parte della Regione che copra le garanzie fideiussorie e le successive rate del mutuo che verrà accesso dalla Fondazione. Che siano tutti passi fondamentali per vedere risorgere la casa del Toro è indubbio, però non bastano per aprire il cantiere.

Mancano ancora il progetto architettonico definitivo e la conseguente realizzazione preceduta dai bandi di concorso pubblici, non proprio bruscolini. Ieri ci sarebbe stata l’occasione per la riunione congiunta fra la Commissione sport del Comune e il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione, ma non è avvenuta e accadrà in una data da destinarsi perché il primo passo che deve essere fatto è la decisione se scegliere o no un soggetto unico che progetti e realizzi lo stadio del Grande Torino con annesso centro sportivo per la prima squadra granata. Questa scelta spetta in primis alla Fondazione il cui CdA avrebbe dovuto riunirsi fra pochi giorni, giovedì 14 febbraio, ma per impegni di alcuni consiglieri è stato richiesto uno slittamento di qualche giorno e solo dopo questa riunione potrà avvenire l’incontro con la Commissione sport del Comune.

Un piccolo impedimento, un intoppo burocratico e intanto i giorni inesorabilmente sono passati e continuano a passare, poi ci saranno le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio e si sa che ogni decisione si ferma prima dell’esito, nessuno lo ammette, ma è un dato di fatto in Italia quindi è ragionevole ipotizzare che anche questo mese di febbraio passerà senza che ci si avvicini in modo significativo al progetto architettonico definitivo, all’accensione del mutuo, al bando di concorso per l’appalto dei lavori e all’apertura del cantiere.
Si fa peccato a pensare male, ma spesso si indovina: allora c’è qualcuno che non vuole che il Filadelfia sia ricostruito e sta facendo di tutto per rallentare e rimandare alle calende greche? Intanto in questi quattordici anni nove mesi e ventisei giorni la Juventus si è costruita uno stadio di proprietà, un centro sportivo e presto ne edificherà un altro.
I tifosi del Toro non sono stupidi e vigilano con la massima attenzione sulla ricostruzione della loro casa e non si fanno abbindolare dalle parole e da chi all’apparenza dice di volere riedificare il Fila e poi in realtà agisce perché non venga ricostruito. Fatti concreti subito: 5687 giorni sarebbero troppi anche per la costruzione di una città, figuriamoci per uno stadio e un centro sportivo.