Quell’indefinibile confine che separa dalla gloria

I granata sono a tre punti dal Parma che è sesto e hanno gli stessi quarantotto della Lazio, prossimo avversario, e del Milan. La corsa all’Europa League è serratissima e dagli esiti ancora incerti.
15.04.2014 08:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Quell’indefinibile confine che separa dalla gloria
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

La domanda che si pongono tifosi e addetti ai lavori è: il Torino può farcela nell’impresa di raggiungere il sesto posto e quindi garantirsi l’accesso ai preliminari di Europa League? La risposta è fra le più difficili perché ci sono tante variabili e non tutte dipendono solo dai granata. Non prendendo neppure in considerazione altri infortuni, sono già stati fin troppi, ed errori arbitrali, anche in questo caso non sono mancati, anzi, il calendario sia del Torino sia delle altre squadre che lottano per lo stesso obiettivo Inter, Parma, Milan e Lazio - Atalanta e Verona sembrano aver ormai pochissime possibilità - non permette di fare conti facili, perché è micidialmente equilibrato e mette a confronto queste squadre con scontri diretti e con un  mix di formazioni quasi equamente divise fra meno forti e di eguale o di appena poco superiore capacità.

 

Non si tratta neppure di motivazioni perché il traguardo è prestigioso per tutte, persino per Inter e Milan che sono quelle squadre che bollerebbero la stagione come assolutamente negativa se non riuscissero a disputare l’Europa League. Quindi saranno i giocatori a fare la differenza, le due formazioni che avranno quelli con maggiore qualità e sorretti dalla migliore condizione fisica alla fine la spunteranno. In teoria quindi le squadre più avvantaggiate dovrebbero essere Inter, Milan e Lazio, ma il Torino non è da sottovalutare, perché ha più di un giocatore che è stato preso perché aveva margini di crescita e quindi se nell’arco della stagione avesse accumulato quelle conoscenze che gli permettono di passare dall’essere un potenziale buon giocatore al diventarlo, allora in queste ultime  cinque partite i granata potrebbero dimostrarsi anche superiori agli altri contendenti.

 

La linea fra il riuscire a fare la differenza o andarci solo vicino è sottilissima basta pensare che con il Genoa se la palla colpita di testa all’indietro da Glik si fosse infilata in porta forse un finale esaltante come poi è accaduto il Torino non lo avrebbe mai vissuto. In quel momento, il 54’, il risultato era inchiodato sullo zero a zero e sicuramente il polacco ha colpito così la palla per evitare pericoli, ma di fatto ha rischiato un clamoroso autogol poiché dava le spalle alla porta e di certo non si era accorto che il portiere era fuori dai pali. Da sottolineare che Padelli ha compiuto una prodezza per attenzione e capacità di rientrare sommata a un poderoso colpo di reni che ha impedito il peggio e che non ha un valore inferiore a uno dei gol realizzati poi nel finale da Cerci e Immobile. Situazioni come queste sono episodi che condizionano nel bene o nel male una partita. Senza quest’episodio positivo è ben improbabile che il Torino avrebbe avuto l’opportunità di presentarsi sabato prossimo all’Olimpico di Roma al confronto con la Lazio in una situazione di assoluta parità di punti in classifica. Parte della differenza l’ha fatta Padelli, giocatore che era stato preso in estate in regime di svincolo dall’Udinese e che in Friuli non giocava titolare.

 

Ecco che quindi diventa fondamentale che nelle ultime giornate venga fuori il valore di tutti i giocatori, anche di quelli che non sempre sono riusciti a fare la differenza. Non basterà affidarsi a Cerci e Immobile a Darmian e a Moretti. Vives dovrà essere impeccabile come lo è stato molte volte quest’anno e non incappare in una giornata no come gli è accaduto domenica, El Kaddouri non dovrà solo mettere lo zampino in un buon passaggio che potrà favorire il gol di qualche compagno, ma dovrà garantire qualità e sostanza per tutta la partita, Glik piuttosto spari la palla in tribuna evitando di far venire un mezzo infarto al suo portiere e a tutti i tifosi, Cerci e chiunque altro ci pensino mille volte prima di farsi ammonire per troppa gioia o qualche altra ingenuità, Vesovic non si lasci intimorire dalla poca assiduità con il calcio italiano e sfoderi tutto il suo repertorio e così tutti gli altri. Ventura poi eviti di girarsi verso la tribuna e di apostrofare con epiteti negativi (non ammissibili neppure dall’adrenalina provocata dalla gara) qualche tifoso che non la pensa come lui, si ricordi che fra gli spettatori ci sono anche bambini che potrebbero essere per età suoi nipoti e non è giusto che assistano a certe scene. Nessuno non riconosce i meriti di Ventura al Torino anche se in qualche occasione l’ha criticato, diritto sacrosanto in un regime democratico, nel calcio sono cose che capitano e lui lo sa benissimo, quindi dall’alto della sua pluridecennale esperienza provi a pensare che non si trova circondato da detrattori, ma nella maggior parte semplicemente da interlocutori che vorrebbero dialogare con lui nel rispetto reciproco delle sue e delle loro opinioni, sempre meglio una sana critica che una falsa adulazione che diventa una pugnalata alle spalle alla prima difficoltà.
Il Torino può sicuramente lottare per il sesto posto e aggiudicarselo se tutti, proprio tutti, riusciranno a fare la differenza in positivo.