Per il Torino con l’Udinese parte la “sfida”: quindici punti in cinque partite

Con l’Udinese inizia un mini ciclo utile per eliminare le fragilità e testare il carattere e la determinazione della squadra e anche dei singoli.
31.03.2017 10:43 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Per il Torino con l’Udinese parte la “sfida”: quindici punti in cinque partite
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Udinese, Cagliari, Crotone, Chievo e Sampdoria sono cinque partite che il Torino dovrà affrontare come un mini ciclo che lo deve portare a superare tutte le fragilità che lo hanno caratterizzato fin qui. Gli avversari sono tutti assolutamente alla portata, quindi, non ci sono alibi e l’impresa è fattibile. Aumentare il rendimento in trasferta portandolo ai livelli di quello delle partite casalinghe, gestione oculata della gara, massima concentrazione per tutto l’arco del match senza cali di tensione, coraggio nelle scelte delle giocate, precisione nei passaggi, attenzione nelle chiusure, sfruttare i movimenti senza palla, cinismo sottoporta e reciproco aiuto sono tutti aspetti che dovranno essere tenuti in considerazione se il Torino vorrà diventare una squadra di livello superiore.

Il futuro inizia oggi, anche se è vero che nella prossima stagione non tutti gli attuali giocatori granata continueranno la loro avventura indossando questa maglia. A prescindere da chi ci sarà ancora e da chi andrà via, è interesse di tutti dimostrare che si vale e per farlo non c’è occasione migliore del battere avversari che sono alla portata. In palio ci sono quindici punti e vanno conquistati punto e basta. Con tutto il rispetto per i giocatori di Udinese, Cagliari, Crotone, Chievo e Sampdoria l’organico del Torino non è da meno, anzi è superiore. Nessuna di queste squadre ha il portiere titolare di una Nazionale prestigiosa come l’Inghilterra, il Torino invece sì perché ha Hart. Nessuna di queste squadre ha l’attuale capocannoniere della serie A, il Torino invece sì perché ha Belotti. Nessuna di queste squadre ha un fantasista di grande talento, il Torino invece sì perché ha Ljajic. Ma il Torino non ha solo questi tre giocatori ha anche tanti altri che possono contribuire a fare la differenza come gli esperti Castan, Moretti, Rossettini, Molinaro, Valdifiori, Maxi Lopez e De Silvestri, oppure gli emergenti Benassi, Zappacosta, Falque, Baselli, Barreca, Acquah e Iturbe o i giovani di prospettiva come Lukic, Boyé, Gustafson e Cucchietti, ma persino chi è più ai margini, per un motivo o per un altro, se sta bene fisicamente può essere utile alla causa come Avelar, Padelli, Ajeti, Obi e Carlão.

Il Torino non è inferiore a Udinese, Cagliari, Crotone, Chievo e Sampdoria e in queste cinque partite ha la grande opportunità di mettersi alla prova, sia come squadra sia come singoli giocatori, per superare tutte le fragilità che l’hanno fatto passare dal provare a conquistare un posto per l’Europa League al ritrovarsi senza veri obiettivi. Anche quando sembra che non ci sia altro da fare che terminare la stagione vivendo un tranquillo, ma anche noioso, finale di campionato si possono trovare stimoli e traguardi da raggiungere: quindici punti nelle prossime cinque partite. Una “sfida” di questo tipo sicuramente stuzzica mister Mihajlovic, stuzzicherà anche tutti i giocatori?