Passi avanti di Cairo e se alle parole seguiranno i fatti è la svolta

Le linee guida per il mercato estivo tracciate da Cairo sono macigni che lo obbligano a tenere fede alle parole pronunciate. La chiarezza e la determinazione del presidente sono apprezzabili e ancor di più se si concretizzeranno.
19.05.2015 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Passi avanti di Cairo e se alle parole seguiranno i fatti è la svolta
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Non capita spesso che il presidente di una squadra di calcio parli in modo esplicito esponendosi a tal punto che se alle parole non seguiranno i fatti finirà per essere inevitabilmente contestato. I tifosi del Toro non possono non aver apprezzato quello che Cairo ha detto al termine della partita con il Chievo, prima riconoscendo gli errori fatti nell’ultimo mercato estivo e poi sul futuro dell’allenatore e di Maxi Lopez e sulle intenzioni relative alle eventuali cessioni dei giocatori che hanno maggiori richieste in Italia e all’estero, ossia Darmian, Glik, Peres e Maksimovic.   

 

Ventura ha un contratto fino a giugno 2016 e poiché nel Torino ha fatto bene, come non gli era mai capitato prima in carriera, e il Torino con lui in panchina ha ottenuto di togliersi dalla serie B, di ritornare a giocare in Europa e di stabilirsi fra le squadre che lottano fino alla fine per un posto nelle coppe internazionali, resta ad allenare la squadra granata. Per quello che riguarda il rinnovo ci sarà tempo per discuterne nel corso della prossima stagione, prima della scadenza, com’è già accaduto in passato.

Maxi Lopez era già nel mirino della società e dello stesso presidente prima che arrivasse a gennaio, quando il giocatore non era in grande spolvero, sta facendo bene e in più di un’occasione ha detto che resterebbe volentieri in granata, quindi il Torino eserciterà l’opzione per tenerlo anche nella prossima stagione e farà in modo d’accontentare le richieste del giocatore.

Darmian, Glik, Peres e Maksimovic sono i giocatori che più di tutti hanno richieste da parte di altre società e se le offerte soddisferanno il Torino e se i giocatori chiederanno espressamente di andare via allora il Torino li cederà, ma le trattative dovranno concludersi entro il 30 giugno altrimenti saranno tolti dal mercato, tanto più che tutti hanno contratti fino al 2017 o 2018 e che la società non ha problemi finanziari, quindi non ha l’esigenza di fare cassa vendendoli. Diciamo pure che il termine del 30 giugno può anche essere spostato di qualche giorno, sarebbe invece perentorio se il Torino arrivasse sesto e dovesse iniziare la preparazione estiva come l’anno scorso il primo luglio per affrontare adeguatamente i turni preliminari d’Europa League. Se non ci fosse l’impegno della fase che precede la coppa vera e propria il termine per le trattative dei giocatori eccellenti potrebbe essere spostato fino al momento dell’inizio del ritiro, che è già stato fissato per il 12 luglio a Bormio, tenendo conto che nei precedenti quattro-cinque giorni la squadra sarà già al lavoro per effettuare test atletici dopo la pausa per le vacanze, si può ragionevolmente dire che i big saranno tolti dal mercato dal 6-7 luglio. Questo farebbe si che la preparazione della stagione avvenisse con certezze assolute su chi rimane.

 

Le linee guida tracciate da Cairo per il mercato estivo danno certezze sugli intenti e le parole usate sono quelle che ci si aspetta di sentire da un imprenditore che sa quello che bisogna fare e dove vuole arrivare. Non è stato un discorso vago e con frasi che di solito si sentivano pronunciare da altri suoi dipendenti e che nell’ultimo periodo troppo spesso Cairo aveva fatto sue finendo per dare l’impressione di adeguarsi senza essere lui a tracciare la rotta. Quasi avesse troppe altre cose da fare che occuparsi in prima persona del Torino ritagliandosi del tempo solo per avere i conti in ordine, questione fondamentale che sta alla base di tutto, ma che non garantisce da sola il raggiungimento degli obiettivi, e lasciando il resto, oneri e onori compresi, agli altri dirigenti, senza poi poter chiedere loro conto se i traguardi non fossero stati raggiunti. Il Torino fino a domenica pomeriggio sembrava un esercito con buoni comandanti privo però del suo re, oggi dà un’impressione diversa, con il capo supremo che è tornato al comando.

 

Discorsi molto chiari quelli di Cairo e non soggetti a interpretazioni o smentite sul fronte di chi resta, quindi l’attenzione dovrà essere spostata su eventuali sostituti dei partenti che non dovranno essere calciatori scommessa per giovane età o per curriculum non brillante nelle ultime stagioni, ma degni eredi di chi andrà via. A questo è doveroso aggiungere che la squadra va potenziata, anche se tutti gli attuali top player granata restassero, in modo da renderla assolutamente competitiva su più fronti con l’obiettivo di arrivare in campionato in un posto utile per l’Europa, senza trascurare la Coppa Italia e nel caso l’Europa League. L’attenzione resta dunque altissima sulle mosse che saranno effettuate da Cairo e da Petrachi in sede di mercato estivo.
Le premesse sono eccellenti e se alle parole seguiranno i fatti, nella direzione tracciata, si potrà affermare che c’è voluto del tempo, ma Cairo ha imboccato la strada giusta per riportare il Torino fra le migliori squadre in Italia e in Europa. Magari fra qualche anno si arriverà ad affermare che il vero artefice della rinascita granata è proprio lui, Urbano Cairo, che ha saputo, non senza sforzi e qualche errore, trovare il giusto assetto anche nel calcio e non solo nelle sue altre attività imprenditoriali. Il trenta giugno o anche il sei o sette luglio arriveranno presto e i fatti smentiranno o confermeranno, è pacifico che la chiusura del mercato estivo sarà la deadline nei fatti delle parole presidenziali.