Mihajlovic: “La mia squadra con l’Udinese ha fatto quello che avevo chiesto, sono contento”

02.04.2017 18:19 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Mihajlovic: “La mia squadra con l’Udinese ha fatto quello che avevo chiesto, sono contento”
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© foto di Federico Gaetano

L’allenatore del Torino, Sinisa Mihajlovic, in conferenza stampa ha commentato il pareggio con l’Udinese. Ecco che cosa ha detto:

Per le occasioni che ha creato e la prestazione offerta nel secondo tempo il Torino avrebbe meritato di vincere, ma perché la squadra gioca bene solo dopo che è andata in svantaggio?

“Prima di tutto dico che sono felice per il carattere, il cuore e la voglia di recuperare la partita che ha avuto la squadra poiché avremmo meritato di vincere. Abbiamo sempre fatto la partita e abbiamo avuto più del settanta per cento di possesso palla, abbiamo preso tre pali e avuto diverse occasioni e nell’ultima mezzora abbiamo giocato in una porta sola. Sicuramente sarebbe stata un’ingiustizia perdere questa partita e, al di là del risultato, conta lo spirito conta lo spirito e il coraggio, caratteristiche che piacciono a me e ai tifosi. No ci sono dubbi che dobbiamo correggere gli errori e le ingenuità che ci hanno fatto prendere i due gol. Sapevamo che sarebbe stata una partita ostica perché l’Udinese è una squadra molto fisica, tosta, organizzata, che fa intensità a metà campo, che si chiude e poi riparte. Sicuramente potevamo gestire meglio la partita, una volta andavamo in vantaggio e poi ci facevamo rimontare adesso magari andiamo in svantaggio e poi siamo noi che recuperiamo. Caratterialmente siamo migliorati sotto questo aspetto, anche se poi ci manca sempre qualche cosa, ma ci vuole tempo, però, quello che ho chiesto ai miei giocatori l’ho ottenuto e come ho detto mi è piaciuto il carattere e la voglia di recuperare la partita. Abbiamo tentato di vincere nonostante fossimo andati in svantaggio quando mancavano venti-venticinque minuti alla fine e anche cambiando e mettendo cinque punte in campo i ragazzi sono stato bravi perché hanno mantenuto il giusto equilibrio andando a pressare l’avversario, non perdendo la testa e giocando e forse il nostro terzo gol era regolare, però, ho visto le immagini e capisco che non è facile giudicare e prendere una decisione giusta e se il fuorigioco c’era era millimetrico. Forse in questi casi sarebbe meglio lasciare andare, lo dico nel bene e nel male, anche nel caso capitasse in modo sfavorevole alla mia squadra. Ci sta. Mi dispiace perché i ragazzi avrebbero meritato di vincere questa partita”.

La posizione assunta da Ljajic nel secondo tempo e negli ultimi venti minuti in particolare gli ha dato più libertà e lui ha giocato meglio. Come giudica la prestazione del suo giocatore? Per il futuro si può immaginare un Torino con un fantasista e due punte vere?

“Il primo cambio quello di Falque è stato obbligato perché aveva preso una botta e questo ci ha tolto un cambio, ma comunque prima o poi avrei mandato in campo Iturbe. Poi siamo passati al 4-2-3-1 (tolto Lukic e inserito Boyè) con Ljajic dietro alle punte e in seguito abbiamo messo anche un altro attaccante (Maxi Lopez al posto di Baselli) e praticamente Ljajic è stato spostato a centrocampo. Abbiamo giocato con cinque punte e se ne avessi avuta un’altra in panchina l’avrei fatta entrare, non ci sono dubbi. Il ruolo di Ljajic è quello, non dico a centrocampo che ci va in situazioni estreme, ma sicuramente dà il meglio di sé come trequartista. Sta più nel vivo del gioco, ha dribbling, sa dare la palla, può tirare e questa è un’opzione che da qui alla fine del campionato utilizzeremo. Abbiamo provato anche il 4-2-3-1 con uno dietro le punte. Iturbe adesso sta bene e Falque anche, la botta che ha preso non credo sia una cosa grave, quindi è un’opzione che possiamo utilizzare. Il prossimo anno si potrà provare il 4-3-1-2, ma dipenderà dai giocatori che ci saranno in rosa perché si cerca sempre di attuare un sistema di gioco che rispecchi al meglio le caratteristiche di ogni singolo giocatore. Come cambio sarebbe anche meno difficile perché il reparto difensivo e quello del centrocampo rimarrebbero comunque formati da quattro e tre giocatori e cambierebbero solo gli attaccanti che sarebbero messi in maniera diversa con una punta in più e Ljajic dietro. Questa era una delle opzioni che io avevo in mente anche prima, ma purtroppo non abbiamo mai avuto Maxi Lopez a disposizione per il solito problema che tutti conoscono (il sovrappeso, ndr) mentre adesso anche questa può essere un’opzione per questo finale di stagione. In futuro si vedrà, è un sistema di gioco che piace molto a un presidente, il vecchio Berlusca (sorride, ndr), lui sicuramente sarebbe contento”.

Chi ha fatto la precedente domanda dice che non aveva pensato a questo e Mihajlovic ribatte:

“Io, invece, ci penso sempre quando parlo del 4-3-1-2 (ride, ndr) e la prima persona che mi viene in mante è Silvio Berlusconi e mi viene anche sempre da sorridere”.

Il pareggio con l’Udinese è un punto guadagnato o due persi?

“Stavamo perdendo due a zero a venti-venticinque minuti dalla fine perciò era difficile rimettere la partita in sesto. In verità non saprei dire se sono stato due punti persi o uno guadagnato per tutto quello che avevamo fatto e per il fatto che se nel primo tempo avessimo fatto girare la palla più velocemente e cercato l’imbucata più rapidamente, ma non ci siamo riusciti mentre nel secondo lo abbiamo fatto meglio. Al di là di tutto, però, avremmo meritato di vincere per quello che abbiamo creato e per come abbiamo giocato, per le occasioni che abbiamo avuto, per i tre pali, poi, quando si è in svantaggio di due gol non è neppure facile pareggiare. Comunque per quello che ho visto e per il mio modo di pensare sono due punti persi, ma ribadisco che non posso dire nulla ai miei ragazzi perché oggi hanno fatto quello che gli ho chiesto, l’ho detto alla vigilia che quando in campo si sputa l’anima bisogna rispettare i giocatori al di là del risultato. Diciamo che oggi hanno fatto la stessa prestazione che avevano fatto con l’Inter, così come avevo chiesto e mi aspetto di vedere altrettanto con il Cagliari”.

Maxi Lopez può essere schierato titolare e non solo essere utilizzato da subentrante?

“Come ho detto, è una soluzione che ci può stare. All’inizio quando parlavo con Maxi gli dicevo che avevo bisogno di lui e che doveva dimagrire perché se lo faceva avrei anche cambiato il sistema di gioco e avrei proposto il 4-3-1-2 perché le caratteristiche di Ljajic sono perfette per stare dietro a due punte forti fisicamente come sono lui e Belotti. Quest’idea mi stuzzicava, ma purtroppo fino a qualche tempo fa Maxi non mi ha dato la possibilità di usare quest’opzione, vedremo da adesso fino alla fine. Dipenderà anche da quale sarà la forma degli esterni. E’ comunque una soluzione che si può provare dall’inizio della partita, ma anche a gara in corso”.

Queste soluzioni differenti passano anche dall’avere un giocatore in mezzo al campo come Acquah che ha caratteristiche fisiche più muscolari e quindi anche in prospettiva futura servono calciatori con una struttura fisica di un certo tipo?

“Giocando con il 4-3-1-2 servono due interni di centrocampo che abbiano gamba e fisicità perché non avendo attaccanti esterni e centrocampisti esterni sono loro quelli che devono uscire sulle fasce e poi tornare indietro. Si è più scoperti, ma anche più offensivi. Dipende anche molto dai centrocampisti, dal tipo di centrocampisti che si hanno. Comunque Acquah, Benassi, Baselli e lo stesso Lukic e Obi, quando è a disposizione, sono tutti giocatori che hanno caratteristiche che possono anche fare tranquillamente il 4-3-1-2”.

Oggi Acquah ha dimostrato di stare bene e di fare quello che serviva, concorda?

“Sì, ha fatto bene. Di Acquah sono sicuro perché so che quando va in campo dà tutto quello che ha. Tecnicamente non è al livello di Baselli e di Benassi, ma fisicamente è superiore a loro. Dipende, però, sempre dal tipo di partita, dagli avversari che si affrontano e dalla forma che hanno tutti. E’ un giocatore affidabile che nelle ultime due patite ha avuto l’opportunità di giocare e ha fatto bene sotto tutti i punti di vista. Quello che chiedo a lui è di giocare semplice e fare due tocchi, proporsi e fare legna a metà campo. Ed è quello che sta facendo”.

Sul due a due per un attimo ha penato a quello che ha fatto il Barcellona quando ha rimontato sul Paris Saint Germain?

“No, sinceramente avevo altre cose a cui pensare. Non mi è venuta in mente quella partita, anche se ci credevo nella rimonta quando abbiamo segnato il primo gol e mancavano quasi venticinque minuti e mi sono detto che sarebbe potuto succedere di tutto perché l’Udinese aveva arretrato un po’ il baricentro e noi abbiamo avuto occasioni per andare in vantaggio e per vincere, ma purtroppo non ci siamo riusciti, però, come ho detto, l’atteggiamento, lo spirito e il coraggio e quello che avevo chiesto e avrei voluto vedere l’ho visto”.

Da allenatore o anche da giocatore le era mai capitato di prendere tre pali in una stessa partita?

“Sì, mi era capitato anche l’anno scorso con il Milan e sempre affrontando Delneri (risate generali, ndr) e anche quella volta avevo pareggiato, avevamo persino preso sue pali nella stessa azione”.

Iago Falque ha preso solo una botta?

“Sì, sul fianco. Non penso che sia grave”.

Lei ha infuso coraggio alla sua squadra quando ha inserito altri due attaccanti, mentre Delneri forse nei cambi è stato conservativo passando troppo presto al 5-3-2?

“Non voglio mai commentare le scelte dei miei colleghi, ognuno vede il calcio a modo suo, quindi lui l’ha visto così e ha agito di conseguenza. Rispetto molto i colleghi e se ho qualche cosa da dire a loro lo faccio a quatt’occhi. Con lui mi sono chiarito per ciò che aveva detto nella conferenza stampa prima della partita sul Torino, ha capito di aver sbagliato e ha chiesto scusa. Ho grande rispetto per Delneri perché è una persona per bene ed è uno che da tanti anni sta nel calcio italiano. Ho grande rispetto per lui come per tutti i colleghi, è difficile che ci sia qualcuno che mi sta sulle scatole, uno  o due ci sono, ma non lui. Non commento mai le decisioni dei miei colleghi”.

Chi sono quelli che le sono antipatici?

“Loro lo sanno (risate generali, ndr). Glielo faccio capire e loro lo sanno. Purtroppo sono uno che non riesce a nascondere se uno mi sta sulle scatole glielo faccio capire, così come se uno mi sta simpatico. Sono fatto così”.