Mihajlovic: “I giocatori sanno quello che li aspetta se non fanno ciò che devono”

19.03.2017 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Mihajlovic: “I giocatori sanno quello che li aspetta se non fanno ciò che devono”
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

L’allenatore del Torino, Sinisa Mihajlovic, ha commentato in conferenza stampa il pareggio con l’Inter. Queste le sue parole:

E’ soddisfatto della prestazione della squadra oppure c’è più rimpianto per la vittoria che è sfumata?

“Sicuramente è stata una bella partita e sono contento per la prestazione, per il carattere e per l’intensità che abbiamo messo in campo e si è visto il Torino che piace a me e ai tifosi. Abbiamo giocato alla pari contro una grande squadra e avremmo meritato anche qualche cosina in più visto che i loro due gol sono arrivati per due nostri errori, è stata, forse, l’unica pecca della partita. Nelle ultime partite che mancano dovremo continuare a giocare con questa intensità e, soprattutto, con questo carattere non solo in casa ma anche fuori casa”.

La prova di carattere con l’Inter è stata importante ed è durata per tutto l’arco della partita, crede che ci sia stata una svolta e che nei giocatori sia scattato qualche cosa per disputare le ultime nove partite in questo modo?

“Penso che soprattutto qualche cosa sia scattato in settimana per quello che ci siamo detti e in particolare perché sanno quello che li aspetta se non fanno ciò che devono”.

Acquah, forse, ha fatto la migliore partita da quando è al Torino, Molinaro dopo l’infortunio sta bene, sente di aver dato spazio agli uomini gusti?

“Acquah ha fatto una grande partita, generosa, di qualità e quantità e un gol, lo stesso hanno fatto Baselli e Lukic e anche la difesa ha fatto bene e tenuto bene la forza dell’Inter. Se così non fosse stato non avremmo potuto disputare una gara come abbiamo fatto e pareggiarla e anche vincerla, quindi, sono stati tutti bravi”.

Alla fine del primo tempo ha avuto un diverbio con Ljajic, che cosa è successo?

“So che nelle sue caratteristiche non c’è molto la fase difensiva, ma non posso accettare che un giocatore va via a un metro e lui lo guarda e magari toglie la gamba in un contrasto. Proprio non posso accettare questo. So che non è la sua migliore caratteristica e non ha questo fra le sue qualità, però, deve farlo perché tutti gli altri lo fanno e, quindi, deve farlo anche lui. Alla fine l’ho tolto perché era stanco non perché avesse fatto qualche cosa di male però …”.

Quando ha tolto Ljajic il giocatore è andato direttamente negli spogliatoi, per il vostro regolamento questo comporta qualche cosa?

“Non conosco il regolamento. Nessuno è contento quando esce e in vita mia non ne ho ancora visto uno contento in queste situazioni, quindi, si può essere arrabbiati con se stessi, con l’allenatore, con il pubblico, con gli avversari … non so, però, se il regolamento prevede qualche cosa e giusto che ci siano dei provvedimenti. Come ho già detto in altre occasioni, non c’è nessun problema, sono abituato a parlare sempre in faccia con chiunque e dire ciò che penso e quello che dico a voi l’ho detto anche a lui alla fine del primo tempo: il suo comportamento non mi è piaciuto e se anche so che non è nelle sue caratteristiche difendere deve lottare se vede che tutti gli altri dieci lo fanno. Non è che Ljajic non lotti o che non abbia eseguito i compiti difensivi, l’ha sempre fatto in tutte le partite, ma certe volte bisogna mettere la gamba o comunque anche aiutare i compagni e con l’Inter non l’ha sempre fatto per questo mi sono arrabbiato. Con Ljajic non c’è nessun problema, l’ho voluto io al Torino, gli voglio bene e tutto quello che faccio è per il suo bene e di tutti noi, non c’è niente di personale”.  

A pare gli errori di Hart che nessuno si aspetta, c’è la positività che rimane dopo una tale prestazione. Con l’Inter si è tornati alle belle partite viste a inizio stagione, ma allora che cosa è successo nei mesi precedenti?

“Come avevo detto nella conferenza di presentazione della partita, di tutto questo il primo responsabile sono io perché sono l’allenatore e non cerco scuse e ho spiegato anche il mancato equilibrio fra le prestazioni in casa e fuori. Il reparto offensivo è stato arricchito con più uomini e tranne le prime partite li abbiamo sempre avuti tutti a disposizione e non a caso siamo il quinto attacco della categoria. Il reparto difensivo è stato quello che ha subito le maggiori modifiche e si sono aggiunti anche infortuni che ci hanno penalizzati, Castan è fuori da due mesi, Molinaro è alla prima partita dopo venticinque giornate che è stato fuori, Carlão non ha mai giocato e non abbiamo ricambi e sicuramente le colpe sono per prime le mie, ma non siamo neanche stati fortunati. Lo stesso discorso vale per il centrocampo, Valdifiori è da due mesi fuori, Obi, che è importantissimo per il nostro tipo di gioco, è più fuori che dentro e se avessimo avuto questi due giocatori sicuramente avremmo avuto più equilibrio e maggiori possibilità di gestire le gare, ma purtroppo non è successo. Per quello che è successo il primo responsabile sono io e mi prendo tutte le colpe, non ho problemi. Sappiamo quello che ci siamo detti in settimana e i ragazzi sanno che se giocano con questo spirito, intensità e carattere possono anche perdere, a me il risultato non interessa perché conta la prestazione, ma non mi piace come si è giocato in certe partite e adesso dobbiamo continuare a giocare con questo carattere anche fuori casa”.

Quando dice “la colpa è mia, il primo responsabile sono io” non ha paura di creare alibi ai suoi giocatori che poi possono pensare che tanto è colpa del mister e noi non siamo responsabili?

“No, non ti preoccupare”.