Lo dicono i numeri che il Torino può e quindi deve battere il Palermo

Confrontando granata e rosanero tutte le statistiche indicano una superiorità della squadra di Mihajlovic rispetto a quella di Diego Lopez.
03.03.2017 11:49 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Lo dicono i numeri che il Torino può e quindi deve battere il Palermo
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Basterebbe solo guardare la classifica per dire che il Torino ha le carte in regola per battere il Palermo, infatti, tra le due squadre ci sono ben ventuno punti di differenza e questo significa inevitabilmente che la qualità delle due rose è molto diversa. Se, però, non ci si vuole soffermare solo sul dato più clamoroso, si può approfondire andando a confrontare il rendimento di granata e rosanero e nello specifico quello rispettivamente in casa e in trasferta poiché la gara di domenica sarà disputata al Grande Torino. Indubbiamente la squadra di Diego Lopez rende di più lontano dal Barbera perché in trasferta ha racimolato dieci dei quindici punti in totale che ha, ma anche il Torino in casa ha dimostrato di essere ben più forte che lontano dalle mura amiche incamerando venticinque dei trentasei punti che fin qui ha conquistato. Per la squadra di Mihajlovic giocare in casa ha voluto dire vincere sette volte (Bologna, Roma, Fiorentina, Cagliari, Chievo, Genoa e Pescara), pareggiare quattro (Empoli, Lazio, Milan e Atalanta) e perdere una (Juventus) realizzando ventinove gol su quarantotto e subendone sedici su quarantadue. Il Palermo in trasferta è riuscito a vincere due volte (Atalanta e Genoa), pareggiare quattro (Inter, Crotone, Sampdoria e Napoli), e perdere sette (Roma, Cagliari, Bologna, Fiorentina, Empoli, Sassuolo e Juventus) facendo quindici reti su ventidue e incassando ventisette gol su cinquanta.

Se, poi, si vuole entrare ancor più nello specifico e dare uno sguardo alle statistiche riportate sul sito della Lega serie A nella top quindici dei marcatori il Torino ha Belotti con diciannove gol e Falque con dieci, mentre il Palermo ha il solo Nestorovski con dieci. Nella graduatoria degli assist man Falque ne ha fatti undici di cui cinque vincenti, Ljajic sette con cinque serviti a un compagno per andare in gol, Boyé, Benassi e Zappacosta sette con due vincenti, Belotti sette e uno decisivo, Valdifiori sei ma nessuno sfruttato a dovere, mentre per il Palermo fra i primi cento giocatori del campionato italiano compaiono i soli Nestorovski con sette dei quali tre vincenti e Diamanti sei con quattro utilizzati da un compagno per segnare. Per quel che riguarda la classifica delle palle recuperate, tenendo conto dei primi duecento posti, Baselli è il primo dei granata con sessantuno seguito da Valdifiori cinquantaquattro, Zappacosta cinquantuno, Rossettini e Benassi quarantasei, Barreca quarantaquattro, Moreti trentacinque, Falque trentaquattro, Belotti e Castan trentuno, mentre il primo dei rosanero è Cionek con sessantadue (una in più di Baselli) e poi vengono Aleesami con quarantanove, Henrique quarantacinque, Gazzi quarantaquattro, Rispoli quarantadue, Chochev quaranta, Jajalo trentanove, Andelkovic trentuno e Goldaniga ventinove. Infine i tiri in porta, sempre tenendo conto delle prime duecento posizioni, il Torino ha Belotti con trentasei, Falque ventitré, Ljajic ventidue, Benassi quattordici, Baselli undici, Boyé sei e Zappacosta quattro, mentre il Palermo ha Nestorovski con ventotto, Diamanti e Rispoli otto, Chochev e Henrique sette, Sallai e Balogh cinque e Jajalo quattro.

I numeri sono inequivocabili e dicono chiaramente che il Torino può battere il Palermo e se non lo farà sarà solo per demeriti suoi, con tutto il rispetto parlando per i rosanero che stanno indubbiamente vivendo una stagione molto difficile e che si ritrovano anche con il presidente Zamparini dimissionario e un passaggio di società in corso. Al Torino più che la vittoria, da considerarsi per quanto analizzato scontata, si deve chiedere una prestazione convincente senza cali mentali dal primo all’ultimo secondo della partita e una concentrazione che faccia restare la porta di Hart inviolata e il portierone inglese spettatore non pagante. Questa è la sfida che deve porsi la squadra di Mihajlovic, sfida, ovviamente, che deve essere vinta.