LIVE Juric: "La squadra è sempre sul pezzo. Il gioco del Bologna mi ha impressionato più di tutti. I tifosi non si accontentano e spingono e dovrebbero essere anche più intensi nel farlo"

02.05.2024 09:55 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin
Ivan Juric
Ivan Juric

Il Torino con la sconfitta con l’Inter ha di fatto detto addio alla possibilità di piazzarsi in un posto utile per disputare gli spareggi per la Conference League mancando solo più quattro partite alla fine del campionato ed essendo al 10° posto a quattro punti da Napoli e Fiorentina, con quest’ultima che deve però anche recuperare la gara con l’Atalanta. L’aritmetica non esclude del tutto i granata, ma la situazione è diventata davvero complicatissima.  
L’allenatore del Torino, Ivan Juric fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con il Bologna che si disputerà domani alle ore 20,45 allo stadio Grande Torino Olimpico.

Quali sono i maggiori rischi col Bologna?
"E' la squadra che mi ha impressionato di più quest'anno. Giocano veramente bene e hanno corsa e spirito in tutto fantastico. Per come li vedo sono una squadra forte e grande e bisogna affrontarli al massimo altrimenti rischi veramente".

Che analisi tattica si può fare del Bologna?
"Dopo tanto tempo ho visto qualche cosa di nuovo e mi è piaciuto come è stata costruita la squadra da Thiago e dal direttore sportivo. Ci sono tutti giocatori di livello europeo con caratteristiche di forza e di tecnica Ha un gioco particolare con una sintonia molto interessante che non si vede neppure all'estero. Sono curioso di vedere la progressione di Thiago dove lo porterà quando andrà in altre squadre e cosa farà".

Si aspettava che Thiago Motta arrivasse a questi livelli?
“Era già un mezzo genio calcisticamente quando giocavamo insieme e non mi sorprende che sia arrivato a questi livelli. Ha avuto bisogno di tempo nel Genoa e nello Spezia e adesso a Bologna ha trovato la sua dimensione. Il suo background calcistico tra Barcellona, Inter e le altre squadre con quello che sta facendo lo porta in una grande squadra, avrà una grandissima carriera. Sono molto curioso di vedere come proseguirà la carriera perché ha fatto cose molto interessanti",

Con l'Inter la difesa è stata schierata a quattro e non come al solito a tre, andrete avanti così?
"Vedremo. A me è piaciuto tanto il Toro nel primo tempo contro l’Inter, abbiamo giocato a un livello molto alto, abbiamo concesso pochissimo e creato più di loro. E' sicuramente un'opzione valida anche in futuro".

Avete l’energia per cambiare l'inerzia della mancanza di risultati?
"Sono punti di vista. Per me la stagione è un grande successo e se non abbiamo toccato i picchi massimi di gioia, però ricordiamoci anche dov’era il Torino. Bisogna stare attenti con le parole. La squadra deve avere energia”.

Come mai il decimo posto è la costante?
"Sono sempre punti di vista. Speriamo di essere ancora nella parte sinistra della classifica e sono ottimi risultati. Per fare qualcosa in più, qualcosa è mancato. Se era possibile oppure no fare di più si faranno analisi per capirlo e vedere dove si è sbagliato oppure se abbiamo tirato fuori il massimo di ciò che si poteva fare. Ho le mie idee su cosa si poteva fare di più e meglio per ottenere ancora di più".

La squadra che motivazioni ha per le ultime quattro partite visti che l’Europa ormai sembra impossibile o quasi da raggiungere?
"Me l'avete fatta spesso questa domanda. E’ dura a Torino e ogni gara è un'inopportunità, si difende una maglia importante: queste cose bastano e avanzano come motivazioni, voglia di fare e tutto. Non mi pongo questo problema. Ogni anno abbiamo problematiche di scadenze di contratto, qualcuno in prestito e magari qualcuno vuole andare via, ma quando arriva la partita tutti si allenano forte e ci prepariamo, come contro l’Inter, per fare il massimo. Altri discorsi non esistono. Poi se succede qualcosa che noto, reagisci e vai a risolverlo. Ma vedo sempre la squadra sul pezzo".

Domani una sola punta oppure ci saranno due attaccanti e nel caso Pellegri avrà spazio?
"Più tardi faremo l'allenamento e vedremo come affrontarli e poi decideremo su tutto".

Vincete o perdete, ma siete sempre decimi. La collocazione ideale è il decimo posto?
"No. Sono sempre punti di vista. Guardando la storia del Toro e quello che si percepisce dopo un po’ di tempo, in altri posti in un tale contesto il decimo posto è un risultato eccellente in rapporto ad altre squadre in difficoltà che retrocedono pur investendo di più e avendo anche strutture migliori. In questo senso è un ottimo risultato per quello che è il budget e le situazioni si tratta di un grandissimo risultato. Poi vedendo a ciò che penso sulla storia e sulla gioia dei tifosi, il Toro deve avere obiettivo, struttura e lavorare per arrivare più in alto del decimo posto. Per avere un senso calcistico, anche di gioia ed emotività della tifoseria e non solo di conti. Per la gioia dei tifosi bisogna lavorare meglio e di più per ottenere di più, anche se è difficile. Decimo posto da una parte è un grande lavoro fatto in tre anni e partendo dal 17esimo e arrivando al 10° e con la crescita di tanti giocatori, ma non è gioia ed emotività vera".

Queste potrebbero essere le ultime conferenze qui?
"Ti mancherò? (ride, ndr)".

Qual è il rammarico di Juric in questo momento?
"Abbiamo preso tante buone decisioni, altrimenti non passavi da com'era il Toro tre anni fa a una situazione comoda e positiva con tanti giovani interessanti. Ma ci sono stati anche errori fatti, come in tutti i lavori. Ci sono state situazioni nelle quali si poteva fare meglio".

E fuori dal lavoro, nel rapporto con la città e con la storia del Toro?
"Bisogna capirvi perché non siete un popolo semplice”.

Siamo stati capiti?
“Penso di sì. Siete molto complessi. Passando tempo con i tifosi veri, siete complessi: non siete normali (ride, ndr) nel senso che siete diversi da altri come i bianconeri”.

La storia dà complessità.
“Sono d’accordo. Siete un popolo complesso che bisogna capire, a volte all'inizio non capisci certe reazioni perché non fa parte del tuo bagaglio e del proprio modo di pensare. Ma quando capisci comunque siete complessi. C’è una complessità enorme. La nostra storia è questa, io adesso vi capisco come pensate e anche quando parlo con amici veri tifosi capisco che però non siete normali e sono convinto che bisogna andare su questa strada con determinazione, essere esigenti, rompere, chiedere e non accontentarsi e spingere. Ci sono modi e modi, alcuni per me non sono giusti, però dovrebbero essere ancora più intensi".

Molto bene la difesa, ma difficoltà in attacco. Cosa avrebbe fatto di diverso in questo triennio?
"Farei come ha fatto un mio vecchio allenatore che diceva: “Questo in carriera quanti gol ha fatto?” Sei, il centrocampista otto e non darei tanta fiducia o non direi a me stesso che chi non ha fatto gol poi li farà. Farei scelte più mirate in base alle statistiche, al passato e alle caratteristiche perché non è un caso di certi giocatori che ho avuto, centrocampisti e quinti, che fanno sette gol. Perché li fanno? Il tipo di gioco e le richieste sono le stesse. In questo starei molto più attento”.

Si è creata una forbice importante con il Bologna: dove sta la differenza?
"Hanno fatto tutto bene, hanno messo i pezzi del puzzle al posto e hanno ceduto giocatori che davano problemi e preso giocatori europei e giovani con caratteristiche per interpretare un certo tipo di calcio. Praticamente hanno indovinato tutto con Thiago Motta che è di un altro livello. Hanno fatto un mercato fantastico. Hanno una doppia squadra e ci sono 20 giocatori più o meno dello stesso livello. E poi l'allenatore ha fatto la differenza, al di là della squadra che lo ha portato a fare di più e meglio".

Che consiglio darebbe al Torino per crescere?
"Non lo so. Il presidente è ambizioso e vuole fare bene. Io terrei tutti e comprerei tre-quattro giocatori. Cercherei tutti giocatori forti, quelli che si ritengono forti. Se vuoi andare avanti vedrei quanto sono contenti e soddisfatti e andrei a investire lì per cercare di ottenere ancora di più. Oppure vendi tutti e riparti da zero: o bianco o nero, io farei così".

Quali sono le novità di formazione?
"Linetty rientra, mentre Lovato ha avuto un problemino che sembra muscolare, oggi ne sapremo di più. E non ci sarà Tameze per squalifica. Siamo un po’ pochi".

L'obiettivo 53 punti può essere il record del suo triennio?
"La mia unica delusione è stata la partita col Frosinone negli ultimi quattro o cinque mesi, ci sono rimasto male. Per il resto la squadra ha giocato con grandissime motivazioni, concentrazione e ha espresso calcio facendo tutto ciò che mi attendevo. Sono più che motivato per il Bologna perché affronto una squadra che per me rappresenta qualche cosa d’importante, una novità che ti mette alla prova per dimostrare che puoi competere con loro. In tutte le partite che poi avremo Atalanta, Milan e Verona, che si gioca la salvezza, danno di per sé una grande sfida.  IL gruppo in questo momento è sano e ha voglia di fare il meglio possibile. Ora siamo concentrati solo sul Bologna che per noi è una gran bella prova e vogliamo fare in tutte e quattro le prossime partite più punti possibili".

Ha pensato che potrebbe essere il suo ultimo 4 maggio a Superga?
"Superga è stata una grande emozione e dobbiamo organizzare meglio dell’anno scorso nel senso che qualche giocatore non era riuscito a venire mentre Buongiorno leggeva i nomi perché dobbiamo trasmettere tutto ciò che significa quel momento ai nostri giocatori che magari arrivano da paesi stranieri e da posti diversi e con culture diverse e far capire loro quell’emotività cosa conta. E’ un momento speciale quando Buongiorno, o Belotti il primo anno, legge i nomi. Voglio che siano tutti presenti e che vedano in modo da ricevere una spinta ulteriore per essere orgogliosi di essere del Toro e di appartenere a una società e a una storia diversa. E' una giornata molto importante per tutti noi".