La squadra c'è ma mancano due pedine per innalzare l’asticella

Cigarini e Okaka come ciliegine per completare l’organico del Torino che poi avrebbe solo più da trovare un vice e un terzo portiere.
03.07.2015 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
La squadra c'è ma mancano due pedine per innalzare l’asticella
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© foto di Daniele Buffa/ Image Sport

Oggi il Torino è questo: Padelli; Maksimovic, Bovo, Glik, Jansson, Moretti, Silva; Darmian, Peres, Benassi, Acquah, Gazzi, Vives, Bjarnason, Obi, Avelar, Molinaro; Quagliarella, Martinez, Maxi Lopez, Amauri e Larrondo. A parte il vice e il terzo portiere, il regista e un attaccante la squadra è fatta. Resta ovviamente l’incognita di sapere se i soliti quatto arcinoti big resteranno oppure no. Forse non tutti perché almeno uno dirà addio, bisognerà vedere chi. Il maggior candidato è Darmian perché ha più mercato e nonostante il tira e molla fra Torino e Napoli un accordo è possibile trovarlo. Se così non fosse e la trattativa dovesse interrompersi, senza margini di ripresa, c’è da giurarci che qualche altro club si farebbe sotto e magari in poco tempo riuscirebbe nell’intento di portarsi via il terzino granata e della Nazionale. Glik, invece, sembra sparito dai radar e dalle indiscrezioni di radio mercato, questo non esclude che non ci siano interessamenti per lui, però un po’ per volere di Ventura che non gradisce che sia ceduto e un po’ per il fatto che è il capitano si potrebbe azzardare che è il maggior candidato a restare in granata. Per quel che riguarda Maksimovic e Peres sembra che l’offerta considerata giusta dal presidente Cairo non sia ancora arrivata, ma sono da ritenersi più di Glik a rischio partenza. In questo momento non si può far altro che attendere e vedere se ci saranno sviluppi.

 

Non si vede ancora all’orizzonte il regista che a Ventura mancava già nelle scorse stagioni. E’ vero che in rosa ci sono Glik e Vives, però le loro caratteristiche sono un po’ differenti da quelle che si cercano per l’uomo che da tempo è stato definito il cervello del centrocampo: un giocatore che detti i tempi della manovra, che sappia creare spazi per se stesso e per l’inserimento dei compagni e magari che segni anche qualche gol. Lo stallo è dovuto in massima parte dalla trattativa a rilento con il Napoli per Darmian. E’ chiaro che se arrivasse Jorginho questa figura sarebbe stata trovata, ma se non arrivasse e si protraesse il tira e molla c’è il rischio che l’altro candidato, Cigarini, magari si accasi altrove e che il Torino sia costretto a virare su altri candidati già monitorati, ma forse non considerati prime scelte. Discorso simile per l’attaccante, sembra raggiunto l’accordo fra il Napoli e la Sampdoria per il prestito di Zapata, ma i blucerchiati prima devono sfoltire il reparto per cui potrebbe tornare di grande attualità Okaka, da tempo inseguito dal Torino. Sono indiscrezioni che si ripetono da giorni, ma purtroppo questo è lo stato delle cose. Cigarini e Okaka potrebbero diventare a breve granata se il Torino investisse un bel gruzzoletto, ma per farlo prima dovrebbe cedere uno dei big. La situazione è sempre la stessa: il Toro si trova in un circolo vizioso e solo Cairo può provare a spezzare il cerchio e sbloccare la situazione.

 

La non notizia è che non ci sarà un ritorno di Cerci ed El Kaddouri non giocherà più nel Torino perché ha deciso di lasciare l’Italia. Il presidente Cairo l’ha ribadito anche ieri sera a Soprtitalia: “Cerci non ci interessa. El Kaddouri non è stato riscattato perché vuole andare a giocare all'estero”. Solo chi non conosce il Torino continuava a far circolare la voce di un possibile ritorno di Alessio o di un ripensamento da parte di Omar dopo che già in altre occasioni, più o meno esplicitamente, era stato detto dalla dirigenza granata. L’ingaggio di Cerci è di 2,2 milioni, quindi completamente fuori dai parametri del Torino e non ci sono margini che una consistente parte, ben più della metà, possa essere pagata dal Milan o dall’Atletico Madrid. Per quel che riguarda El Kaddouri il suo procuratore Mino Raiola, non uno qualunque, mesi fa aveva detto che molto difficilmente il suo assistito sarebbe rimasto in granata, il Napoli che ne detiene il cartellino non è interessato a lui di conseguenza come aveva paventato tempo fa Raiola sarebbe andato all’estero e prima o poi sarà annunciato dove, ma al Torino e al popolo granata ormai poco importa. L’interesse, invece, è tutto focalizzato sulle due pedine, regista e attaccante, che possono permettere di alzare l’asticella, annunci ufficiali in tal senso sarebbero più che graditi.