La scommessa del Torino di far diventare giocatori da serie A i giovani

Zappacosta e Silva hanno la possibilità di mettersi in mostra. Baselli l’ha già fatto e solo l’infortunio l’ha momentaneamente fermato. Il Torino attende risposte soprattutto da Belotti e Martinez, ma anche dagli altri.
02.10.2015 12:22 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
La scommessa del Torino di far diventare giocatori da serie A i giovani
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Gaston Silva con il Carpi avrà l’opportunità di giocare titolare grazie alla doppia circostanza, per lui fortunata, della squalifica rimediata da Molinaro, dopo l’espulsione nella gara con il Palermo, e la contemporanea assenza per infortunio di Alevar, alle prese con il recupero dall’operazione al menisco del ginocchio sinistro. Ma nel Torino non c’è solo l’uruguaiano fra i giovani che devono dimostrare di essere calciatori adeguati a calcare i campi della serie A. Partendo dalla porta per attivare in attacco sono undici: Ichazo, Jansson, Silva, Zappacosta, Benassi, Acquah, Prcic, Baselli, Obi, Martinez e Belotti. Ci sarebbero anche Maksimovic e Peres, ma loro due hanno già superato lo scoglio e sono da considerarsi calciatori completamente formati, hanno solo più da dimostrare fino a che punto possono aspirare a diventare giocatori di una squadra di primo livello oppure se la loro qualità è un tantino più bassa. Alcuni degli undici giovani, poiché conoscono bene il campionato italiano per nazionalità o per militanza, sono più avvantaggiati perché hanno già frequentato i campi della massima divisione negli anni scorsi, Zappacosta, Benassi, Acquah, Baselli, Obi e Belotti, però in questa stagione devono consacrarsi definitivamente riuscendo a ritagliarsi uno spazio che li faccia considerare non più giovani di prospettiva, ma giocatori titolari.

In Italia non sempre si dà fiducia ai giovani, alle volte perché chi è già affermato dà tali garanzie che scalzarlo è impresa complessa come accade a Jansson, Silva e Ichazo con Glik, Moretti e Padelli. Diventa fondamentale quindi per questi giovani sfruttare le occasioni che si presentano. Ecco che Zappacosta si prende la fascia destra perché Peres è infortunato e Silva, che è la naturale riserva di Moretti, sapendo giocare anche come esterno sfrutta la doppia assenza di Molinaro e Avalar su quella sinistra. Altri come Benassi e Acquah sgomitano dovendo affermarsi uno ai “danni” dell’altro, così come avviene fra Baselli e Obi, per la prossima gara però out entrambi, l’uno per infortunio e l’altro per squalifica. Baselli è già riuscito in breve tempo a ritagliarsi uno spazio inserendovi nel gioco in pochissimo tempo e segnando gol importanti oltre che fornendo assist, mentre Obi sta incontrando qualche ostacolo in più. Ma per questi due più avanti nella stagione la concorrenza si farà maggiormente agguerrita quando Farnerud tornerà a disposizione, una volta definitivamente guarito dalla rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro. Prcic anche lui ha da scalzare due affidabili come Gazzi e Vives e potrebbe entrare in rotta di collisione con Baselli, sebbene quest’ultimo sembri più destinato al ruolo di mezz’ala sinistra, ma entrambi possono ricoprire il ruolo di trequartista. Per Belotti e Martinez forse l’impresa di affermarsi è anche più difficile poiché essendo attaccanti devono conquistarsi il posto a suon di gol oltre che dimostrando buona capacità di gioco. Quagliarella al momento è una colonna portante e Maxi Lopez ha esperienza e capacità che lo rendono un “avversario” di spessore. Per quanto Ventura faccia di tutto per far emergere Belotti e Martinez nel medio periodo saranno loro a doversi meritare la fiducia, altrimenti per il bene del Toro non sarà possibile continuare a concedergli tempo per affermarsi, in particolare per il venezuelano che è alla sua seconda stagione in granata. Per quanto possano essere costati, soprattutto Belotti, avere qualità ed essere volenterosi nel lavoro in settimana e generosi nel mettersi al servizio della squadra in campo durante le partite correre il rischio di sacrificare punti pur di farli giocare diventerebbe masochismo, se non segnano con una certa continuità.

Il Torino ha ambizioni di classifica e vuole puntando sui giovani costruire le basi per restare fra le grandi del calcio italiano. Già in passato con Darmian e anche con Ogbonna, D’Ambrosio, Cerci e Immobile la società e l’allenatore hanno dimostrato che il lavoro sui giovani ha dato buoni frutti, in campo e nelle casse societarie. Non sempre è andata bene perché in molti, dopo essere approdati in granata, hanno reso, per motivi differenti, meno o molto meno delle aspettative, El Kaddouri, Sanchez Miño, Larrondo, Vesovic, Bellomo, Bakic, Stevanovic, Jonathas, Menga, Migliorini, Sansone, Ebagua, Surraco, Verdi, Oduamadi e Gorobsov. Puntare sui giovani è sempre una scommessa e si sa già in partenza che qualcuno si perderà per strada, ma spesso la soddisfazione che dà anche solo uno come nel caso di Darmian ripaga di tanti sforzi, se poi a Matteo seguiranno altri e magari faranno parte anche del Toro di domani e di dopo domani la scommessa sarà vinta.