La partita con l’Udinese è cruciale per il futuro del Torino, come dice Sirigu

La squadra di Mazzarri non può restare sempre in procinto di crescere e poi non farlo mai. Molto significative e importanti le parole del portiere.
17.10.2019 17:00 di Elena Rossin   vedi letture
Salvatore Sirigu
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Salvatore Sirigu
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Potrebbe sembrare insensato affermare che la partita con l’Udinese per il Torino è cruciale per il futuro della squadra granata, ma se si riflette un pochino si comprende che lo è eccome. All’ottava giornata si è nel vivo del campionato, ormai la fase iniziale è terminata e quando si vuole migliorare quanto fatto in passato, quindi, il settimo posto della passata stagione non si può continuare ad avere un rendimento altalenante come quello avuto sin qui dal Torino. Tanto più se si pensa che la squadra di Mazzarri ha perso con Lecce, Sampdoria e Parma, non proprio le squadre più forti della Serie A. Se a questo poi si aggiunge che ormai da tre stagioni, per non dire di più, si parla di salto di qualità, ma che non è ancora stato fatto, pur considerando i progressi che ci sono stati, è evidente che la partita di domenica pomeriggio alla Dacia Arena è il banco di prova perfetto.

L’avversario è da annoverarsi fra quelli non difficili da affrontare per quanto finora ha fatto in campionato e per i giocatori che ha in rosa. I friulani hanno sette punti e sono quattordicesimi in classifica, media di uno a partita, hanno segnato solo tre gol e ne hanno subiti sei. Una squadra che in sette partite ha segnato solo tre reti qualche problema a livello di gioco lo deve avere per forza e chi l’affronta deve trarne vantaggio. Non ci sono dubbi che subisca pochi gol, infatti, è con Juventus e Lazio la terza del campionato dopo Inter (4) e Verona (5), mentre il Torino è decimo con Atalanta Napoli, Roma, Fiorentina e Parma con dieci reti al passivo, ma se un attacco formato da Belotti, Falque, Verdi e Zaza più gli altri giocatori con vocazione offensiva non riesce a segnare all’Udinese o non riesce a fare più gol dei friulani si scordi di lottare per un posto in Europa League perché non lo merita. La squadra di Tudor non manca di giocatori di qualità a iniziare da de Paul, ma anche Fofana, Stryger, Becao, Okaka e Lasagna e che dire del Torino che ha Sirigu, Izzo, Nkoulou, Ansaldi, Rincon, Belotti, Falque e Verdi? Forse non ne ha anche di più.

Non mancano sicuramente i motivi per pretendere che il Torino con l’Udinese disputi una buona partita e che torni a casa con i tre punti perché questo vorrebbe dire che il Torino sta migliorando rispetto all’anno scorso come vorrebbe anche Sirigu che dopo la partita con la Nazionale, dov’è stato protagonista con quattro parate decisive per la vittoria, ha detto, come riportato da Tuttosport, parlando del Torino: “Non mi nascondo dietro un dito: abbiamo una squadra forte che però deve evolversi. L'anno scorso avevo detto che avrei rinnovato il contratto e che sarei rimasto perché credevo in questo progetto, ma sapevo benissimo che le cose non potevano cambiate in un anno. Sono consapevole che quello che stiamo facendo adesso potrà essere la base del Torino del futuro. L'obiettivo è avere una squadra granitica che possa confermarsi fra le prime 6-7 ogni anno e non sporadicamente: perché oggi c'è Belotti, e magari domani no. Dobbiamo arrivare a un certo livello e non più scendere".

Il portiere, che è uno che parla poco, ma quando lo fa dice cose molto pregne di significato ha poi proseguito puntualizzando su alcuni fondamentali concetti: “La partita con il Napoli una svolta per l'autostima? La stessa cosa doveva rappresentare la vittoria sull'Atalanta e, invece, ci siamo un po' persi (sconfitte successive con Lecce e Sampdoria, ndr), poi c'è stata la vittoria con il Milan e di nuovo il ko a Parma. Siamo consapevoli della nostra forza, ma come penso della Nazionale, a volte troppa consapevolezza ti porta a commettere leggerezze: il Lecce in casa, Parma ... Non mi è andata giù: ora mi aspetto che arrivi la maturità. Che non vuol dire crescere negli anni, ma sapere leggere le varie situazioni. Non si può pretendere di essere sempre padroni del gioco del campo, ma c'è da capire come gestire certe situazioni: a Parma non lo abbiamo fatto. Se devi difendere in blocco e non subire, devi farlo. Se vuoi attaccare devi essere concreto in attacco. Non sporadicamente, in questo c'è da migliorare molto. Spero ci sia maturità: chi gioca deve dare tutto in allenamento per meritare il posto, chi non gioca deve fare lo stesso per mettere in difficoltà l'allenatore. E' una vecchia storia, anche se chi non gioca sarà sempre più scontento. Crescere è anche passare dalla gestione di uno spogliatoio ampio e di qualità: inevitabile per diventare una grande squadra. Se sono curioso di vedere come si comporterà il Torino a Udine dopo questa sosta? Sì, lo sono. Ma non è necessario aspettare domenica: basta guardare gli allenamenti per capire che aria tira". Ora tocca ai compagni di Sirigu e a Mazzarri dimostrare che i pensieri del portiere sono comuni a tutti.