Il Torino deve andare oltre l’attualità per dare un senso alla stagione

La società e Ventura hanno quindici partite, di cui nove alla portata, per valutare il proprio operato e testare le reali qualità di dieci giocatori.
05.02.2016 12:08 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Il Torino deve andare oltre l’attualità per dare un senso alla stagione
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

~~Il pareggio colto in extremis con la Sampdoria ha salvato la squadra di Ventura dal vivere un mercoledì sera da incubo, le ha evitato una mezza settimana di pesantissime critiche, dopo il precedente pareggio a reti inviolate con il Verona fanalino di coda della serie A, e le ha concesso di preparare la partita con il Chievo senza considerarla l’ultima spiaggia, non tanto per il rischio retrocessione, ma per l’incapacità di sviluppare un gioco che porti a vincere con gli avversari alla portata che in classifica hanno meno punti. Nonostante l’avvio del girone di ritorno con la metà dei punti conquistati rispetto a quello d’andata nelle prime quattro gare, cinque a dieci, che è stato il tesoretto che ha garantito la sopravvivenza nel periodo di alti, pochi, e bassi, tanti, i ventotto punti tengono i granata a distanza di sicurezza dalla bagarre degli ultimi posti. Questo, però, non significa che il Torino si debba accontentare di vivacchiare fra le prime posizioni del lato destro della classifica e le ultime di quello sinistro, tanto ormai il treno per l’Europa può considerarsi perso e la salvezza acquisita poiché ci sono parecchie squadre che stanno facendo peggio.

Il Torino deve utilizzare il resto del campionato per porre le basi per la prossima stagione portando i vari Ichazo, Jansson, Zappacosta, Benassi, Acquah, Baselli, Obi, Silva, Belotti e Martinez, condizioni fisiche permettendo, a essere giocatori e non solo promesse più o meno di prospettiva. Alla fine del campionato mancano quindici partite e ben nove sono con squadre alla portata, Chievo, Palermo, Carpi, Genoa, Atalanta, Bologna, Sassuolo, Udinese ed Empoli. In queste gare, a iniziare da quella di domenica con il Chievo, la squadra di Ventura ha l’obbligo di dimostrare che non spreca gran parte dei novanta minuti, o anche solo la metà, nel muoversi, spesso lentamente, in campo senza riuscire a imbastire una manovra che metta in vera difficoltà l’avversario, superandone anche eventuali muri difensivi, e che non vanifica la manovra offensiva con il non riuscire ad arrivare al tiro finale oppure con mire errate a ripetizione verso la porta avversaria.

L’asticella non potrà mai essere innalzata se il Torino non si riesce a essere migliore di chi è al suo attuale stesso livello medio, per aspirare all’Europa bisogna andare oltre e non ci si può permettere di avere quasi mezza squadra formata da giocatori che non riescono a fare il salto di qualità rimanendo in costante altalena fra prestazioni con spunti positivi e altre costellate di errori più o meno gravi. Quindici partite sono un lasso di tempo sufficiente per valutare se gli errori sono stati fatti in sede di mercato prendendo calciatori di minor prospettiva di quello che si credeva oppure se non li si sia messi nella migliore condizione per crescere definitivamente. Stabilito dove risiede il problema, al termine della stagione vanno presi i doverosi provvedimenti mandando via chi non permette al Torino di innalzarsi oltre il livello medio.