I rapporti tesi fra Ventura e giocatori pesano sui risultati e sul futuro del Torino

Da tempo c’è tensione fra più di un giocatore e mister Ventura. La società deve risolvere il problema per non trascinarlo anche nella prossima stagione.
29.04.2016 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
I rapporti tesi fra Ventura e giocatori pesano sui risultati e sul futuro del Torino
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Che all’interno del Torino e in particolare fra Ventura e i giocatori i rapporti non fossero più così armonici lo si sapeva da tanto tempo, era il segreto di Pulcinella che la società cercava in tutti i modi di non far trapelare e questo faceva comodo anche all’allenatore che così, almeno all’apparenza, aveva, come si suole dire, in mano la squadra. Certi “segreti” però non possono durare a lungo e a furia di notizie che trapelavano con sempre maggiore assiduità e dovizia di particolari ora finalmente si è strappato quel velo d’ipocrisia che ricopriva il Torino, grazie all’articolo pubblicato ieri, giovedì 28 aprile, su Tuttosport a firma Marco Bonetto dal titolo “Ventura ha Maxi problemi” pubblicato a pagina 11. Ben venga perché c’è tutto il tempo per la società di valutare la situazione e prendere provvedimenti efficaci per far iniziare al meglio la prossima stagione.   

Quando i rapporti tra giocatori e allenatore si deteriorano a risentirne prima di tutto sono i risultati e, infatti, da questo punto di vista la stagione del Torino è stata deludente. Questo spiega in buona parte anche perché nell’arco del campionato non sono stati risolti problemi di gioco che puntualmente emergevano quasi in ogni partita, le disattenzioni, gli approcci non sempre adeguati e quant’altro. Per quanto professionisti, giocatori e allenatore, non sono immuni da certe prolungate problematiche e alla lunga le tensioni finiscono per avere il sopravvento su tutto e solo il senso di responsabilità di tutti o quasi ha impedito che la stagione non avesse risultati ancora peggiori, grazie anche all’andamento difficoltoso di altre squadre. 

L’interrogativo che doverosamente si pone è: perché la società non è intervenuta già da tempo o forse si pensava che la sola cessione a gennaio di Quagliarella e l’arrivo d’Immobile avrebbero risolto tutti i problemi? Anche solo ipotizzarlo si fa torto a un’intelligenza minimale. Ora a iniziare da Cairo si deve affrontare il problema e le strade sono solo due: cambiare allenatore oppure mandare via tutti o la stragrande maggioranza dei giocatori che non sono più in sintonia con il mister. Quale sia la soluzione migliore è relativo dirlo, ognuno può avere la sua opinione, ma é la società che deve assumersi in toto la responsabilità di prenderla ponendo al primissimo posto solo ed esclusivamente il bene del Toro. Sarà poi il campo a giudicate, senza possibilità d’appello, se la società avrà agito al meglio oppure no. Una cosa è certa: il Torino non può disputare un altro campionato come quello che sta per concludersi. Malauguratamente dovesse perdurare la mediocrità attuale altro che alzare l’asticella e continuare ad avere plusvalenze che mantengono i conti in perfetto ordine, si tornerebbe, facendo un balzo indietro di cinque anni, all’inizio dell’avVentura.