Flop a Genova, poche verità e molte attese

15.09.2014 15:08 di  Marina Beccuti   vedi letture
Flop a Genova, poche verità e molte attese
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La trasferta con relativa sconfitta a Genova contro i doriani ha creato subito del malumore tra i tifosi, che temono di dover convivere con un altro campionato da patema d'animo, in lotta più per la salvezza che per l'Europa League, come l'anno scorso (d'altronde El Kaddouri è stato chiaro venerdì "prima pensiamo alla salvezza"). E' troppo presto per giudicare, ma senza Immobile e Cerci è più dura ripetere il successo della scorsa stagione. Il gioco compatto del gruppo era diventato straordinario grazie alla fantasia di Ciro e Alessio, che uscivano dai canoni del modulo per dare estro alla manovra. Adesso i limiti della squadra sono più evidenti perchè mancano i geni.

Tatticamente è stata migliore Fiorentina-Genoa, finita 0-0, per la bravura di Perin soprattutto, perchè la Viola si è mangiata ben otto palle gol, ma Parma-Milan, conclusasi 4-5, al di là degli errori grossolani delle due difese, è stata spettacolare e vanno applauditi i due allenatori che hanno osato, anche se si sono presi pure molte critiche. Perchè qualcuno troppo spesso ormai si dimentica che il calcio è divertimento, soprattutto questo, si può perdere o vincere, ma lo spettacolo non dovrebbe mai mancare e i gol sono l'atto più alto della libidine, usando una parola tanto cara a Ventura.

Forse nel Toro attuale manca questo, vuoi per la partenza di due campioni, vuoi perchè si paga un inizio anticipato di preparazione (sinceramente temevo l'Europa League), che magari fa aumentare le difficoltà giocando alle 12,30, un orario vergognoso per tutti.

In sintesi non bisogna allarmarsi troppo, perchè siamo solo all'inizio, il Napoli ha perso contro il Chievo a Verona, dunque molte squadre devono ancora assestarsi. L'Inter, che quindici giorni fa era stato ben domato dal Toro, le ha suonate al Sassuolo per 7-0, dunque è un campionato che si prennuncia matto, come spesso succede dopo i mondiali. Però bisogna prima chiarire che campionato si può fare, per non creare false illusioni, ma nemmeno tremende delusioni.

Le scelte di Ventura non sono state del tutto azzeccate (come Gazzi in panchina), ma si è trovato senza Darmian per sinusite, costretto poi ad entrare, a casa è rimasto Barreto per infortunio e, chi è arrivato a preparazione in corso, come Quagliarella, più Amauri, che si è unito da poco alla squadra, non può ancora dare il massimo. Petrachi ha sempre ricordato che il modulo di Ventura non è facile da assimilare, per cui ci vuole il tempo giusto d'assestamento.

Nel computo generale, sul mercato si poteva fare di più, investire sui giovani sudamericani può dare frutti in futuro, ma ora conta il presente e non si possono perdere contemporaneamente Cerci e Immobile senza subire qualche contraccolpo.  Quagliarella e Amauri sono due ottimi giocatori, ma bisogna aspettare un po' per vederli al massimo, mentre i due fuggitivi erano sicuramente pronti per un altro campionato da protagonisti.