Filotto positivo: merito ai giocatori esperti che fanno la differenza

Bovo, Darmian, Farnerud, Gazzi, Gillet fino a quando è restato in granata, Glik, Maxi Lopez, Molinaro, Moretti, Padelli, Quagliarella e Vives vanno elogiati per quanto hanno dato, stanno facendo e ancora apporteranno.
05.03.2015 13:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Filotto positivo: merito ai giocatori esperti che fanno la differenza
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Quando in una squadra tutto fila liscio e i risultati sono positivi i meriti vanno ripartiti fra tutti dalla dirigenza ai magazzinieri passando per giocatori, staff tecnico e medico e impiegati vari, così come quando le cose vanno male non c’è mai un solo colpevole, però non si può negare che buona parte del merito del filotto con dodici risultati utili positivi consecutivi e l’approdo agli ottavi di finale dell’Europa League vada riconosciuto ai giocatori più esperti. Quando si parla di giocatori più esperti non si guarda solo alla carta dì identità, anche se spesso il fattore età incide perché permette appunto di aver accumulato maggiore esperienza e di saperla sfruttare, infatti nella storia del calcio ci sono innumerevoli giocatori che già a venti-ventidue anni, alcuni anche prima, sono diventati colonne portanti di squadre molto blasonate e che mietevano successi a ripetizione, di solito però si tratta di giovani che sono unanimemente considerati campioni e che hanno carriere lunghe ed esemplari.   

 

Gli attuali successi del Torino, che arrivano dopo un periodo iniziale di discontinuità di rendimento e di risultati, sono dovuti in buona parte ai vari Bovo, Darmian, Farnerud, Gazzi, Gillet fino a quando è restato in granata, Glik, Maxi Lopez da quando è arrivato, Molinaro soprattutto in Europa League visto che Ventura in campionato lo utilizza meno, Moretti, Padelli, Quagliarella e Vives (citati in rigoroso ordine alfabetico). Tutti giocatori che hanno avuto il carattere, la capacità e la volontà di farsi carico dell’intera squadra e di trascinarla a un livello superiore. Non che gli altri calciatori non abbiano contribuito, ma chi per inesperienza dovuta alla giovane età, chi per indole, chi per problemi fisici, chi per minor feeling con l’allenatore e chi per forma che non sempre supporta adeguatamente le intenzioni hanno avuto un rendimento meno costante e proficuo.

 

In una rosa formata da campioni assoluti anche i più giovani o chi è arrivato da poco, se supportati da buone doti tecniche, atletiche e caratteriali, hanno maggiore facilità ad emergere, in un organico normale, come è quello del Torino, hanno bisogno di maggiore tempo e può capitare che non sempre riescano ad esprimersi per il potenziale di cui dispongono. E’ doveroso pertanto riconoscere a chi è riuscito a fare la differenza il tributo che gli spetta, senza i giocatori più esperti il Torino non avrebbe fatto il percorso che lo ha portato dov’è oggi e con loro, supportati anche dagli altri, potrà continuare a esprimersi sugli attuali livelli come si augurano tutti, anche chi ha criticato squadra, allenatore e società quando le cose non giravano per il verso giusto e c’erano degli oggettivi problemi, come quelli della difficoltà a trovare il giusto equilibrio di gioco e dei gol che arrivavano con il contagocce e avevano ripercussioni sulla classifica.   

 

Udinese, Zenit, Lazio, ancora Zenit e poi il Parma (se gli emiliani potranno scendere in campo) due settimane intense e molto impegnative attendono il Torino. Dodici risultati utili consecutivi in campionato già sono alle spalle, così come l’approdo agli ottavi di finale d’Europa League, come si dice l’appetito vien mangiando e nel mirino inevitabilmente c’è continuare il filotto e arrivare prima a tredici per poi proseguire e arrivare ai quarti in coppa. Chi ha già fatto trenta faccia trentuno, può riuscirci e in molti se lo augurano e tifano per questo.