ESCLUSIVA TG – Fusi: “Vedo somiglianze fra questo Torino e il mio”

01.09.2016 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
ESCLUSIVA TG – Fusi: “Vedo somiglianze fra questo Torino e il mio”
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© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com

Luca Fusi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Fusi ha giocato nel Torino dal 1990 al ‘94 disputando la finale della Coppa Uefa nel ’92, conquistando la Coppa Italia nel 1993 e guidando da capitano la squadra granata fino ai quarti di finale della Coppa delle Coppe nel 1994, attualmente è l’allenatore della Berretti del Santarcangelo. Con lui abbiamo del nuovo Torino di Sinisa Mihajlovic.

Hart, De Silvestri, Rossettini, Castan, Molinaro, Benassi, Valdifiori, Baselli, Iago Falque, Belotti e Ljajic. Che Torino è secondo lei?

“E’ un Torino che sta crescendo e cercando di completare quello che è stato fatto l’anno scorso facendo qualche cosa in più, almeno si spera, anche attraverso il cambio di allenatore che c’è stato. Sicuramente la società ha cercato in tutti i modi di fare un piccolo salto di qualità”.

Tra arrivi e partenze questa squadra è più o meno forte di quella dello scorso anno?

“Pensando singolarmente ai giocatori che sono stati presi e collocandoli nell’undici titolare direi che il Toro di quest’anno a qualche cosina in più rispetto a quello della scorsa stagione”.

Quando Mihajlovic dice che il Torino non deve puntare solo alla salvezza o a un posto di metà classifica, ma ambire all’Europa League pone un traguardo raggiungibile?

“E’ un programma non eccessivo. L’allenatore vuole ambire a qualche cosa di più rispetto a quello che è stato il percorso dello scorso campionato”.

C’è equilibrio fra i vari reparti?

“Mi sembra che le prime due partite di campionato abbiano dimostrato che la squadra c’è e il gruppo ha un suo perché e poi gli equilibri si possono trovare. Penso che da quello che si è visto i giocatori presi dalla società abbiano avuto l’approvazione dell’allenatore e lui sa come poterli impiegare per cui ritengo che abbia scelto dei calciatori che in campo possono dare il giusto equilibrio”.

Pensando al panorama delle squadre della serie A, il Torino è competitivo?

“Il Torino per come sta investendo e per quello che ha fatto negli anni passati può essere competitivo con tutte quelle squadre che lottano per ambire a un posto in Europa subito dietro alle prime tre o quattro del campionato italiano. Il Torino può giocarsi le posizioni che seguono quelle di vertice della classifica”.

Tra i giocatori nuovi chi le ha fatto pensare: ma che bel colpo ha messo a segno la società?

“Com’era avvenuto nel passato più che un singolo giocatore sono stati scelti una serie di giocatori che, secondo me, possono fare bene perché i De Silvestri, i Ljajic e fra gli ultimi arrivati Hart e Valdifiori sono tutti calciatori che hanno sicuramente esperienze importanti e vengono da campionati altrettanto importanti e possono dare veramente qualche cosa alla squadra”.

Forse l’unica cosa che manca al Torino sono i ragazzi che provengono dal vivaio, infatti, Parigini è andato al Chievo e Gomis al Bologna e sono rimasti solo Aramu e Barreca.

“Purtroppo non è solo un problema del Torino, ma è generalizzato a tutto il calcio italiano, che in questo momento ha poca fiducia e poca voglia d’investire nei settori giovanili e quindi la stragrande maggioranza dei ragazzi arrivano alla Primavera e poi non passano alla prima squadra. In passato, invece, c’era più possibilità per un giovane di avere un futuro nella prima squadra dopo aver fatto la trafila nel settore giovanile. Tutto il calcio italiano da questo punto di vista si è un po’ fermato a tanti anni fa quando dai settori giovanili emergevano giocatori importanti, adesso purtroppo si va all’estero per cercare giocatori di grande prospettiva, quindi anche il Torino ha difficoltà a inserire in prima squadra calciatori provenienti dal proprio vivaio”.

Da uno a dieci rispetto al suo Torino che arrivò a giocare la finale di Coppa Uefa e a vincere la Coppa Italia questo dove si colloca?

“Secondo me ci sono delle somiglianze per il fatto che anche in quegli anni si siano presi dei giocatori come i Bruno, gli Annoni, io stesso, per citarne alcuni, che quando sono arrivati magari non erano nomi eclatanti, ma che poi alla fine messi in squadra hanno costituito una base importante. Penso che i giocatori che il mister è andato a cercare insieme alla società possano ricreare una situazione simile a quella che c’era ai miei tempi. Credo che si possa ben sperare e che si possa arrivare a una qualificazione a livello europeo com’era successo il primo anno del mio arrivo al Torino. Ho buone sensazioni e, ripeto, vedo somiglianze con il mio gruppo”.

Mihajlovic può essere il valore aggiunto per la squadra?

“Sì, come lo era stato Mondonico per noi che appena arrivato cambiò tante situazioni esattamente come ha fatto Mihajlovic. I due allenatori hanno caratteri diversi, ma entrambi sanno creare entusiasmo con il loro modo di fare giocare la squadra che fa avvicinare tutti i tifosi”.

Parlando di lei, continua ad allenare i ragazzi del Santarcangelo, ma ha cambiato fascia d’età?

“Sì è così, sono passato dagli Allievi Nazionali alla Berretti e cercheremo di portare qualche ragazzo in prima squadra. Come dicevamo prima, il settore giovanile purtroppo negli ultimi anni è stato lascito un po’ in secondo piano anche in società piccole che invece avrebbero bisogno di credere nel progetto di valorizzare i propri giovani. Speriamo quindi di riuscire a portare qualche ragazzo vicino alla prima squadra”.