ESCLUSIVA TG – Carbone: “Il Toro è una squadra già affermata che sta facendo molto bene”

03.10.2015 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
ESCLUSIVA TG – Carbone: “Il Toro è una squadra già affermata che sta facendo molto bene”
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Benito Carbone è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Carbone, è un allenatore, da calciatore è cresciuto nelle giovanili granata ha giocato in prima squadra dal 1988 al ‘90 e nella stagione ‘93-‘94. Con lui abbiamo parlato della sua ex squadra e della partita che disputerà oggi con il Carpi.

Il Torino affronterà il Carpi, ultimo e con un nuovo allenatore da quattro giorni, con ben sei giocatori indisponibili, Maksimovic, Jansson, Peres, Baselli, Farnerud e Avelar, più gli squalificati Molinaro e Obi, ma avrà il dovere di mantenere la seconda posizione in classifica. Secondo lei che partita sarà?

“Permettetemi prima di tutto di fare i complimenti al Toro perché nelle quattro stagioni precedenti e in questa la parola “progetto” è diventata concreta e la programmazione sta dando i suoi frutti. Va, quindi, fatto un plauso al presidente, al direttore sportivo, all’allenatore e ai giocatori che indossano la maglia granata rispettandola e dando il massimo. Tutti stanno attuando un progetto con la “P” maiuscola a lungo termine riuscendo alla grande ed è doveroso complimentarsi poiché la dirigenza e l’allenatore stanno raggiungendo traguardi che non è esagerato definire storici ed è gusto attribuirne loro il merito.
Come vedo la partita di oggi? Difficile, ma al di là delle assenze che si faranno sentire perché si tratta di giocatori importanti che quando sono andati in campo hanno sempre disputato delle grandi partite e conseguito degli ottimi risultati. Nonostante le assenze io non mi preoccuperei più di tanto perché Ventura ha puntato sempre sul gruppo e chi giocherà saprà ciò che deve fare e come deve comportarsi. In più per chi finora come Zappacosta e Gaston Silva ha avuto minore spazio c’è la possibilità di dimostrare, all’allenatore e alla società, che possono stare benissimo in questa squadra e magari meriterebbero maggiore spazio anche quando i compagni che oggi sono indisponibili torneranno convocabili.
Il Carpi se ha cambiato l’allenatore vuole dire che le cose non andavano bene, l’anno scorso ha conseguito un risultato storico approdando in serie A, ma passare in un periodo breve dalla Lega Pro alla B e poi alla serie A può capitare di avere qualche difficoltà nella massima divisione poiché il salto di categoria è molto più forte e la differenza qualitativa fra campionato di B e di A è immensa.
Secondo me il Carpi ha patito questo, però detto questo non ci sono partite facili e il Torino deve sempre giocare da Toro e non avere mai cali di tensione e non deve permettersi di pensare che quella di oggi sarà una gara facile. I giocatori granata hanno la possibilità di mantenere la seconda posizione in classifica rimanendo attaccati al treno delle grandi e sicuramente Ventura, come sempre, avrà preparato la partita al meglio”.

Ormai l’asticella in casa granata è stata alzata da tutti, tifosi, società, allenatore e giocatori, diventa quindi un obbligo, per non avere rimpianti in futuro, fare punti con l’ultima in classifica?

“I punti non fatti pesano, perché questi sono punti che devono essere incamerati, ma non pensando di averli già in tasca prima, bensì conquistandoli sul campo. Se non si riuscisse a portare a casa i tre punti perché si è sottovalutato l’avversario sarà inevitabile che peseranno tantissimo, questa è una vittoria che va ottenuta”.

L’unico reparto nel Torino al completo è l’attacco. Quagliarella è il punto fermo, e poi finora Ventura ha fatto ruotare Martinez e Belotti con Maxi Lopez quasi sempre utilizzato da subentrante, mentre Amauri non ha trovato spazio, forse anche per l’età. Che cosa pensa dell’attacco?

“No credo che per Amauri sia un problema d’età altrimenti la stessa cosa dovrebbe valere per Quagliarella, quando un giocatore sta bene al di là della carta d’identità è stato fatto giocare da Ventura. Il mister sceglie chi mandare in campo anche in base agli avversari e, infatti, ha utilizzato alternandoli Martinez, Maxi Lopez e Belotti, mentre il punto fermo è Quagliarella perché fisicamente e mentalmente sta bene e affronta le partite sempre al massimo. Fabio è un giocatore di grandissima qualità e ha una tale esperienza che indice Ventura a puntare su di lui. Non mi stupisce che Quagliarella sia il fulcro dell’attacco poiché se è in forma è un calciatore fortissimo per la serie A”.

Martinez si conosce già dall’anno scorso, Belotti è arrivato a preparazione estiva quasi terminata e deve inserirsi, ma vedere Maxi Lopez utilizzato come riserva di lusso può sembrare un po’ strano. Da allenatore qual è la sua opinione in merito?

“Probabilmente Ventura ritiene che Lopez a match in corso possa cambiare la partita e sesso le scelte di un allenatore sono fatte anche tenendo conto che la gara dura novanta minuti. Un giocatore come Maxi Lopez può entrare e dare la svolta, non conosco le dinamiche nel Torino, ma avere l’imbarazzo della scelta con tutti questi giocatori è assolutamente positivo.  Belotti è un attaccante che mi piace tantissimo e con il passare del tempo si conquisterà un po’ più di spazio se non la maglia da titolare fisso. Le scelte di Ventura, al di là di quelle tecniche in relazione all’avversario, tengono conto della valutazione se un giocatore possa o no cambiare le sorti della partita giocando dall’inizio o entrando nel corso della gara”.

Nella partita con il Carpi si potrebbe chiedere a Martinez di dimostrare di essere capace di fare la differenza?

“Anche se un attaccante non segna, ma si sacrifica per la squadra può essere apprezzato dall’allenatore. Detto questo, penso che Martinez dovrebbe sempre entrare in campo cercando di dimostrare di essere più determinante e aumentare il suo personale numero di gol senza aspettare questo tipo di opportunità con l’ultima in classifica. Martinez ha la possibilità di giocare in una squadra già affermata che sta facendo bene da tanti anni che disputa la serie A, quindi il suo obiettivo principale dovrebbe essere quello di migliorarsi partita dopo partita sia a livello individuale sia perché fa parte di una squadra che gioca con automatismi e ha un’impostazione molto precisa. Se cercasse di fare la differenza solo con il Carpi rischierebbe di diventare un mezzo giocatore, capace di fare bene solo con le squadre piccole e non andrebbe bene”.

Belotti finora ha giocato abbastanza distante dalla porta, è una sua caratteristica oppure non ha ancora del tutto assimilato schemi e movimenti?

“Seguo tanto Ventura e lui di solito fa giocare le due punte vicine per farle scambiare fra loro, triangolare e attaccare la porta e di conseguenza stanno vicino alla porta, quindi Belotti non ha ancora capito o, forse, deve ancora inserirsi bene nella manovra, ma è normale perché è arrivato poco dopo la metà agosto e ha bisogno di più tempo per apprendere che cosa vuole l’allenatore. Belotti dovrebbe stare più vicino a Quagliarella, magari dipende anche dalle sue caratteristiche che l’hanno contraddistinto sia nell’Under 21 sia nel Palermo portandolo ad arrivare ai massimi livelli, altrimenti non si spiega del tutto perché sta così lontano dalla porta, e forse adesso nel Torino dovrà cambiare un po’, come dicevo gli servirà tempo”.

A suo giudizio questo Torino dove può arrivare?

“Considerando l’andamento del campionato, che rimane fra i più difficili al mondo, tantissime squadre stanno facendo fatica mentre il Toro è partito alla grande e quindi potrà fare meglio dell’anno scorso, per merito di tante situazioni e qualità della società che ha dato continuità al progetto che aveva intrapreso quattro anni fa. Oggi non si può dire se il Toro arriverà terzo o quarto, ma senza dubbio può qualificarsi per l’Europa League direttamente senza dover disputare i preliminari arrivando quinto. In questo momento il Toro è più squadra delle altre che possono andare in Europa League, il gruppo e l’allenatore stanno dimostrando di meritare grandi palcoscenici ed essendoci grande sinergia fra società, mister e calciatori la differenza la farà anche questo”.

Cambiando argomento e parlando di lei, sta attendendo di tornare ad allenare?

“Sì, ho avuto tante proposte da società di serie B e da alcune di Lega Pro, ma non vedo progetti validi e seri che permettono di programmare, quindi rimango in attesa e mi aggiorno andando in giro a vedere allenamenti e partite in Italia e tanto all’estero in Olanda, Francia e Inghilterra e anche le Nazionali. Cerco di migliorarmi osservando grandi allenatori in modo da prendere il meglio degli altri e poi quando allenerò inserirlo nel mio modo di concepire il gioco del calcio, non si copiano gli allenamenti e gli schemi di Ventura, di Mourinho o degli altri, ma si studiano in modo da arricchire il proprio bagaglio portando sempre avanti il proprio credo e facendo un passo in più”.

In bocca al lupo.

“Grazie, e un caro saluto a tutti i tifosi del Toro”.