Dormirci su non è servito a lenire l'auto-beffa del Toro con la Lazio

Il pareggio raggiunto dalla Lazio in extremis ha lasciato l’amaro nelle bocche dei granata colpevoli di non essere stati sufficientemente accorti. L’Europa League rischia di non essere raggiunta a causa di disattenzioni evitabili.
20.04.2014 08:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Dormirci su non è servito a lenire l'auto-beffa del Toro con la Lazio
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© foto di Federico Gaetano

Per la seconda volta consecutiva il Torino ha fatto vivere un finale al cardiopalma ai suoi tifosi, però con il Genoa dalla sconfitta di era passati alla vittoria, mentre con la Lazio, dopo l’altalena del subire lo svantaggio per poi riuscire a ristabilire la parità, il Torino era giunto a un passo, all’89, dal portare a casa un’altra vittoria che lo avrebbe catapultato al sesto posto in coabitazione con Parma e Milan, ma a pochi secondi dal fischio finale è arrivato il gol di Candreva che ha significato il definitivo pareggio per tre a tre, che è stato un pugno nello stomaco per tutti i granata. Di solito si dice che dormirci su faccia bene, ma questa mattina al risveglio i tifosi del Toro non si sono sentiti affatto meglio. Bruciano maledettamente quei due punti lasciati per strada perché la difesa del Torino ieri all’Olimpico di Roma non era riuscita a far scattare il fuorigioco e così è sfumata la vittoria e il sesto posto, l’ultimo utile per l’Europa League e a quattro giornate dalla fine del campionato l’Inter ha preso il volo battendo il Parma e assestandosi al quinto posto a cinquantasei punti, il Milan ha messo la freccia ed è passato davanti andando a raggiungere il Parma a cinquantuno e il Verona, battendo l’Atalanta, ha raggiunto granata e biancocelesti a quota quarantanove.

 

L’aritmetica non decreta che per il Torino l’accesso all’Europa League è precluso, però la strada si è fatta più erta e per quanto possano impegnarsi i giocatori granata Parma, Milan, Lazio e Verona devono commettere qualche passo falso per permettere loro di agguantare in solitario il sesto posto e quindi i preliminari di Europa League. Parma e Milan devono almeno perdere una partita e Lazio e Verona pareggiarne una, mentre il Torino dovrebbe vincere tutte le prossime quattro gare e raggiungere i sessantuno punti per coronare il sogno. Troppo? No, ma è difficilissimo perché non dipende solo dai granata. Qualcuno dirà: pazienza in fin dei conti l’obiettivo stagionale del Torino era raggiungere la salvezza tranquilla e sistemarsi nella parte sinistra della classifica e questo traguardo è stato centrato in pieno. Vero, nulla da eccepire, sacrosanta verità. Però … già perché un maledettissimo però c’è sempre. I torti arbitrali subiti dal Torino che lo hanno defraudato di non meno di cinque punti, forse anche di sette. Giusto c’è anche questa spiegazione, non fa una piega ed è ineccepibile. Ma siamo sempre punto e a capo perché tutto ciò non basta a spiegare quel tarlo che insistentemente scava nell’animo del tifoso del Toro e che gli impedisce di godersi appieno questa stagione assolutamente positiva, però non del tutto.

 

Il tarlo che rode si chiama occasione sprecata e non è stata una sola, bensì quattro e corrispondono alle partite con il Livorno nel girone d’andata e a quelle con Bologna, Sampdoria e Lazio nel ritorno. Con il Livorno il famoso tre a tre: vantaggio di Immobile al 4’ raddoppio di Glik al 7’ e poi rimonta degli amaranto con i gol di Paulinho al 25’ e Greco al 33’ e successivo vantaggio di Emerson al 62’ e infine per fortuna del Torino all’87’ il rigore realizzato da Cerci che ha evitato il peggio riportando il risultato in parità. Con il Bologna l’uno a due: gol del vantaggio di Immobile al 5’ e successiva doppietta di Cristaldo maturata all’11’ e al 24’ con sconfitta finale. Con la Sampdoria lo zero a due: reti di Okaka al 7’ e di Gabbiadini al 79’ e altra sconfitta. Con la Lazio un altro tre a tre: vantaggio di Mauri al 42’, pareggio di Kurtic al 52’ nuovo vantaggio di Candreva su rigore al 61’, secondo pareggio con Tachtsidis al 67’ e seguente vantaggio con Immobile all’89 e pareggio finale di Candreva al 94’. Dieci punti dilapidati, di cui otto con squadre che in classifica avevano meno punti del Torino e hanno disputato oggettivamente un campionato inferiore. Con dieci punti in più oggi il Torino ne avrebbe cinquantanove uno in più della Fiorentina e sarebbe in solitario al quarto posto con tre punti in più dell’Inter e avrebbe un’ottima possibilità di disputare l’Europa League, forse senza neppure passare dai preliminari.

 

In palio ci sono ancora dodici punti e in teoria è tutto ancora possibile, già in teoria perché in pratica se il Torino ci riuscisse sarebbe un’impresa storica che a pieno diritto finirebbe negli annali e sarebbe ricordata nel tempo. Ora la sfida è con se stessi perché bisogna crederci, comunque fino a quando l’aritmetica non dice che tutto è demandato alla prossima stagione. A prescindere da come finirà però in futuro certe disattenzioni dovranno essere bandite, forse il Torino per quest’anno non è ancora pronto per affrontare l’Europa League, ma non si può, non ci si deve tirare la zappa sui piedi da soli, fa doppiamente male e ci fa sentire dei polli, non di tori rampanti.