Cairo: “Cerci deve essere motivato a restare. Darmian è incedibile”

08.08.2014 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Cairo: “Cerci deve essere motivato a restare. Darmian è incedibile”
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© foto di aniele Buffa/Image Sport

Il presidente del Torino è soddisfatto del passaggio del turno in Europa League. Pressato dalle domande su Cerci, ha ribadito lo stato delle cose. Cairo ha spiegato perché nove società di serie A hanno chiesto il ritiro delle candidature di Tavecchio e Albertini alla presidenza della Figc.

 

Si aspettava sette gol segnati nel primo doppio confronto giocato in Europa League?

“Ma no, quando si comincia una nuova avventura ovviamente c’è sempre un minimo d’emozione e d’attenzione per quello che sarà per cui avere vinto bene a Stoccolma e altrettanto bene ieri qui a Torino è evidentemente una buonissima cosa e rappresenta una partenza positiva. Adesso, però, dobbiamo già da oggi vedere chi sarà il nostro avversario nei play-off e di conseguenza iniziare a preparare bene le partite perché la corsa continua”.

 

Com’è la situazione relativa a Cerci? Sarà ancora un giocatore del Torino per i play-off?

“L’ho detto più volte, Cerci è un nostro giocatore ed è per noi un calciatore importante, questo per il momento è lo stato delle cose. Essendo un nostro giocatore ci mancherebbe che non ci fosse. Siccome si parla tanto di richieste e offerte per Cerci ho detto anche che lui potrebbe essere magari anche tentato dal voler raccogliere una sfida ambiziosa con qualche squadra importante, ma se volesse rimanere con noi, come io spero e sono disposto anche a prolungargli il contratto, deve essere evidentemente motivato tanto quanto lo siamo noi nel trattenerlo e tenerlo con noi”.

 

Con Cerci c’è stato un colloquio?

“Abbiamo parlato e ci riparleremo ancora e vediamo un po’. E’ una situazione da affrontare nei prossimi giorni, adesso la squadra staccherà qualche giorno e quando ci rivedremo fra quattro-cinque giorni ne riparleremo e vediamo”.

 

Galliani la tiene sotto assedio nei week end a Forte dei Marmi?

“La settimana scorsa non ci siamo visti, sono due settimane che non vedo Galliani per cui direi che l’insidia di Galliani non è così forte. Abbiamo alcune società anche estere che sono interessate a Cerci, però vediamo. Se non c’è un’offerta straordinaria e, soprattutto, se Cerci non mi chiede di andare via il discorso è già chiuso, qualora ci fosse una grande offerta e lui volesse andare allora il discorso sarebbe diverso, ma se lui non mi chiede nulla io sono felice così”.

 

Il Borussia Dortmund voleva Immobile e in tempi abbastanza brevi l’ha preso, ma per Cerci sono arrivate offerte così determinanti da parte di Monaco, Atletico Madrid o altre società?

“I tedeschi sono particolari, sono dei panzer quindi avevano quest’idea e hanno fatto l’offerta, contattato il giocatore ed è diventato difficile trattenere Immobile, anche perché il cartellino era a metà con la Juventus e non si erano ancora risolte le comproprietà. Nel caso di Cerci siamo ancora in una fase in cui noi siamo “accucciati” e quasi quasi non ci vogliamo far trovare a Forte dei marmi o da altre parti, quindi vediamo che cosa succederà”.

 

Dobbiamo attendere la grandeur francese?

“(Ride, ndr) Non lo so”.

 

Se Cerci chiedesse di andare via avete già individuato il profilo del giocatore che lo sostituirebbe?

“Beh, insomma. Noi siamo sul mercato da mesi e quindi evidentemente ci sono profili che abbiamo sott’occhio che però per il momento non vogliamo prendere in considerazione perché speriamo ancora di trattenere Cerci”.

 

Quagliarella ha ri-esordito in granata e ha segnato sotto la Maratona, un bel segnale?

“Il ritorno di Quagliarella al gol è una bellissima cosa, sono contento. E’ ritornato a fare gol sotto la Maratona quindi direi che è un buonissimo auspicio”.

 

Darmian anche lui ha segnato e se la qualità della sua prestazione non stupisce il gol, però, per lui non è proprio scontato. Contento?

“Darmian è rientrato alla grandissima, spinge sulla fascia come non mai e ha fatto anche gol. Gli ho detto: “Stai diventando anche un bomber”, quindi bene. Darmian è il nostro giocatore incedibile, assolutamente. Proprio non si è mai parlato di nulla in tal senso con lui”.

 

Ventiduemila persone ieri sera all’Olimpico, prevede prezzi speciali per il play-off?

“Prezzi particolari non lo so, diciamo che noi abbiamo fatto prezzi molto buoni perché questa è la politica che abbiamo sempre avuto, c’è una grande risposta poiché la gente ama il Toro e c’era il ritorno in Europa e i tifosi volevano esserci ieri sera”.

 

Si aspettava un tale afflusso di pubblico?

“Sì, perché sentivo che c’era una grande voglia di esserci da parte dei tifosi che volevano venire a salutare il Toro nella prima uscita ufficiale in casa, quindi benissimo. Per i play-off faremo prezzi simili a quelli per ieri sera”.

 

Il bilancio della società è in positivo, anche questo era nei piani?

“Meno male, dopo tutti gli anni in cui ho dovuto mettere mano al portafoglio sono contento (ride, ndr). Abbiamo cominciato a fare un calcio diverso rispetto al passato, siamo alla ricerca di giovani da formare e da far crescere con un maestro come Ventura e con il suo staff di professionisti. Tutto questo sta portando dei frutti positivi, c’è una buona squadra, alle volte alcuni giocatori vengono venduti perché non sempre è possibile trattenerli, ma in molti altri casi rimangono con noi in modo da rafforzare sempre di più il Torino”.

 

Il Torino Fc ha chiesto a Tavecchio e Albertini di ritirare le loro candidature alla presidenza della Figc, ci spiega il perché?

“Lo abbiamo chiesto insieme ad altre otto società, quindi in totale siamo nove (Cagliari, Cesena, Empoli, Fiorentina, Juventus, Roma, Sampdoria, Sassuolo e Torino, ndr), ma io so per certo che ci sono altre tre società che non hanno firmato la lettera e sono, però, anche loro dell’idea di non votare né Tavecchio né Albertini di conseguenza la maggioranza delle società di serie A oggi non è più a favore di Tavecchio e neanche di Albertini. Il motivo è molto semplice: noi riteniamo che in un momento come questo in cui è fondamentale effettuare delle riforme profonde, urgenti e necessarie, per cambiare e rilanciare il calcio italiano ci deve essere un presidente che ha un appoggio molto più largo di quello che ha Albertini o lo stesso Tavecchio, mano a mano che passano i giorni hanno un appoggio che sempre più si assottiglia. Ci deve essere un coinvolgimento, un allargamento notevolissimo sui candidati, oggi nessuno l’ha per questo chiediamo loro di fare un passo indietro e probabilmente di mettere mano a una situazione che consenta di fare le riforme velocemente per poi riproporre la votazione del presidente della Figc in modo che possa iniziare a lavorare avendo le riforme fatte e potendo operare in un calcio diverso e con situazioni differenti dalle attuali. Tanto per intenderci, il calcio di oggi consentirebbe alla Lega Dilettanti e alla Lega Pro di eleggere un presidente perché hanno rispettivamente il trentaquattro e il diciassette per cento. Non è detto che tutte le società della Lega Dilettanti e della Lega Pro voterebbero Tavecchio, ma il regolamento consentirebbe a queste due leghe di eleggere con il cinquantuno per cento dei voti il presidente della Figc. La lega Pro ha il diciassette per cento dei voti perché anni fa, quando si fece la riforma, aveva novanta società, mentre oggi solo più sessanta, quindi tutto è da ripensare e da rivedere. In ogni caso la Lega di serie A si è pronunciata con nove società che sono assolutamente sfavorevoli a entrambe le candidature e con altre tre, che non sono ancora emerse, che in forma privata so per certo che non voteranno né l’uno né l’altro”.

 

Quindi si va verso il commissariamento?

“Non lo so, non sono in grado oggi di dire cosa si farà. Sicuramente la posizione delle nove società, più le tre sommerse e tutte quelle di serie B e di Lega Pro, anche loro al momento sommerse e che stanno affiorando, significa che c’è una situazione di grande spaccatura. La spaccatura va ricomposta facendo fare le riforme a qualcuno che le possa fare, perché no anche un commissariamento, per poi ripartire da zero, meglio ancora da una nuova situazione con candidature che portino all’elezione di un presidente con un ampio consenso e non con un consenso del 50,1 per cento, ammesso che ci sia”.