La Top 10 dei calciatori di movimento della Serie A che hanno sempre giocato, ce ne saranno del Torino?

17.11.2019 16:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Gianlucadimarzio.com
Belotti e Bonucci
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Belotti e Bonucci
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Dieci giocatori che sono il punto di riferimento per i loro allenatori e costituiscono il perno delle squadre in cui giocano. Ecco la “Top ten”, portieri esclusi, stilata dal sito Gianlucadimarzio.com di chi fin qui non ha perso in Serie A neppure un minuto di gioco:

JOAO PEDRO – Idolo di una piazza che legittimamente sogna l'Europa. Il Cagliari è la rivelazione della stagione, una delle storie più belle degli ultimi anni. A un gruppo rodato, il mercato estivo ha portato in dote innesti di qualità. Joao Pedro c'era nelle annate in cui l'obiettivo si chiamava salvezza, si conferma oggi che l'asticella si è notevolmente alzata

PULGAR – L'ultima positiva stagione, trascorsa a Bologna, aveva acceso su di lui i riflettori. A Firenze si è confermato, dimostrandosi calciatore di sostanza e cecchino infallibile dal dischetto. Giudicare i viola dalla disfatta di Cagliari, sarebbe ingeneroso e riduttivo. Pulgar non fa eccezione

LUCIONI – Il Lecce di Liverani ha dato filo da torcere a chiunque. La vittima sacrificale, individuata a inizio stagione, si è ribellata al copione già scritto e fino all'ultimo lotterà per rimanere in Serie A. Nel contesto salentino, Lucioni garantisce sostanza ed esperienza. Impossibile privarsene.

FARAONI – A Verona, sembra aver trovato la sua dimensione. Dalle giovanili della Lazio, passando a quelle dell'Inter, era stato un continuo girovagare per l'Italia. Oggi, Davide Faraoni è diventato punto fermo di Juric e la classifica racconta di una scelta confermata dai risultati. Se i gialloblu hanno un assetto solido, il merito è anche suo.

BONUCCI – La Juventus è sempre lì, in vetta a un campionato dominato da tantissimi anni. Il copione, al netto della rivoluzione che ci si aspettava da Sarri, è sempre lo stesso. L'arma migliore resta la solidità della difesa in cui, dopo l'infortunio di Chiellini, Bonucci recita da primo violino e leader indiscusso. Sostituirlo è un problema che non ci si è mai dovuti porre.

MILENKOVIC – Con Pezzella ha trovato meccanismi e misure. A questo si aggiunge un'ottima capacità di lettura delle situazioni offensive. Milenkovic sotto porta si è sempre fatto trovare pronto, risultando decisivo. Per uno che i gol, per mestiere, deve evitare di prenderli, un pregio non da poco. I fantallenatori ringraziano, Montella non lo leva mai.

MURRU – Di Francesco o Ranieri, non fa differenza. Lui c'è sempre, garantendo la solita prestazione di quantità. In campo è una garanzia, magari non sarà esaltante, ma sbaglia poco e questo, spesso, è il primo passo per far felice un allenatore. Se la Sampdoria uscirà dalle secche di una classifica infelice anche i voti di Murru, potrebbero improvvisamente subire un'impennata.

BROZOVIC – Risparmiato dai numerosi infortuni che hanno afflitto il centrocampo dell'Inter e ristretto le alternative di Antonio Conte, Brozovic è cresciuto soprattutto sotto il profilo della tenuta mentale. Le qualità non sono mai state in discussione, così le possibilità per i nerazzurri di continuare a stazionare nelle prime posizioni della classifica, passano anche dalla sua capacità di mantenere elevato il livello del rendimento.

KOLAROV – Il tempo passa, ma non per lui. Sulla fascia abbina doti fisiche notevoli a qualità tecniche sopraffine. Fonseca non se ne priverebbe mai e le dodici presenze su altrettante sfide lo confermano. Lo stop di Parma ha frenato la Roma nel suo momento migliore, il palo di Kolarov avrebbe potuto consentire al match di prendere altre pieghe. E' uno dei motivi per cui il destino dei giallorossi è fortmenente legato al rendimento del serbo.

ROMAGNOLI – Il cambio in panchina, con Pioli a sostituire Giampaolo, ha inciso sul modo di giocare del Milan, ma non ha scalfito la certezza di un posto da titolare per Alessio Romagnoli. Riferimento per i compagni, anche Roberto Mancini crede fortemente in lui. Rispetto agli anni passati mancano i gol, ma avrà il tempo di rifarsi. Circa 90 minuti più recupero a partita.