“Gigi il 7 bello” approda a Torino. Lo spettacolo teatrale dedicato a Gigi Meroni

La storia di un uomo, la storia di un campione, la storia di una generazione, una grande storia d’amore.
14.10.2016 13:08 di Marina Beccuti Twitter:    vedi letture
“Gigi il 7 bello” approda a Torino. Lo spettacolo teatrale dedicato a Gigi Meroni
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Libera composizione di e con Massimiliano Giacometti, musiche dal vivo Gian Pieretti e Roberto Seccamani,  disegno luci Nicola Rosboh, assistente messainscena Stefania De Biasi, video Ivan Paleino, scene Renato Cavallero.
 
Contributi amichevolmente regalati da Alessandro Baricco, Laura Curino, Ermanno Eandi e Ricki Ferrero.

Lo spettacolo si terrà nel giorno del 49esimo anniversario della scomparsa di Meroni, sabato 15 ottobre 2016 alle ore 21 presso il Teatro Espace di via Mantova, 38, a Torino.

Per prenotazioni 011 2386067 - prenotazioniespace@gmail.com

 
I formidabili anni Sessanta... l’universo giovanile, la voglia di cambiare il mondo. Gigi Meroni piaceva ai giovani perché era un fantasista fuori e dentro al campo di gioco, ribelle, vestiti “strani”, gallina al guinzaglio, capelli lunghi e un amore proibito, furono dei veri e propri atti sovversivi fatti con la leggerezza degli angeli. L’ultimo bohémien, il ragazzo che amava i Beatles e i Rolling Stones. Visse una breve e intensa vita abitata dal canto, dalla pittura e dai poeti. L’anticonformista rispettoso della libertà altrui. Calciatore eccezionale che segnava gol senza quasi toccare la palla... Era il “7 bello” per i tifosi granata...
 
Non sapremo mai cosa sarebbe diventato Luigino, Luigi, Gigi Meroni. Sappiamo che era un calciatore degli anni ’60, che amava la vita e giocava a calcio con allegria. Calzettoni abbassati come Sivori (suo idolo), capelli lunghi e barba, voglia di libertà e voglia di essere sè stesso, di vestirsi come gli pareva. Suonava per i benpensanti come una provocazione. Luigino Meroni non era solo un campione ma rappresenta lo spirito di un’epoca come nessun altro nella storia del calcio ha saputo percorrere i tempi. Scrisse Gianni Brera dopo la sua morte: “Simbolo di estri bizzarri e libertà sociali in un paese di quasi tutti conformisti”. Gigi impersonava lo slogan del maggio che sarebbe fiorito in Francia nel ’68 “La fantasia al potere”. Gigi trasmetteva quei valori importati della vita: l’umiltà, l’obbedienza, il sapersi accontentare, valori tipici di una persona semplice e proprio perché così semplice, così grande.
 
Io Gigi Meroni l’ho conosciuto! L’ho conosciuto nei campetti dell’oratorio, l’ho conosciuto indossando una maglia con il numero 7, l’ho conosciuto nella mia fantasia… Massimiliano Giacometti
 
“Era uno dei giocatori più noti e più popolari d’Italia. Era serio e coscienzioso. Si preparava alle gare con impegno e volontà. Usciva da ogni partita immancabilmente con le gambe tartassate dai duri colpi che riceveva. Ma non si lamentava mai. Subiva, sorridendo. E tutti finivano per volergli bene. Perché anche nella vita privata era buono e disciplinato”. Vittorio Pozzo da La Stampa 1967